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L’UDIENZA GENERALE, 23.01.2002


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si svolge alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre incontra gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sui Salmi e sui Cantici proposti nella preghiera mattutina delle Lodi, commenta il Cantico: Sir 36, 1-5.10-13 - Preghiera per il popolo santo di Dio - Lodi Lunedì 2a Settimana (Lettura: Sir 36, 1-2.4-5.12-13).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, Giovanni Paolo II rivolge particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si conclude con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

1. All’interno dell’Antico Testamento non esiste solo il libro ufficiale della preghiera del Popolo di Dio, cioè il Salterio. Molte pagine bibliche sono costellate di cantici, inni, salmi, suppliche, orazioni, invocazioni che salgono al Signore, come in risposta alla sua parola. La Bibbia si rivela, così, un dialogo tra Dio e l’umanità, un incontro che è posto sotto il sigillo della parola divina, della grazia, dell’amore.

È il caso della supplica che ora abbiamo rivolto al "Signore Dio dell’universo" (v. 1). Essa è contenuta nel libro del Siracide, un sapiente che raccolse le sue riflessioni, i suoi consigli, i suoi canti probabilmente attorno al 190-180 a.C., alle soglie dell’epopea di liberazione vissuta da Israele sotto la guida dei fratelli Maccabei. Un nipote di questo sapiente nel 138 a.C. tradusse in greco, come si narra nel prologo apposto al volume, l’opera del nonno così da offrire questi insegnamenti a una cerchia più ampia di lettori e discepoli.

Il libro del Siracide è chiamato "Ecclesiastico" dalla tradizione cristiana. Non essendo stato accolto nel canone ebraico, questo libro finì col caratterizzare, insieme ad altri, la cosiddetta "veritas christiana". In tal modo i valori proposti da quest’opera sapienziale entrarono nell’educazione cristiana dell’età patristica, soprattutto in ambito monastico, divenendo come un manuale del comportamento pratico dei discepoli di Cristo.

2. L’invocazione del capitolo 36 del Siracide, assunta come preghiera delle Lodi dalla Liturgia delle Ore in una forma semplificata, si muove lungo alcune linee tematiche.

Vi troviamo, dapprima, l’implorazione che Dio intervenga a favore d’Israele e contro le nazioni straniere che l’opprimono. Nel passato, Dio ha mostrato la sua santità quando ha castigato le colpe del suo popolo, mettendolo in mano ai nemici. Adesso l’orante prega Dio di mostrare la sua grandezza col reprimere la prepotenza degli oppressori e con l’instaurare una nuova era dai colori messianici.

Certo, la supplica riflette la tradizione orante di Israele, ed in realtà è carica di reminiscenze bibliche. Per certi versi, essa può considerarsi come un modello di preghiera da usare per il tempo della persecuzione e dell’oppressione, com’era quello in cui viveva l’autore, sotto il dominio piuttosto aspro e severo dei sovrani stranieri siro-ellenistici.

3. La prima parte di questa orazione è aperta da un appello ardente rivolto al Signore perché abbia pietà e guardi (cfr v. 1). Ma subito l’attenzione è protesa verso l’azione divina, che è esaltata attraverso una serie di verbi molto suggestivi: "Abbi pietà… guarda… infondi il timore… alza la mano… mostrati grande… rinnova i segni… compi prodigi… glorifica la tua mano e il tuo braccio destro…".

Il Dio della Bibbia non è indifferente nei confronti del male. E anche se le sue vie non sono le nostre vie, i suoi tempi e progetti sono diversi dai nostri (cfr Is 55, 8-9), tuttavia Egli si schiera dalla parte delle vittime e si presenta come giudice severo dei violenti, degli oppressori, dei trionfatori che non conoscono pietà.

Ma questo suo intervento non tende alla distruzione. Mostrando la sua potenza e la sua fedeltà nell’amore, Egli può generare anche nella coscienza del malvagio un fremito che lo porti a conversione. "Ti riconoscano, come noi abbiamo riconosciuto che non c’è un Dio fuori di te, Signore" (v. 4).

4. La seconda parte dell’inno apre una prospettiva più positiva. Infatti, mentre la prima parte chiede l’intervento di Dio contro i nemici, la seconda non parla più dei nemici, ma chiede i favori di Dio per Israele, implora la sua pietà per il popolo eletto e per la città santa, Gerusalemme.

Il sogno di un ritorno di tutti gli esiliati, compresi quelli del regno settentrionale, diventa l’oggetto della preghiera: "Raduna tutte le tribù di Giacobbe, rendi loro il possesso come era al principio" (v. 10). Viene richiesta così una specie di rinascita dell’intero Israele, come ai tempi felici dell’occupazione di tutta la Terra Promessa.

