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SCAMBIO DEGLI STRUMENTI DI RATIFICA DEL CONCORDATO TRA LA SANTA SEDE E LA REPUBBLICA PORTOGHESE, 18.12.2004


SCAMBIO DEGLI STRUMENTI DI RATIFICA DEL CONCORDATO TRA LA SANTA SEDE E LA REPUBBLICA PORTOGHESE

COMUNICATO

DICHIARAZIONE DI S.E. MONS. GIOVANNI LAJOLO

COMUNICATO  

Sabato, 18 dicembre, nella sede del Ministero degli Affari Esteri portoghese, il Segretario per i Rapporti con gli Stati, S.E. Mons. Giovanni Lajolo, ed il Ministro degli Affari Esteri e delle Comunità Portoghesi, S.E. il Signor António Víctor Monteiro Martins, hanno proceduto allo scambio degli Strumenti di ratifica del Concordato fra la Santa Sede e la Repubblica Portoghese, firmato in Vaticano il 18 maggio 2004, per regolare le materie di comune interesse tra la Chiesa e lo Stato.

Erano presenti alla cerimonia:

per la parte della Santa Sede: S.E. Mons. Alfio Rapisarda, Nunzio Apostolico in Portogallo; Mons. Miguel Angel Palacios Gonzalez, Officiale della Segreteria di Stato;

per la parte della Repubblica Portoghese: S.E. Luís Serradas Tavares, Direttore del Dipartimento degli Affari Giuridici del Ministero degli Affari Esteri; Sig. Miguel de Almeida e Sousa, Capo-Ufficio del Ministero degli Affari Esteri; Sig. Pedro Roseta, Membro della Commissione Paritetica.

A norma dell'Art. 33 del Concordato, il medesimo entra in vigore con lo scambio degli Strumenti di ratifica.

L’Accordo, che aggiorna il Concordato del 7 maggio 1940, regola la posizione giuridica della Chiesa Cattolica e delle sue istituzioni. Lo Stato garantisce alla Chiesa il pubblico e libero esercizio delle sue attività, in particolare per quanto riguarda il culto, il magistero e il ministero, nonché la giurisdizione in materia ecclesiastica; riconosce inoltre la libertà religiosa, segnatamente negli ambiti di coscienza, culto, riunione, associazione, espressione pubblica, insegnamento e attività caritativa.

[02012-01.01] [Testo originale: Italiano]

DICHIARAZIONE DI S.E. MONS. GIOVANNI LAJOLO

  TESTO IN LINGUA PORTOGHESE

  TESTO IN LINGUA ITALIANA

  TESTO IN LINGUA PORTOGHESE  

Pela segunda vez, as relações concordatárias entre a Santa Sé e Portugal me proporcionam o feliz ensejo de visitar esta esplêndida capital europeia: a primeira vez foi nos princípios de 1975, quando se estava elaborando um Protocolo Adicional à Concordata em matéria matrimonial; a segunda, agora para a Troca dos Instrumentos de Ratificação da Concordata entre a Santa Sé e a República Portuguesa.

A importância deste acto é fundamental porque com ele entram em vigor as novas normas concordatárias. A relevância histórica da nova Concordata foi posta já em evidência pelo Cardeal Secretário de Estado Ângelo Sodano no discurso que proferiu no momento da assinatura da Concordata, no dia 18 de Maio de 2004 no Vaticano. Aqui, eu desejaria apenas recordar dois grandes princípios que a inspiram: o princípio da liberdade da Igreja, que lhe permite manifestar-se, com a sua verdadeira identidade, no cumprimento do mandato que Cristo lhe conferiu; e o princípio da cooperação, que consente à Igreja, no respeito da competência própria do Estado, de associar-se com as outras instituições públicas e privadas no serviço da sociedade para o bem do homem, e fá-lo sobretudo através das suas obras educativas e caritativas que correspondem aos dois fundamentos da sua acção – a verdade e a caridade.

A Concordata de 1940 foi actualizada tendo presente a nova Constituição Portuguesa de 1976 e as directrizes do Concílio Vaticano II. As novas normas têm todas grande projecção social, e todas são igualmente vinculantes. Enquanto particularmente indicativas do espírito que anima a nova Concordata, limito-me aqui a mencionar a norma sobre a exclusiva competência da Santa Sé na nomeação dos Bispos (art. 9 § 4); as disposições relativas à assistência religiosa católica aos membros das Forças Armadas e de Segurança (art. 17) e a todas as pessoas que estão impedidas de exercer, em condições normais, o direito à liberdade religiosa e o tenham solicitado (art. 18); ou ainda aquilo que é estabelecido acerca do financiamento das actividades da Igreja e da sustentação dos seus ministros (arts. 26 e 27); e de igual modo as normas sobre a delicada disciplina do matrimónio canónico e dos seus efeitos civis (arts. 14ss.). De grande relevo são certamente também as cláusulas relativas ao ensino da religião e moral católicas nas escolas públicas (art. 19), à possibilidade de erigir novas escolas católicas, e ao reconhecimento oficial da Universidade Católica Portuguesa (art. 21 § 1 e § 3): como não ver a importância de um acordo no campo da formação dos jovens, que representam o futuro da Igreja e da sociedade? Queria citar além disso – como uma das disposições típicas das concordatas contemporâneas – a norma que visa a salvaguarda do património cultural (art. 23): em Portugal, este é extraordinariamente rico, tendo sido plasmado em grande parte por aqueles valores religiosos que constituem o alicerce, sobre o qual se desenvolveram as nobres tradições do povo português. E a afectação de espaços para fins religiosos no planeamento territorial (art. 25) indica a vontade de continuar a fazer de tais valores um ponto de referência para o futuro também.

