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L’UDIENZA GENERALE, 28.03.2007


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sui Padri Apostolici, si è soffermato sulla figura di Sant’Ireneo di Lione.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle!

Nelle catechesi sulle grandi figure della Chiesa dei primi secoli arriviamo oggi alla personalità eminente di sant’Ireneo di Lione. Le notizie biografiche su di lui provengono dalla sua stessa testimonianza, tramandata a noi da Eusebio nel quinto libro della Storia Ecclesiastica. Ireneo nacque con tutta probabilità a Smirne (oggi Izmir, in Turchia) verso il 135-140, dove ancor giovane fu alla scuola del Vescovo Policarpo, discepolo a sua volta dell'apostolo Giovanni. Non sappiamo quando si trasferì dall'Asia Minore in Gallia, ma lo spostamento dovette coincidere con i primi sviluppi della comunità cristiana di Lione: qui, nel 177, troviamo Ireneo annoverato nel collegio dei presbiteri. Proprio in quell'anno egli fu mandato a Roma, latore di una lettera della comunità di Lione al Papa Eleuterio. La missione romana sottrasse Ireneo alla persecuzione di Marco Aurelio, nella quale caddero almeno quarantotto martiri, tra cui lo stesso Vescovo di Lione, il novantenne Potino, morto di maltrattamenti in carcere. Così, al suo ritorno, Ireneo fu eletto Vescovo della città. Il nuovo Pastore si dedicò totalmente al ministero episcopale, che si concluse verso il 202-203, forse con il martirio.

Ireneo è innanzitutto un uomo di fede e un Pastore. Del buon Pastore ha il senso della misura, la ricchezza della dottrina, l'ardore missionario. Come scrittore, persegue un duplice scopo: difendere la vera dottrina dagli assalti degli eretici, ed esporre con chiarezza le verità della fede. A questi fini corrispondono esattamente le due opere che di lui ci rimangono: i cinque libri Contro le eresie, e l'Esposizione della predicazione apostolica (che si può anche chiamare il più antico "catechismo della dottrina cristiana"). In definitiva, Ireneo è il campione della lotta contro le eresie. La Chiesa del II secolo era minacciata dalla cosiddetta gnosi, una dottrina la quale affermava che la fede insegnata nella Chiesa sarebbe solo un simbolismo per i semplici, che non sono in grado di capire cose difficili; invece, gli iniziati, gli intellettuali — gnostici, si chiamavano — avrebbero capito quanto sta dietro questi simboli, e così avrebbero formato un cristianesimo elitario, intellettualista. Ovviamente questo cristianesimo intellettualista si frammentava sempre più in diverse correnti con pensieri spesso strani e stravaganti, ma attraenti per molti. Un elemento comune di queste diverse correnti era il dualismo, cioè si negava la fede nell'unico Dio Padre di tutti, Creatore e Salvatore dell'uomo e del mondo. Per spiegare il male nel mondo, essi affermavano l’esistenza, accanto al Dio buono, di un principio negativo. Questo principio negativo avrebbe prodotto le cose materiali, la materia.

Radicandosi saldamente nella dottrina biblica della creazione, Ireneo confuta il dualismo e il pessimismo gnostico che svalutavano le realtà corporee. Egli rivendicava decisamente l'originaria santità della materia, del corpo, della carne, non meno che dello spirito. Ma la sua opera va ben oltre la confutazione dell'eresia: si può dire infatti che egli si presenta come il primo grande teologo della Chiesa, che ha creato la teologia sistematica; egli stesso parla del sistema della teologia, cioé dell'interna coerenza di tutta la fede. Al centro della sua dottrina sta la questione della "regola della fede" e della sua trasmissione. Per Ireneo la "regola della fede" coincide in pratica con il Credo degli Apostoli, e ci dà la chiave per interpretare il Vangelo, per interpretare il Credo alla luce del Vangelo. Il simbolo apostolico, che è una sorta di sintesi del Vangelo, ci aiuta a capire che cosa vuol dire, come dobbiamo leggere il Vangelo stesso.