Per rendere la preghiera più pressante, l’orante insiste sulla relazione che lega Dio a Israele e a Gerusalemme. Israele viene designato come "il popolo chiamato con il tuo nome", quello "che hai trattato come un primogenito"; Gerusalemme è la "tua città santa", la "tua dimora". Il desiderio espresso poi è che la relazione diventi ancor più stretta e quindi più gloriosa: "Riempi Sion della tua maestà, il tuo popolo della tua gloria" (v. 13). Col riempire della sua maestà il Tempio di Gerusalemme, che attirerà a sé tutte le nazioni (cfr Is 2, 2-4; Mic 4, 1-3), il Signore riempirà il suo popolo della sua gloria.

5. Nella Bibbia il lamento dei sofferenti non si esaurisce mai nella disperazione, ma è sempre aperto alla speranza. Alla base c’è la certezza che il Signore non abbandona i suoi figli, non lascia cadere dalle sue mani coloro che Egli ha plasmato.

La selezione fatta dalla Liturgia ha tralasciato un’espressione felice nella nostra preghiera. Essa chiede a Dio di rendere "testimonianza alle creature che sono tue fin dal principio" (v. 14). Fin dall’eternità Dio ha un progetto di amore e di salvezza destinato a tutte le creature, chiamate a divenire suo popolo. È un disegno che san Paolo riconoscerà "rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito:… disegno eterno che Dio ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore" (Ef 3, 5-11).

[00119-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

Ce Cantique, tiré du livre du Siracide, reflète la tradition de prière d’Israël et peut être considéré comme un modèle de supplication pour des temps de persécution et d’oppression. Le sage, appelé aussi l’Écclésiastique dans la tradition chrétienne, écrit alors qu’Israël est sous le joug de souverains étrangers, au deuxième siècle avant Jésus Christ. En implorant la pitié du Seigneur, le peuple d’Israël reconnaît la puissance du Maître et Dieu de tout, ainsi que sa fidélité dans l’amour. Dieu n’abandonne pas son peuple. Il se place du côté des victimes, jugeant sévèrement les violents et ceux qui ne connaissent pas la pitié. Comme il a manifesté sa présence dans le Temple de Jérusalem, le Seigneur remplira son peuple de sa gloire pour qu’il témoigne de son projet de salut destiné à toutes les créatures. En Jésus Christ, ce projet de Dieu a été pleinement révélé.

J’accueille avec joie les pèlerins de langue française, en particulier les jeunes de l’école catholique Rocroy Saint-Léon et du lycée Gregor Mendel, de Paris. Alors que les responsables des grandes religions se réuniront demain à Assise pour invoquer le Seigneur de la paix, puissiez-vous contribuer, par votre prière et par votre témoignage de vie chrétienne, à faire régner la paix dans le monde ! À tous, j’accorde bien volontiers la Bénédiction apostolique.

[00120-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

The whole of Sacred Scripture, especially in its hymns and prayers, bears witness to a great unending dialogue between God and humanity. Today’s Canticle is taken from the Book of Sirach, which is sometimes called Ecclesiasticus, or the Book of the Church, because it is not part of the Hebrew canon. The Canticle is a prayer in time of suffering, begging God to defend the victims against their persecutors. This cry is based upon the belief that God is not indifferent in the battle against evil, and that if he strikes the evil-doers, it is not to destroy but to bring them to conversion. The Canticle implores God to have compassion on his holy people, so that once again the divine glory may shine forth in their midst before all the nations. Because of its firm sense of what God has done in the past and what he plans for the future, the Canticle of Sirach becomes a hymn of hope which the Church can make her own in every age.

I warmly welcome the English-speaking pilgrims and visitors here today, especially those from England, Denmark, Finland, Japan and the United States. I greet especially the Marist Brothers: may your time of renewal in Rome strengthen your commitment to teach the young the way of Christ. Upon all present I invoke the blessings of peace, and I ask you to be united spiritually with me and the representatives of the world religions as we go on pilgrimage to Assisi tomorrow in order to pray for peace in the world.

[00121-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

Der Psalter ist das Gebetbuch des Volkes Gottes schlechthin. Daneben finden wir in den Büchern des Alten Testaments eine Reihe weiterer Lieder, Psalmen, Gebete und Anrufungen. In verschiedenen Lebenssituationen sind sie die gläubige Antwort des Menschen auf Gottes Heilszusage.

Der heutige Text aus dem Buch Jesus Sirach ist eine Anrufung der Macht und Größe Gottes. Der Beter weiß: Nur Gott allein kann die Not wenden und aus der Bedrängnis befreien. Er ist der Richter und ihm gehört der Sieg. Im Vertrauen auf Gottes gütiges Eingreifen bringt der betende Mensch seine Hoffnung ins Wort: Alle sollen erkennen: „Es gibt keinen Gott außer dir!" (Sir 36,5).

Herzlich begrüße ich alle Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache. Vertraut in allen Lebenslagen der liebenden Vorsehung Gottes und schöpft Kraft aus seinem Wort! Gerne erteile ich euch und euren Lieben daheim sowie allen, die mit uns über Radio Vatikan oder das Fernsehen verbunden sind, den Apostolischen Segen.

[00122-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

La oración que acabamos de proclamar, es una súplica al Señor para que tenga piedad de su pueblo e intervenga contra sus enemigos. Dios, que está siempre de parte de las víctimas, se presenta como juez severo de los violentos y los opresores. Pero su intervención no tiende a la destrucción. Mostrando su poder y su fidelidad en el amor, puede generar la conversión en la conciencia del malvado.

