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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL CONGRESSO DEL LAICATO CATTOLICO SUL TEMA: "TESTIMONI DI CRISTO NEL NUOVO MILLENNIO" (ROMA, 25-30 NOVEMBRE 2000), 20.11.2000


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL CONGRESSO DEL LAICATO CATTOLICO SUL TEMA: "TESTIMONI DI CRISTO NEL NUOVO MILLENNIO" (ROMA, 25-30 NOVEMBRE 2000)

INTERVENTO DEL CARD. JAMES FRANCIS STAFFORD

INTERVENTO DI S.E. MONS. STANISLAW RYLKO

INTERVENTO DEL PROF. GUZMÁN CARRIQUIRY

Alle 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene la Conferenza Stampa di presentazione del Congresso del Laicato Cattolico sul tema: "Testimoni di Cristo nel Nuovo Millennio" che si svolgerà a Roma, presso la Domus Pacis, dal 25 al 30 novembre 2000.

Prendono parte alla Conferenza Stampa: l’Em.mo Card. James Francis Stafford, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici; S.E. Mons. Stanisław Ryłko, Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici; e il Prof. Guzmán Carriquiry, Sotto-Segretario del medesimo Pontificio Consiglio.

Ne pubblichiamo di seguito gli interventi:

INTERVENTO DEL CARD. JAMES FRANCIS STAFFORD

Importante iniziativa del Pontificio Consiglio per i Laici, questo Congresso che si tiene nell’ambito delle celebrazioni giubilari dell’Anno Santo 2000, continua idealmente e concretamente la grande tradizione dei raduni del laicato cattolico internazionale, svoltisi sia prima che dopo il Concilio Vaticano II, e che sono state tappe assai significative nel cammino di partecipazione dei laici alla missione universale della Chiesa. Tra di essi vanno ricordate le due Consulte mondiali del laicato cattolico, promosse dal Pontificio Consiglio per i Laici rispettivamente nel 1974 in occasione dell’Anno Santo, e nel 1987, in preparazione alla VII Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi su "La vocazione e la missione dei laici nella Chiesa e nel mondo".

Il Congresso - come ebbe a dire il Santo Padre alla XVIII Assemblea Plenaria del Dicastero il 1° marzo 1999 - vuol essere momento forte di "ricapitolazione del cammino del laicato dal Concilio Vaticano II al Grande Giubileo dell’Incarnazione" e, in quanto evento giubilare, attento soprattutto alle "tracce della presenza di Dio nel nostro tempo" e ai "segni dei tempi nuovi" suscitati dallo Spirito di Cristo ( Bolla di Indizione del Grande Giubileo dell’Anno 2000, n. 3) nella vita dei Christifideles laici. Provvidenzialmente posto verso la fine dell’Anno giubilare, e quindi arricchito da quanto già vissuto in quest’anno di grazia del Signore, esso intende altresì precisare i "compiti" che attendono i fedeli laici "nei diversi campi della missione e del servizio dell’uomo all’inizio del terzo millennio" (Giovanni Paolo II, Discorso alla Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici, cit.).

Improntato alla gioia e alla speranza pasquali, il Congresso, che riunisce rappresentanti di associazioni di fedeli, delle conferenze episcopali, dei ministeri non ordinati e di altri servizi, nonché di presenza laicale nei vari "areopaghi" della vita civile, è occasione specialissima per i laici di rendere ragione della fede da testimoniare e comunicare in tutti gli ambiti, le aree geografiche, le situazioni di vita del mondo odierno. Espressione tangibile di comunione ecclesiale, nello scambio di esperienze dei diversi campi in cui si articola la missione del laicato cattolico intende mostrare la ricchezza dei doni che lo Spirito effonde sulla Chiesa di Cristo.

Evento giubilare del Grande Giubileo, rappresenta per i partecipanti, ed idealmente per tutto il laicato, un esame di coscienza orientato alla penitenza e alla conversione affinché il passo dei credenti verso il terzo millennio non risenta di stanchezza, ma essi ne vengano piuttosto rinfrancati (cfr. Bolla, cit. n. 2) nella loro quotidiana fatica al servizio dell’edificazione del Regno.

La celebrazione eucaristica, presieduta dal Santo Padre nella solennità di N. S. Gesù Cristo Re dell’Universo, momento culminante del Congresso, riafferma la centralità del mistero dell’Incarnazione, risposta fondamentale alle attese e ai bisogni degli uomini e delle donne di tutti i tempi, che i fedeli laici sono in modo particolare chiamati a comunicare ai loro contemporanei, con la parola e con le opere, nell’ambito della missione della Chiesa.

