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L’UDIENZA GENERALE, 02.09.2009


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre - proveniente in elicottero dalla residenza estiva di Castel Gandolfo - ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa, riprendendo il ciclo di catechesi sui grandi Scrittori della Chiesa di Oriente e di Occidente del Medioevo, si è soffermato oggi su Sant’Oddone, Abate di Cluny.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Al termine, il Santo Padre è rientrato a Castel Gandolfo.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

Dopo una lunga pausa, vorrei riprendere la presentazione dei grandi Scrittori della Chiesa di Oriente e di Occidente del tempo medioevale, perché, come in uno specchio, nelle loro vite e nei loro scritti vediamo che cosa vuol dire essere cristiani. Oggi vi propongo la figura luminosa di sant’Oddone, abate di Cluny: essa si colloca in quel medioevo monastico che vide il sorprendente diffondersi in Europa della vita e della spiritualità ispirate alla Regola di san Benedetto. Vi fu in quei secoli un prodigioso sorgere e moltiplicarsi di chiostri che, ramificandosi nel continente, vi diffusero largamente lo spirito e la sensibilità cristiana. Sant’Oddone ci riconduce, in particolare, ad un monastero, Cluny, che nel medioevo fu tra i più illustri e celebrati ed ancora oggi rivela attraverso le sue maestose rovine i segni di un passato glorioso per l’intensa dedizione all’ascesi, allo studio e, in special modo, al culto divino, avvolto di decoro e di bellezza.

Di Cluny Oddone fu il secondo abate. Era nato verso l’880, ai confini tra il Maine e la Touraine, in Francia. Dal padre fu consacrato al santo Vescovo Martino di Tours, alla cui ombra benefica e nella cui memoria Oddone passò poi l’intera vita, concludendola alla fine vicino alla sua tomba. La scelta della consacrazione religiosa fu in lui preceduta dall’esperienza di uno speciale momento di grazia, di cui parlò egli stesso ad un altro monaco, Giovanni l’Italiano, che fu poi suo biografo. Oddone era ancora adolescente, sui sedici anni, quando, durante una veglia natalizia, si sentì salire spontaneamente alle labbra questa preghiera alla Vergine: "Mia Signora, Madre di misericordia, che in questa notte hai dato alla luce il Salvatore, prega per me. Il tuo parto glorioso e singolare sia, o Piissima, il mio rifugio" (Vita sancti Odonis, I,9: PL 133,747). L’appellativo "Madre di misericordia", con cui il giovane Oddone invocò allora la Vergine, sarà quello col quale egli amerà poi sempre rivolgersi a Maria, chiamandola anche «unica speranza del mondo, … grazie alla quale ci sono state aperte le porte del paradiso» (In veneratione S. Mariae Magdalenae: PL 133,721). Gli avvenne in quel tempo di imbattersi nella Regola di san Benedetto e di iniziarne alcune osservanze, «portando, non ancora monaco, il giogo leggero dei monaci» (ibid., I,14: PL 133,50). In un suo sermone Oddone celebrerà Benedetto come "lucerna che brilla nel tenebroso stadio di questa vita" (De sancto Benedicto abbate: PL 133,725), e lo qualificherà "maestro di disciplina spirituale" (ibid.: PL 133,727). Con affetto rileverà che la pietà cristiana "con più viva dolcezza fa memoria" di lui, nella consapevolezza che Dio lo ha innalzato "tra i sommi ed eletti Padri della santa Chiesa" (ibid.: PL 133,722).