En la Biblia, los lamentos de los que sufren no acaban nunca en la desesperación, sino que están siempre abiertos a la esperanza, fundados en la certeza de que el Señor nunca abandona a sus hijos. Desde la eternidad Dios tiene un proyecto de amor y salvación para todas las creaturas, llamadas a ser su pueblo. Este designio lo ha realizado en Jesucristo Nuestro Señor.

Doy mi cordial bienvenida a todos los peregrinos venidos de España y de América Latina, de modo particular a los grupos de las parroquias de San Juan y San Pablo de Murcia. Que la lectura y meditación de este Cántico renueve en cada uno de vosotros la certeza de que el Señor nunca abandona a sus hijos. ¡Que Dios os bendiga!

[00123-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,

No livro bíblico do Sirácida, também chamado Eclesiástico, aparece uma súplica pelo Povo Santo de Deus, que vive tempos de opressão. Deus não se mostra indiferente ao mal: embora os seus caminhos e os seus tempos sejam diversos dos nossos, é certo que Ele está do lado das vítimas e mostra-Se Juiz severo com os opressores e vencedores sem piedade. A intervenção divina pedida no «Cântico do Sirácida» não visa a destruição dos malvados, mas a sua conversão: «Que eles reconheçam como nós reconhecemos que não há outro Deus senão Vós, Senhor» (Sir 36, 4).

Amados peregrinos de língua portuguesa, a minha saudação afectuosa com um renovado convite para me acompanharem na oração que amanhã, de Assis, se elevará pela recomposição da harmonia e concórdia no seio da grande família humana, que tem Deus por Pai. Em seu Nome, a todos abençoo e desejo paz e bem!

[00124-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua slovacca  

Zo srdca pozdravujem maturantov Stredného odborného učilišt’a Pier Giorgia Frassatiho z Bratislavy.

Milí mladí priatelia, pozajtra sa konči Oktáva modlitieb za jednotu krest’anov. Modlime sa neúnavne za plné spoločenstvo veriacich v Krista i za pokoj vo svete.

Rád žehnám Vás i Vašich drahých.

Pochválený bud’ Ježiš Kristus!

[Saluto di cuore gli studenti prossimi alla maturità del Liceo tecnico "Pier Giorgio Frassati" da Bratislava.

Cari giovani, dopodomani termina l’Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani. Non cessiamo di pregare per la piena comunione fra i credenti in Cristo e per la pace nel mondo.

Volentieri Benedico voi ed i vostri cari.

Sia lodato Gesù Cristo!]

[00125-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto il gruppo dei non udenti appartenenti all’Ente Nazionale Sordomuti, che provengono da diverse Regioni italiane. Carissimi, vi ringrazio per la vostra presenza così numerosa e vi assicuro la mia preghiera, perché si rafforzi in voi il desiderio di conoscere e seguire Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo.

Saluto, inoltre, i partecipanti alla giornata di studio sull’Enciclica "Laborem exercens", promosso dalla Federazione Agricola Ambientale Alimentare Industriale. Cari Fratelli e Sorelle, mentre esprimo apprezzamento per questa iniziativa, auspico che essa accresca il vostro impegno di testimonianza evangelica nella società.

Il mio pensiero va infine, come di consueto, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Carissimi, in questa settimana di preghiera per l’unità dei cristiani sia intensa la nostra invocazione perché quanto prima si giunga alla piena comunione di tutti i discepoli di Cristo.

In questo spirito, invito voi, cari giovani, ad essere ovunque, specialmente con i vostri coetanei, testimoni di unità nell’adesione al vangelo; chiedo a voi, cari malati, di offrire le vostre sofferenze per il raggiungimento di questa meta; esorto voi, cari sposi novelli, a essere all’interno della vostra famiglia un cuor solo ed un’anima sola.

Come sapete, domani mi recherò ad Assisi, dove, insieme con Esponenti di Chiese e Comunità ecclesiali e con Rappresentanti di altre religioni, vivremo una giornata dedicata alla preghiera per la pace nel mondo. Si tratterà di un pellegrinaggio di speranza, sulle orme di san Francesco d'Assisi, profeta e testimone di pace.

Confido che tale iniziativa, oltre agli effetti spirituali che sfuggono alle misure umane, possa contribuire a orientare gli animi e le decisioni verso sinceri e coraggiosi propositi di giustizia e di perdono. Se così sarà, avremo contribuito a consolidare le basi di una pace autentica e duratura.

Invito, pertanto, i fedeli cattolici ad unire la loro preghiera a quella che domani, ad Assisi, eleveremo insieme come cristiani, coltivando al tempo stesso nel loro cuore sentimenti di simpatia per i seguaci di altre religioni convenuti nella città di San Francesco a pregare per la pace.

A tutti, singoli e comunità, esprimo fin d'ora la mia cordiale riconoscenza.

[00126-01.01] [Testo originale: Italiano]