[02341-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DI S.E. MONS. STANISŁAW RYŁKO

1. Per meglio comprendere il significato del Congresso del laicato cattolico bisogna situare questo evento nella luce di due contesti importanti. Il primo è il Grande Giubileo dell’Incarnazione e, in questo quadro, il Giubileo dell’apostolato dei laici, la cui celebrazione sarà presieduta dal Santo Padre domenica 26 novembre, solennità di Cristo Re dell’Universo. Tanti fedeli laici hanno già partecipato a diverse celebrazioni giubilari che li hanno radunati per stati di vita, fasce di età, professioni o impegni sociali. Questa ulteriore celebrazione, a prima vista, potrebbe sembrare davvero superflua. Ma non è così. Il Giubileo dell’apostolato dei laici vuole ricordare a tutti i fedeli laici le radici stesse della loro vocazione e missione in quanto battezzati. Questa celebrazione giubilare li invita tutti a tornare a quello che, nel loro essere cristiani nel cuore del mondo, è essenziale.

Il Congresso del laicato cattolico organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici è un momento importante dell’evento giubilare dedicato ai fedeli laici. Perciò la dimensione propriamente congressuale sarà arricchita da celebrazioni che mirano ad aiutare i partecipanti a cogliere la grazia giubilare. In questo periodo tutti i cristiani sono chiamati a fare un serio esame di coscienza sul loro modo di vivere la propria vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo, sono chiamati a riprendere un cammino di conversione e di una più profonda adesione a Cristo e alla Chiesa. È il Papa stesso a suggerire ai fedeli laici gli interrogativi fondamentali: Che cosa ho fatto del mio Battesimo? Come rispondo alla mia vocazione? Che cosa ho fatto della mia Cresima? Ho fatto fruttare i doni e i carismi dello Spirito? È veramente Cristo il "Tu" sempre presente nella mia vita? (cfr. "L’Osservatore Romano", 1°-2 marzo 1999). Sono domande guida che accompagneranno senz’altro i nostri lavori. Speriamo che la grazia giubilare ci accompagni e faccia sì che il Congresso del laicato cattolico costituisca veramente una tappa significativa nella vita di tanti fedeli laici. Il Santo Padre continua a incoraggiarci: «Lo Spirito Santo spinge oggi la Chiesa a promuovere la vocazione e la missione dei laici. La loro partecipazione e corresponsabilità nella vita della comunità cristiana e la loro multiforme presenza di apostolato e di servizio nella società ci inducono ad attendere con speranza, all’alba del terzo millennio, un’epifania matura e feconda del laicato» (Discorso, 25 novembre 1998).

2. Il secondo contesto nel quale inserire il Congresso del laicato cattolico è quello dei precedenti congressi dei laici cattolici che hanno avuto un ruolo importante nel processo di promozione del laicato. Il primo di essi si è svolto nel 1951, quindi cinquant’anni fa. Vale la pena notare che l’iniziativa partì dagli stessi laici e specificatamente da quel grande cattolico che è stato Vittorino Veronesi, allora Presidente dell’Azione Cattolica Italiana. Fu un evento che suscitò un entusiasmo e un interesse tali da portare un anno dopo alla creazione, ad opera di Pio XII, del Comitato Permanente dei Congressi Internazionali dell’Apostolato dei Laici (COPECIAL). Il secondo Congresso ebbe luogo nel 1957 e tutta la documentazione relativa ai suoi lavori fu trasmessa, durante il Vaticano II, alla commissione che era impegnata nella redazione del futuro decreto conciliare sull’apostolato dei laici Apostolicam actuositatem. Il terzo Congresso fu convocato nel 1967, cioè nell’immediato post-Concilio, e il suo svolgimento fu certamente influenzato dal clima effervescente dell’epoca. In seguito è stato il Pontificio Consiglio per i Laici ha ricollegarsi a quelle esperienze, convocando due Consultazioni mondiali di laici rispettivamente in occasione dell’Anno Santo 1974 e alla vigilia del Sinodo dei Vescovi del 1987.