Di fatto il Vangelo predicato da Ireneo è quello che egli ha ricevuto da Policarpo, Vescovo di Smirne, e il Vangelo di Policarpo risale all’apostolo Giovanni, di cui Policarpo era discepolo. E così il vero insegnamento non è quello inventato dagli intellettuali al di là della fede semplice della Chiesa. Il vero Evangelo è quello impartito dai Vescovi che lo hanno ricevuto in una catena ininterrotta dagli Apostoli. Questi non hanno insegnato altro che proprio questa fede semplice, che è anche la vera profondità della rivelazione di Dio. Così — ci dice Ireneo — non c'è una dottrina segreta dietro il comune Credo della Chiesa. Non esiste un cristianesimo superiore per intellettuali. La fede pubblicamente confessata dalla Chiesa è la fede comune di tutti. Solo questa fede è apostolica, viene dagli Apostoli, cioè da Gesù e da Dio. Aderendo a questa fede trasmessa pubblicamente dagli Apostoli ai loro successori, i cristiani devono osservare quanto i Vescovi dicono, devono considerare specialmente l'insegnamento della Chiesa di Roma, preminente e antichissima. Questa Chiesa, a causa della sua antichità, ha la maggiore apostolicità, infatti trae origine dalle colonne del Collegio apostolico, Pietro e Paolo. Con la Chiesa di Roma devono accordarsi tutte le Chiese, riconoscendo in essa la misura della vera tradizione apostolica, dell'unica fede comune della Chiesa. Con tali argomenti, qui molto brevemente riassunti, Ireneo confuta dalle fondamenta le pretese di questi gnostici, di questi intellettuali: anzitutto essi non posseggono una verità che sarebbe superiore a quella della fede comune, perché quanto essi dicono non è di origine apostolica, è inventato da loro; in secondo luogo, la verità e la salvezza non sono privilegio e monopolio di pochi, ma tutti le possono raggiungere attraverso la predicazione dei successori degli Apostoli, e soprattutto del Vescovo di Roma. In particolare - sempre polemizzando con il carattere "segreto" della tradizione gnostica, e notandone gli esiti molteplici e fra loro contraddittori - Ireneo si preoccupa di illustrare il genuino concetto di Tradizione apostolica, che possiamo riassumere in tre punti.

a) La Tradizione apostolica è "pubblica", non privata o segreta. Per Ireneo non c'è alcun dubbio che il contenuto della fede trasmessa dalla Chiesa è quello ricevuto dagli Apostoli e da Gesù, dal Figlio di Dio. Non esiste altro insegnamento che questo. Pertanto chi vuole conoscere la vera dottrina basta che conosca "la Tradizione che viene dagli Apostoli e la fede annunciata agli uomini": tradizione e fede che "sono giunte fino a noi attraverso la successione dei vescovi" (Adv. Haer. 3,3,3-4). Così successione dei Vescovi, principio personale e Tradizione apostolica, principio dottrinale coincidono.

b) La Tradizione apostolica è "unica". Mentre infatti lo gnosticismo è suddiviso in molteplici sètte, la Tradizione della Chiesa è unica nei suoi contenuti fondamentali, che - come abbiamo visto - Ireneo chiama appunto regula fidei o veritatis: e così perché è unica, crea unità attraverso i popoli, attraverso le culture diverse, attraverso i popoli diversi; è un contenuto comune come la verità, nonostante la diversità delle lingue e delle culture. C'è una frase molto preziosa di sant'Ireneo nel libro Contro le eresie: "La Chiesa, benché disseminata in tutto il mondo, custodisce con cura [la fede degli Apostoli], come se abitasse una casa sola; allo stesso modo crede in queste verità, come se avesse una sola anima e lo stesso cuore; in pieno accordo queste verità proclama, insegna e trasmette, come se avesse una sola bocca. Le lingue del mondo sono diverse, ma la potenza della tradizione è unica e la stessa: le Chiese fondate nelle Germanie non hanno ricevuto né trasmettono una fede diversa, né quelle fondate nelle Spagne o tra i Celti o nelle regioni orientali o in Egitto o in Libia o nel centro del mondo" (1,10,1-2). Si vede già in questo momento, siamo nell'anno 200, l'universalità della Chiesa, la sua cattolicità e la forza unificante della verità, che unisce queste realtà così diverse, dalla Germania, alla Spagna, all'Italia, all'Egitto, alla Libia, nella comune verità rivelataci da Cristo.