Affascinato dall’ideale benedettino, Oddone lasciò Tours ed entrò come monaco nell’abbazia benedettina di Baume, per poi passare in quella di Cluny, di cui nel 927 divenne abate. Da quel centro di vita spirituale poté esercitare un vasto influsso sui monasteri del continente. Della sua guida e della sua riforma si giovarono anche in Italia diversi cenobi, tra i quali quello di San Paolo fuori le Mura. Oddone visitò più d’una volta Roma, raggiungendo anche Subiaco, Montecassino e Salerno. Fu proprio a Roma che, nell’estate del 942, cadde malato. Sentendosi prossimo alla fine, con ogni sforzo volle tornare presso il suo san Martino a Tours, ove morì nell’ottavario del Santo, il 18 novembre 942. Il biografo, nel sottolineare in Oddone la "virtù della pazienza", offre un lungo elenco di altre sue virtù, quali il disprezzo del mondo, lo zelo per le anime, l’impegno per la pace delle Chiese. Grandi aspirazioni dell’abate Oddone erano la concordia tra i re e i principi, l’osservanza dei comandamenti, l’attenzione ai poveri, l’emendamento dei giovani, il rispetto per i vecchi (cfr Vita sancti Odonis, I,17: PL 133,49). Amava la celletta dove risiedeva, «sottratto agli occhi di tutti, sollecito di piacere solo a Dio» (ibid., I,14: PL 133,49). Non mancava, però, di esercitare pure, come "fonte sovrabbondante", il ministero della parola e dell’esempio, "piangendo come immensamente misero questo mondo" (ibid., I,17: PL 133,51). In un solo monaco, commenta il suo biografo, si trovavano raccolte le diverse virtù esistenti in stato sparso negli altri monasteri: "Gesù nella sua bontà, attingendo ai vari giardini dei monaci, formava in un piccolo luogo un paradiso, per irrigare dalla sua fonte i cuori dei fedeli" (ibid., I,14: PL 133,49).

In un passo di un sermone in onore di Maria di Magdala l’abate di Cluny ci rivela come egli concepiva la vita monastica: "Maria che, seduta ai piedi del Signore, con spirito attento ascoltava la sua parola, è il simbolo della dolcezza della vita contemplativa, il cui sapore, quanto più è gustato, tanto maggiormente induce l’animo a distaccarsi dalle cose visibili e dai tumulti delle preoccupazioni del mondo" (In ven. S. Mariae Magd., PL 133,717). E’ una concezione che Oddone conferma e sviluppa negli altri suoi scritti, dai quali traspaiono l’amore all’interiorità, una visione del mondo come di realtà fragile e precaria da cui sradicarsi, una costante inclinazione al distacco dalle cose avvertite come fonti di inquietudine, un’acuta sensibilità per la presenza del male nelle varie categorie di uomini, un’intima aspirazione escatologica. Questa visione del mondo può apparire abbastanza lontana dalla nostra, tuttavia quella di Oddone è una concezione che, vedendo la fragilità del mondo, valorizza la vita interiore aperta all’altro, all’amore del prossimo, e proprio così trasforma l’esistenza e apre il mondo alla luce di Dio.

Merita particolare menzione la "devozione" al Corpo e al Sangue di Cristo che Oddone, di fronte a una estesa trascuratezza da lui vivacemente deplorata, coltivò sempre con convinzione. Era infatti fermamente convinto della presenza reale, sotto le specie eucaristiche, del Corpo e del Sangue del Signore, in virtù della conversione "sostanziale" del pane e del vino. Scriveva: "Dio, il Creatore di tutto, ha preso il pane, dicendo che era il suo Corpo e che lo avrebbe offerto per il mondo e ha distribuito il vino, chiamandolo suo Sangue"; ora, "è legge di natura che avvenga il mutamento secondo il comando del Creatore", ed ecco, pertanto, che "subito la natura muta la sua condizione solita: senza indugio il pane diventa carne, e il vino diventa sangue"; all’ordine del Signore "la sostanza si muta" (Odonis Abb. Cluniac. occupatio, ed. A. Swoboda, Lipsia 1900, p.121). Purtroppo, annota il nostro abate, questo "sacrosanto mistero del Corpo del Signore, nel quale consiste tutta la salvezza del mondo" (Collationes, XXVIII: PL 133,572), è negligentemente celebrato. "I sacerdoti, egli avverte, che accedono all’altare indegnamente, macchiano il pane, cioè il Corpo di Cristo" (ibid., PL 133,572-573). Solo chi è unito spiritualmente a Cristo può partecipare degnamente al suo Corpo eucaristico: in caso contrario, mangiare la sua carne e bere il suo sangue non sarebbe di giovamento, ma di condanna (cfr ibid., XXX, PL 133,575). Tutto questo ci invita a credere con nuova forza e profondità la verità della presenza del Signore. La presenza del Creatore tra noi, che si consegna nelle nostre mani e ci trasforma come trasforma il pane e il vino, trasforma così il mondo.