Tale è lo sfondo storico di quest’ultima iniziativa del Pontificio Consiglio per i Laici. Il Congresso del laicato cattolico, però, non è una replica di quelli del passato. Nel frattempo tanti e profondi cambiamenti sono avvenuti non solo nel mondo, ma anche nella Chiesa. Grazie al Concilio Vaticano II si è approfondita la coscienza che i fedeli laici hanno della loro vocazione cristiana radicata nel Battesimo; si è rinvigorito il senso di corresponsabilità nella Chiesa; tanti laici, uomini e donne, sono impegnati in prima linea nella nuova evangelizzazione; non pochi decidono di dedicarsi a tempo pieno al servizio delle comunità ecclesiali; sono sempre più numerosi i teologi laici; funzionano sempre meglio i consigli pastorali; assistiamo nella Chiesa a una nuova stagione aggregativa che, accanto alle organizzazioni di lunga e meritevole tradizione, vede una straordinaria fioritura di movimenti ecclesiali e nuove comunità che il Santo Padre non si stanca di indicare come segno di speranza per la Chiesa e per il mondo. Ovviamente non mancano le sfide. Ma bisogna raccoglierle con coraggio. Ad esempio: Come annunciare e testimoniare Cristo nella società secolarizzata di oggi? Come difendere la nostra identità di cristiani in un mondo che fa di tutto per sfumarla? Come evitare il rischio che i fedeli laici si ripieghino esclusivamente sugli affari e le strutture intra-ecclesiali a scapito dello spirito missionario? Come smuoverli dall’inerzia e dalla passività all’interno delle comunità parrocchiali? Come aiutarli a vivere la loro fede e il loro rapporto personale con Dio nelle condizioni ordinarie della vita familiare e professionale, e dell’impegno sociale? Le risposte da trovare sono tante. Nutriamo la fiducia che il Congresso sarà un’occasione buona per cercarle in uno spirito di fede, di comunione ecclesiale e di dialogo schietto.

Ogni convegno di questo tipo è un’esperienza particolare della Chiesa nella sua dimensione universale. E rappresenta una grande opportunità di uscire dall’ombra del proprio campanile per cominciare a sentire e a pensare soprattutto in termini di missione e di universalità. In questo modo, tra l’altro, molti nostri problemi locali vengono ridimensionati e posti nella giusta luce.

I partecipanti al Congresso del laicato cattolico costituiscono uno spaccato assai variegato del laicato mondiale, ciò che renderà lo scambio ancora più interessante. Oltre ai delegati delle conferenze episcopali, saranno presenti numerosi rappresentanti delle aggregazioni laicali e dei movimenti ecclesiali. Inoltre, per la prima volta e in numero abbastanza consistente, parteciperanno i rappresentanti del laicato dei paesi ex comunisti (Lituania, Estonia, Russia, Ucraina, Siberia, Georgia). Si tratta di laici che hanno da condividere esperienze preziose di fede vissuta in condizioni di dura e lunga persecuzione da parte dei sistemi dell’ateismo di stato. La loro testimonianza è particolarmente attesa.

Questo Congresso sarà dunque un luogo di dialogo, di scambio, di testimonianza e di comune preghiera, ma pure di confronto e di verifica tra le varie esperienze ecclesiali, in uno spirito di comunione e di amicizia. Spetterà ai partecipanti il compito di farsi testimoni di questa straordinaria esperienza ecclesiale nei loro rispettivi ambienti di vita e di impegno cristiano.

[02342-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DEL PROF. GUZMÁN CARRIQUIRY

Diversi fattori hanno reso arduo ma tanto arricchente il lavoro di definizione e di articolazione del programma del già prossimo Congresso del Laicato Cattolico, che avrà luogo alla "Domus Pacis" (Roma) dal 25 al 30 novembre p.v.

Innanzitutto c’era da tradurre fedelmente e adeguatamente l’indirizzo generale e gli scopi specifici che il Santo Padre ha indicato come disegno ispiratore del Congresso, conforme alla sua allocuzione del 1° marzo 1999 ai partecipanti alla XVIII Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici. Il programma segue queste indicazioni in quanto "evento giubilare", "arricchito –come raccomandava il Papa- da quanto sarà stato già vissuto in quest’anno di grazia del Signore", chiamato a "fungere da ricapitolazione del cammino del laicato dal Concilio Vaticano II al Grande Giubileo dell’Incarnazione", additando infine "ai fedeli laici i compiti che li attendono nei diversi campi della missione e del servizio all’uomo all’inizio del terzo millennio" (cf. L’Osservatore Romano, 1-2 marzo 1999, p. 5).