c) Infine, la Tradizione apostolica è come lui dice nella lingua greca nella quale ha scritto il suo libro, "pneumatica", cioè spirituale, guidata dallo Spirito Santo: in greco spirito si dice pneuma. Non si tratta infatti di una trasmissione affidata all'abilità di uomini più o meno dotti, ma allo Spirito di Dio, che garantisce la fedeltà della trasmissione della fede. E' questa la "vita" della Chiesa, ciò che rende la Chiesa sempre fresca e giovane, cioè feconda di molteplici carismi. Chiesa e Spirito per Ireneo sono inseparabili: "Questa fede", leggiamo ancora nel terzo libro Contro le eresie, "l'abbiamo ricevuta dalla Chiesa e la custodiamo: la fede, per opera dello Spirito di Dio, come un deposito prezioso custodito in un vaso di valore ringiovanisce sempre e fa ringiovanire anche il vaso che la contiene... Dove è la Chiesa, lì è lo Spirito di Dio; e dove è lo Spirito di Dio, lì è la Chiesa e ogni grazia" (3,24,1).

Come si vede, Ireneo non si limita a definire il concetto di Tradizione. La sua tradizione, la Tradizione ininterrotta, non è tradizionalismo, perché questa Tradizione è sempre internamente vivificata dallo Spirito Santo, che la fa di nuovo vivere, la fa essere interpretata e compresa nella vitalità della Chiesa. Stando al suo insegnamento, la fede della Chiesa va trasmessa in modo che appaia quale deve essere, cioè "pubblica", "unica", "pneumatica", "spirituale". A partire da ciascuna di queste caratteristiche si può condurre un fruttuoso discernimento circa l'autentica trasmissione della fede nell'oggi della Chiesa. Più in generale, nella dottrina di Ireneo la dignità dell'uomo, corpo e anima, è saldamente ancorata nella creazione divina, nell’immagine di Cristo e nell’opera permanente di santificazione dello Spirito. Tale dottrina è come una "via maestra" per chiarire insieme a tutte le persone di buona volontà l'oggetto e i confini del dialogo sui valori, e per dare slancio sempre nuovo all'azione missionaria della Chiesa, alla forza della verità che è la fonte di tutti i veri valori del mondo.

[00430-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

Saint Irénée, originaire de Smyrne (aujourd’hui Izmir, en Turquie) au deuxième siècle, fut disciple de l’évêque Polycarpe, qui lui-même avait connu l’Apôtre Jean. Plus tard, en Gaule, il deviendra membre du collège des prêtres de la jeune communauté chrétienne de Lyon. Une mission à Rome le fait échapper à la persécution de Marc-Aurèle, qui fera de nombreux martyrs, parmi lesquels Pothin, l’évêque de Lyon. À son retour, Irénée, élu évêque de Lyon, se donne totalement à son ministère, qui s’achève vers 203, peut-être par le martyre. Irénée est un homme de foi et un pasteur défendant la vraie doctrine contre les assauts des hérétiques, en particulier des gnostiques. Il est le premier grand théologien de l’Église, exposant avec clarté les vérités de foi. Pour lui, la dignité de l’homme est solidement ancrée dans la création, à l’image du Christ, et dans l’œuvre permanente de sanctification de l’Esprit Saint. Au centre de sa doctrine, se trouve la «règle de la foi», qui coïncide avec le Credo des Apôtres, avec l’Évangile qu’ils ont transmis sans interruption aux évêques, leurs successeurs. Il résume en trois points le concept authentique de Tradition apostolique: la Tradition apostolique est «publique», le contenu de la foi transmise par l’Église est reçu de Jésus et des Apôtres. La Tradition apostolique est «unique» dans son contenu fondamental, malgré la diversité des langues et des cultures. La Tradition apostolique est «pneumatique», guidée par l’Esprit Saint, qui rend l’Église toujours jeune, dans la richesse de ses charismes.