A nova Concordata prevê expressamente a constituição duma Comissão paritária, com a função de favorecer a interpretação e a boa execução das suas disposições (art. 29). Confia-se também no contributo de tal Comissão para se manter vivo e intensificar aquele espírito de colaboração entre Igreja e Estado que guiou constantemente as duas Partes, ao negociarem e assinarem as normas da presente Concordata. Possa a boa vontade que a inspirou encontrar correlativa actuação concreta na vida do País para um funcionamento cada vez mais eficaz das suas instituições, ao serviço de todos.

[02013-06.01] [Texto original: Português]

  TESTO IN LINGUA ITALIANA

Per la seconda volta i rapporti concordatari tra la Santa Sede e il Portogallo mi hanno offerto la gradita occasione di visitare questa splendida capitale europea: la prima fu all’inizio del 1975, allorché si stava elaborando un Protocollo addizionale in materia matrimoniale; la seconda ora, in occasione dello Scambio degli Strumenti di Ratifica del Concordato tra la Santa Sede e la Repubblica Portoghese firmato in Vaticano il 18 maggio 2004.

L’importanza di questo atto è fondamentale perché con esso le nuove norme concordatarie entrano in vigore. La portata storica del nuovo Concordato è già stata messa in luce dal Cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano con le sue parole al momento della firma del Concordato, il 18 maggio 2004 in Vaticano. Qui io vorrei solo ricordare due grandi principi che lo ispirano: quello della libertà della Chiesa: esso le permette di manifestarsi nella sua vera identità nell’adempimento del mandato conferitogli da Cristo; e quello della cooperazione, che consente alla Chiesa, nel rispetto della competenza propria dello Stato, di associarsi ad altre istituzioni pubbliche e private nel servizio della società, per il bene dell’uomo; e ciò soprattutto attraverso le sue opere educative e caritative, in corrispondenza a quelli che sono i due fondamenti ideali del suo agire: la verità e la carità.

Il Concordato del 1940 è stato aggiornato tenendo presenti la nuova Costituzione portoghese del 1976 e le direttive del Concilio Vaticano II. Tutte le nuove norme hanno grande rilievo sociale, e tutte sono ugualmente vincolanti. Come particolarmente indicativo dello spirito che anima il nuovo Concordato mi limito qui a menzionare la norma circa la competenza esclusiva della Santa Sede nella nomina dei Vescovi (art. 9 § 4); disposizioni riguardanti l’assistenza religiosa cattolica ai membri delle Forze Armate e di Sicurezza (art. 17) e a tutte quelle persone che si trovano impedite di esercitare, in condizioni normali, il diritto alla libertà religiosa e ne facciano richiesta (art. 18); o ancora quanto viene stabilito circa la questione del finanziamento delle attività della Chiesa e del sostentamento dei suoi ministri (cfr. artt. 26 e 27); così anche le norme circa la delicata disciplina del matrimonio canonico e dei suoi effetti civili (cfr. artt. 14 ss). Di grande rilievo sono certo anche le clausole relative all’insegnamento della religione e della morale cattolica nelle scuole pubbliche (cfr. art. 19), alla possibilità di erigere nuove scuole cattoliche e al riconoscimento ufficiale dell’Università cattolica portoghese (cfr. art. 21 § 1 e § 3): come non vedere l’importanza di un’intesa nel campo della formazione dei giovani, che rappresentano il futuro della Chiesa e della società? Vorrei citare inoltre – come una delle disposizioni tipiche dei concordati contemporanei - quella per la salvaguardia del patrimonio culturale (cfr. art. 23): esso è in Portogallo straordinariamente ricco ed è stato in gran parte plasmato da quei valori religiosi che costituiscono il fondamento sul quale si sono sviluppate le nobili tradizioni del popolo portoghese. La destinazione di spazi a fini religiosi nella pianificazione territoriale (cfr. art. 25) indica la volontà di continuare a fare di tali valori spirituali un punto di riferimento anche per il futuro.

Il nuovo Concordato prevede espressamente la costituzione di una Commissione paritetica, con il compito di favorire l’interpretazione e la buona esecuzione delle sue disposizioni (cfr. art. 29). Si può ben confidare che anche tale Commissione contribuisca a tenere sempre vivo ed intensificare quello spirito di collaborazione tra Chiesa e Stato, che ha costantemente guidato le due Parti nel negoziare e sottoscrivere le norme del presente Concordato. Possa la volontà di bene che lo ha ispirato trovare corrispondente attuazione concreta nella vita del Paese per un funzionamento sempre più efficace delle sue istituzioni, al servizio di tutti.

[02013-01.01] [Testo originale: Italiano]