In secondo luogo, il programma del Congresso ha come realtà di riferimento, come soggetto e destinatario il "laicato cattolico". Si tratta, -nientemeno!- che di innumerevoli e diversissime persone battezzate, la stragrande maggioranza del popolo di Dio sotto la guida dei suoi Pastori, che vivono la loro fede nei più diversi contesti culturali e ambiti sociali e nei quali si esprimono i più diversi gradi ed esperienze di consapevolezza, appartenenza e adesione, di partecipazione e corresponsabilità, nella vita della Chiesa. Un elementare senso di realismo, cioè di umiltà, fa riconoscere i limiti di questo Congresso, che non può pretendere di includere una "rappresentatività" di persone, di situazioni e di esperienze di tale portata. Ciononostante, il programma del Congresso è tutto teso a favorire l’ascolto, la condivisione, l’approfondimento di ciò che lo Spirito di Dio suscita ovunque come novità di vita dei fedeli laici, i più caratterizzanti segni di speranza per l’attuarsi della loro vocazione e missione. I Congressisti -soprattutto laici di rilevante testimonianza e responsabilità- saranno invitati a discernere le tendenze che segnano il cammino del laicato nel nostro tempo, cercando di mettere a fuoco frutti e mancanze, bisogni e attese, linee di crescita, scelte prioritarie, interrogativi e rinnovati impegni; e tutto ciò, nel senso più cattolico possibile, ossia con un largo e profondo abbraccio di tutta la realtà. In questa prospettiva, il Papa ci ha indicato di tener ben presente il flusso di grazia, di conversione e riconciliazione, di santità, che ha mosso milioni e milioni di fedeli laici pellegrini a vivere il Giubileo a Roma, a Gerusalemme, nelle diverse Chiese locali. Come non custodire nel cuore e riprendere nello slancio di una "nuova evangelizzazione" eventi così significativi come l’incontro del Santo Padre con i movimenti e le nuove comunità ecclesiali del 30 maggio 1998 –che fu allora indicato come "prologo" giubilare- dentro la nuova, vasta e pluriforme stagione aggregativa dei fedeli laici…o come la più recente e impressionante Giornata Mondiale dei Giovani a Tor Vergata. Senza dimenticare, poi, tanti altri importanti incontri giubilari con le famiglie, i lavoratori, gli universitari, i politici, gli artisti…, nei diversi giubilei che hanno convocato fedeli laici per età, per professione e ambiti di attività, per esperienze di vita. Nel Congresso del Laicato Cattolico lo sguardo è rivolto a ciò che costituisce lo statuto ontologico sorgivo, fondamentale, dell’essere "christifideles" laici, nella loro vocazione e missione nella Chiesa e nella società, facendosi eco di tutta quella varia ricchezza di vita e testimonianza cristiana al servizio degli uomini.

Infine, il programma del Congresso ha voluto combinare adeguatamente, in sinergia profonda, due importanti filoni del suo sviluppo: esso avrà allo stesso tempo, interattivamente, una dimensione celebrativa, di preghiera, e una dimensione di riflessione, dibattito e proposta. In quanto "evento giubilare", i partecipanti vivranno lo spirito dei pellegrini alla città degli apostoli Pietro e Paolo, nella preghiera di conversione, l’esame di coscienza, i segni di riconciliazione, la professione di fede, il passaggio della "porta santa" e il lucro delle indulgenze. Il momento culminante di questo itinerario sarà la celebrazione del Giubileo dell’apostolato laico presieduta da S.S. Giovanni Paolo II nella Basilica di S. Pietro, domenica 26 novembre nella Solennità di Cristo Re, nella quale parteciperanno i congressisti insieme a molti altri fedeli laici presente, e in comunione spirituale con tutti i laici che quella stessa domenica si raduneranno attorno ai loro Pastori nelle rispettive Chiese locali a motivo di questo Giubileo. Il programma del Congresso prevede, sabato 25 alle ore 21.30, una "Veglia giubilare", alla "Domus Pacis", presieduta dal Card. Roger Etchegaray –Presidente del Comitato Centrale per il Grande Giubileo, come preparazione spirituale. Ci sarà anche una "Veglia mariana", mercoledi 29 alle ore 21, sempre alla "Domus Pacis" per i congressisti, associandosi al "fiat" mariano come pronta ubbidienza al disegno di Dio perché Cristo sia sempre più "carne" nella propria esistenza. Nelle Sante Messe quotidiane previste nel programma si farà speciale "memoria" del battesimo, della cresima e della eucaristia, sacramenti di iniziazione verso la maturità cristiana. La testimonianza alla quale tutti i laici sono chiamati, che è quella di dare la propria vita per Cristo al servizio dei fratelli, sarà ripresa nella celebrazione giubilare di "memoria dei martiri" –dono messo fortemente in luce dal Papa per quest’anno santo-, che si terrà nella Chiesa delle catacombe di Santa Domitilla, domenica 26 novembre, alle ore 16.30. Questa dimensione celebrativa si concluderà con una celebrazione eucaristica nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, presieduta da S.E. il Card. James F. Stafford –Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici- dove si farà una processione penitenziale, il passaggio della Porta Santa e l’invio missionario.