Je salue cordialement les pèlerins francophones présents ce matin, en particulier tous les groupes de jeunes. Puisse saint Irénée vous inviter à approfondir toujours davantage votre foi, dans la joie de témoigner du Christ aujourd’hui, avec la force que donne l’Esprit Saint !

[00431-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Continuing our catechesis on the Church Fathers, we turn now to Saint Irenaeus of Lyons, a great theologian and bishop at the end of the second century. In his writings, Irenaeus clearly sets forth the contents of the apostolic faith and appeals to the Church’s living tradition in order to defend that faith from false teachings. He thus emphasizes the regula fidei: the "rule of faith" contained in the Apostles’ Creed and in the Gospel proclaimed by the Church’s Bishops. The Gospel Irenaeus preached was the Gospel preached by his teacher Polycarp, who in turn received it from the Apostle John in an unbroken line of succession going back to Christ himself. Irenaeus also writes of the unique authority of the Church of Rome as founded on the Apostles. This zealous pastor illustrates for us three important characteristics of the Apostolic Tradition: it is "public", because it is available to all through the teaching of the Bishops; it is "one", because its content remains the same despite the variety of languages and cultures; and it is "pneumatic", because, through it, the Holy Spirit continues to enliven and renew the Church even today.

I am pleased to welcome the many English-speaking pilgrims present. In a special way, I offer cordial greetings to the priests from the Institute for Continuing Theological Education and to the students of the NATO Defense College. Upon all of you I invoke God’s blessings of peace and joy.

[00432-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Der heilige Irenäus, auf den wir heute unser Augenmerk richten, stammt aus Kleinasien, wo er um 140 wahrscheinlich in Smyrna, dem heutigen Izmir in der Türkei, geboren wurde. Einige Jahrzehnte später finden wir ihn unter den Klerikern der jungen Gemeinde in Lyon wieder. Von dort wird Irenäus im Jahre 177 wegen einer Glaubensfrage zu Papst Eleutherus nach Rom geschickt. Er entgeht so einer harten Christenverfolgung in Gallien, der auch der betagte Bischof Pothinus zum Opfer fällt. Irenäus wird zu seinem Nachfolger gewählt und versieht dieses Amt mit großem Glaubenseifer, bis ihn wohl um das Jahr 202 selbst das Martyrium ereilt.

Als Schüler des heiligen Bischofs Polykarp, der seinerseits ein Jünger des Apostels Johannes gewesen ist, wird Irenäus durch die „apostolische Tradition" tief geprägt. Als Hirte der Gemeinde in Lyon hat er mit einer Reihe von Irrlehren zu tun, die ihn zu einem wortreichen Verteidiger der Wahrheit des Glaubens werden lassen. Dabei arbeitet Irenäus eine „Glaubensregel" aus: Die Lehre der Apostel ist die Quelle dieser Regel. Diesen „Kanon der Wahrheit" vertrauen die Apostel ihren Nachfolgern, den Bischöfen, an. Die bischöfliche Nachfolge garantiert die getreue Überlieferung. Bei dieser Weitergabe kommt dem Bischof von Rom, der die beiden Säulen des Apostelkollegiums, Petrus und Paulus, repräsentiert, eine besondere Rolle zu. Schließlich ist die „apostolische Tradition" vom Heiligen Geist erfüllt und damit göttlichen Ursprungs.

Ganz herzlich grüße ich die Pilger und Besucher deutscher Sprache, heute besonders die Wallfahrer aus dem Bistum Hildesheim. Die vielfältigen Zeugnisse des Christentums hier in Rom mögen euer Bemühen um einen authentischen Glauben und um ein christliches Leben stärken. Der Geist Gottes führe euch durch diese Fastenzeit und begleite euch auf allen Wegen!

[00433-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

San Ireneo, discípulo de san Policarpo, fue Obispo de Lión. Ireneo era sobre todo un Pastor, que expuso y defendió con claridad la verdad de la fe, en particular frente a las sectas gnósticas. Preocupado por la cuestión de la "regla de la fe", y su transmisión, Ireneo afirmaba que aquella coincide con el Credo de los Apóstoles, transmitido a los Obispos y a sus sucesores. Así, la enseñanza verdadera la imparten los Obispos que la han recibido a través de una Tradición constante. Destaca la enseñanza de la Iglesia de Roma, cuya apostolicidad se remonta a Pedro y Pablo. Para Ireneo la Tradición apostólica es pública, no privada o secreta. El contenido de la fe se recibe de los Apóstoles, de ahí la importancia de la "sucesión apostólica". Además, la Tradición apostólica es única, con el mismo contenido fundamental en todas partes. Finalmente, la transmisión de la Tradición apostólica no depende de la capacidad de hombres más o menos doctos, sino del Espíritu Santo. Esto hace que la Iglesia sea una realidad siempre viva y joven, enriquecida con múltiples carismas.

Saludo cordialmente a los visitantes de lengua española. En particular, a los fieles de diversas parroquias y a los estudiantes llegados de España, así como al grupo de militares de la Armada Española. Saludo con afecto también a los visitantes de México y de otros países latinoamericanos. Os animo a adquirir una sólida formación en la fe de los Apóstoles, y a transmitirla fielmente a los demás con vuestras palabras y el ejemplo de vuestra vida. ¡Gracias por vuestra visita!

[00434-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua ungherese

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua slovena

Saluto in lingua ceca

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese

Amados Irmãos e Irmãs,

Santo Irineu, o primeiro grande teólogo da Igreja, ensinava a "regra da fé" que, na prática, coincidia com o Símbolo dos Apóstolos. Esta fé, transmitida através da Sucessão Apostólica e exposta pelo Magistério da Igreja, é o caminho para todos os homens e mulheres de boa vontade, limite do diálogo sobre os valores e estímulo para toda a ação missionária.

A todos os peregrinos de língua portuguesa, especialmente os brasileiros do Movimento de Schoenstatt faço votos de uma feliz estadia em Roma, com o auspício de que possam recolher junto ao túmulo de Pedro o sentido e a esperança de união com Cristo e com a sua Igreja.

[00435-06.01] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Witam polskich pielgrzymów. W przygotowaniu do przeżywania tajemnic Wielkiego Tygodnia towarzyszy nam dziś św. Ireneusz z Lionu. Uczy on, aby te tajemnice rozważać w świetle Ewangelii i w duchu Tradycji Kościoła, która opera się na świadectwie Apostołów, jest jedna i przekazywana kolejnym pokoleniom dzięki Duchowi Świętemu. Taka kontemplacja tajemnicy Odkupienia niech zbliża nas wszystkich do chwalebnego Chrystusa. Niech Bóg wam błogosławi!

[Saluto i pellegrini polacchi. Nella preparazione ai misteri della Settimana Santa ci accompagna oggi Sant’Ireneo di Lione. Egli insegna a vivere questi misteri nella luce del Vangelo e nello spirito della Tradizione che si fonda sulla testimonianza degli Apostoli, è unica e trasmessa alle seguenti generazioni grazie allo Spirito Santo. Tale contemplazione del mistero della Redenzione ci avvicini a Cristo glorioso. Dio vi benedica!]

[00436-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua ungherese

Szeretettel köszöntöm a magyar híveket, különösen is a budapesti csoport tagjait. A nagyböjtben életünket átalakítjuk, hogy méltóképpen készüljünk fel a Krisztussal való találkozásra. Szívesen adom rátok és családjaitokra apostoli áldásomat. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Saluto con affetto i fedeli ungheresi, specialmente il gruppo arrivato da Budapest. La Quaresima è un tempo forte per trasformare la nostra vita, per essere degni a incontrare Cristo. Volentieri benedico voi tutti e le vostre famiglie. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00437-AA.01] [Testo originale: Ungherese]

Saluto in lingua croata

S radošću pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a posebno vjernike iz Kutine i iz Ilove! Približavamo se Cvjetnici i spomenu Gospodinova ulaska u Jeruzalem. I on se približava nama i kuca na vrata našega života. Prepoznajmo ga i primimo kako bi nas učinio dionicima svoje pobjede na križu. Hvaljen Isus i Marija!