L’altra importante dimensione –quella di riflessione, dibattito e proposte- sarà illuminata da un apposito messaggio del Santo Padre per l’apertura del Congresso e dall’omelia che Lui stesso pronuncerà nella Solennità di Cristo Re. Come sfondo e quadro generale ci saranno tre relazioni fondamentali nella prima giornata del 25 novembre. Il Prof. Pedro Morandé, della Pontificia Università Cattolica del Cile, si riferirà al "bilancio di un secolo" e alle "prospettive di una nuova fase storica", in quanto "sfide alla testimonianza cristiana"; e il suo intervento sarà immediatamente complementato e arricchito da contributi fatti da personalità laicali -Mary Ann Glendon, Tadeusz Mazowiecki ed altri-, nell’ottica dalle regioni di loro provenienza. Successivamente, S.E. Mons. Angelo Scola introdurrà alla "missione della Chiesa all’alba del Terzo Millennio" che richiama ai "discepoli e testimoni del Signore"; e S.E. Mons. Stanisław Ryłko –Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici- affronterà il tema: "Il Concilio Vaticano II, pietra miliare nel cammino del laicato cattolico". Nelle giornate del 27, 28 e 29 novembre, i partecipanti al Congresso approfondiranno tre dimensioni capitali della loro esistenza cristiana: un giorno sarà dedicato alla "vocazione" (identità dei "Christifideles"), un altro alla missione (testimoni di novità di vita nel mondo") e il terzo alla formazione (verso la maturità umana e cristiana). L’introduzione tematica di ogni giorno è affidata volta per volta a un Vescovo: S.E. Mons. André-Mutien Léonard -vescovo di Namur, Belgio)-, S.Em. il Card. Jean-Marie Lustiger -Arcivescovo di Parigi, Francia- e S.E. Mons. Robert Sarah -arcivescovo di Conakry, Guinea-. Poi, ogni giornata sarà proseguita da una tavola rotonda, nelle quali interverranno fondatori di movimenti ecclesiali e dirigenti di associazioni internazionali di fedeli -Chiara Lubich (Focolari), Andrea Riccardi (Sant’Egidio), Martine Catta (Emmanuel), Bryan Smith (Comunità Carismatiche), Ernesto Preziosi (Azione Cattolica)…-, docenti universitari -Nikolaus Lobkowicz, Alejandro Llano, Nazario Vivero…-, pubblicisti -George Weigel e Dino Boffo-, ed altre personalità impegnate in varie forme all’edificazione delle comunità cristiane e nella testimonianza nel mondo della famiglia, del lavoro e della cultura. Questi lavori si concluderanno con la relazione della giornata finale del 30 novembre, su "Quali laici per il terzo millennio", fatta a due voci tra S.E. il Card. Bernard F. Law –Arcivescovo di Boston, USA- e il Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, Prof. Guzmán Carriquiry, e le "riflessioni conclusive" di S.E. il Card. James F. Stafford, Presidente del dicastero. Tutto sarà accompagnato da liberi interventi e dibattito previsti e promossi in ogni giornata.

Tre annotazioni finali sembrano assai utili. La prima è che il Pontificio Consiglio per i Laici si sente già impegnato nella futura pubblicazione degli Atti di questo importante Congresso. In secondo luogo, è opportuno segnalare che nella giornata susseguente al Congresso avrà luogo una breve ma densa Assemblea Plenaria di questo dicastero, tesa a valutare i programmi svolti nel passato quinquennio e i frutti del Congresso appena concluso, e di fare tesoro così di ipotesi e proposte di lavoro per il prossimo futuro nel servizio dei fedeli laici del mondo intero. Infine, bisogna informare che nella sede del Congresso funzionerà un Ufficio Stampa, con la collaborazione di Carla Cotignoli, Jesús Colina e Alberto Savorana, a disposizione per ogni interessamento dal punto di vista giornalistico, che sarà in comunicazione con questa Sala Stampa, con L’Osservatore Romano e la Radio Vaticana e pubblicherà ogni giorno un comunicato stampa sui lavori del Congresso.

[02343-01.01] [Testo originale: Italiano]