[Con gioia saluto i pellegrini croati, particolarmente i fedeli di Kutina e di Ilova! Ci avviciniamo alla Domenica delle Palme e alla memoria dell’entrata del Signore a Gerusalemme. Anche lui si avvicina a noi e bussa alla porta della nostra vita. Riconosciamolo e accogliamolo affinché ci renda partecipi della sua vittoria sulla croce. Siano lodati Gesù e Maria!]

[00438-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua slovena

Lepo pozdravljam profesorje in dijake Škofijske klasične gimnazije v Šentvidu! Ko se trudite za učenost, ne pozabite, da je vir prave modrosti v Gospodu. On, vstali Kristus, je začetek in konec, alfa in omega. Njegov blagoslov naj bo vedno z vami!

[Rivolgo un cordiale saluto ai professori ed agli alunni del Liceo Classico Diocesano di Šentvid! Nella vostra ricerca del sapere non dimenticate che la sorgente della vera sapienza è nel Signore. Egli, Cristo risorto, è l’inizio e la fine, l’alfa e l’omega. Vi accompagni sempre la sua benedizione!]

[00439-AA.01] [Testo originale: Sloveno]

Saluto in lingua ceca

Srdečně zdravím české poutníky a studenty Západočeské university v Plzni! Drazí, nechť nás zbytek této postní doby dobře připraví na slavení Velikonoc. K tomu ze srdce žehnám vám i vašim drahým! Chvála Kristu!

[Un cordiale benvenuto ai pellegrini Cechi e agli studenti dell'Università della Boemia Occidentale, in Plzeň! Carissimi, questo ultimo periodo di Quaresima ci disponga pienamente alla celebrazione della Santa Pasqua. Con questi voti benedico di cuore voi e i vostri cari! Sia lodato Gesù Cristo!]

[00440-AA.01] [Testo originale: Ceca]

Saluto in lingua italiana

Saluto i pellegrini di lingua italiana. In particolare, i Vescovi delle Diocesi della Sicilia, che in questi giorni compiono la Visita "ad Limina Apostolorum" e i fedeli che li accompagnano. Cari Fratelli nell’Episcopato, vorrei ripetere a voi quanto l’Apostolo Paolo raccomandava a Timoteo: annunziate integralmente la Parola di Dio, insistete in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonite, rimproverate, esortate con ogni magnanimità e dottrina (cf. 2Tm 4,2). Sostenete con il vostro esempio i sacerdoti, le persone consacrate e i fedeli laici di Sicilia, perché continuino a testimoniare Cristo e il suo Vangelo, con rinnovato slancio e fervore. Nessun timore sorprenda mai e agiti il cuore di tutti voi, cari fratelli e sorelle. Chi segue Cristo non si spaventa delle difficoltà; chi confida in Lui va avanti sicuro. Siate costruttori di pace nella legalità e nell’amore, offrendo luce agli uomini del nostro tempo, i quali pur presi dagli affanni della vita quotidiana, avvertono il richiamo delle realtà eterne.

Pensando alla Festa dell'Annunciazione, che abbiamo celebrato qualche giorno fa, rivolgo infine un affettuoso saluto ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Il "" pronunciato da Maria incoraggi voi, cari giovani, a rispondere con generosità alla chiamata di Dio. L'umile adesione alla volontà divina della Vergine, a Nazaret come sul Calvario, aiuti voi, cari malati, ad unirvi sempre più profondamente al sacrificio redentore di Cristo. Colei che per prima accolse il Verbo incarnato accompagni voi, cari sposi novelli, nel cammino matrimoniale e vi faccia crescere ogni giorno nella fedeltà dell'amore.

[00441-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0161-XX.02]