Sant’Oddone è stato una vera guida spirituale sia per i monaci che per i fedeli del suo tempo. Di fronte alla "vastità dei vizi" diffusi nella società, il rimedio che egli proponeva con decisione era quello di un radicale cambiamento di vita, fondato sull’umiltà, l’austerità, il distacco dalle cose effimere e l’adesione a quelle eterne (cfr Collationes, XXX, PL 133, 613). Nonostante il realismo della sua diagnosi circa la situazione del suo tempo, Oddone non indulge al pessimismo: "Non diciamo questo – egli precisa – per precipitare nella disperazione quelli che vorranno convertirsi. La misericordia divina è sempre disponibile; essa aspetta l’ora della nostra conversione" (ibid.: PL 133, 563). Ed esclama: "O ineffabili viscere della pietà divina! Dio persegue le colpe e tuttavia protegge i peccatori" (ibid.: PL 133,592). Sostenuto da questa convinzione, l’abate di Cluny amava sostare nella contemplazione della misericordia di Cristo, il Salvatore che egli qualificava suggestivamente come "amante degli uomini": "amator hominum Christus" (ibid., LIII: PL 133,637). Gesù ha preso su di sé i flagelli che sarebbero spettati a noi – osserva - per salvare così la creatura che è opera sua e che ama (cfr ibid.: PL 133, 638).

Appare qui un tratto del santo abate a prima vista quasi nascosto sotto il rigore della sua austerità di riformatore: la profonda bontà del suo animo. Era austero, ma soprattutto era buono, un uomo di una grande bontà, una bontà che proviene dal contatto con la bontà divina. Oddone, così ci dicono i suoi coetanei, effondeva intorno a sé la gioia di cui era ricolmo. Il suo biografo attesta di non aver sentito mai uscire da bocca d’uomo "tanta dolcezza di parola" (ibid., I,17: PL 133,31). Era solito, ricorda il biografo, invitare al canto i fanciulli che incontrava lungo la strada per poi far loro qualche piccolo dono, e aggiunge: "Le sue parole erano ricolme di esultanza…, la sua ilarità infondeva nel nostro cuore un’intima gioia" (ibid., II, 5: PL 133,63). In questo modo il vigoroso ed insieme amabile abate medioevale, appassionato di riforma, con azione incisiva alimentava nei monaci, come anche nei fedeli laici del suo tempo, il proposito di progredire con passo solerte sulla via della perfezione cristiana.

Vogliamo sperare che la sua bontà, la gioia che proviene dalla fede, unite all’austerità e all’opposizione ai vizi del mondo, tocchino anche il nostro cuore, affinché anche noi possiamo trovare la fonte della gioia che scaturisce dalla bontà di Dio.

[01236-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese 

Chers Frères et Sœurs,

Saint Odon, né vers l’an 880, se trouve au cœur de la prodigieuse floraison de monastères qui, s’inspirant de la Règle de Saint Benoît, ont donné à l’Europe un esprit et une sensibilité chrétiennes profondes. Il fut le 2e Abbé de Cluny, une abbaye qui eut un rayonnement extraordinaire durant le Moyen-Age par la ferveur avec laquelle les moines se livraient à l’ascèse comme à l’étude et surtout au culte divin plein de beauté.

Par la Vierge Marie, « Mère de Miséricorde », Odon, encore adolescent, fut introduit dans un nouvel espace intérieur qui, peu après, s’illuminera avec la Règle de Saint Benoît qu’il découvre et aime au point de quitter sa Touraine natale. Abbé de Cluny, il exerça une forte influence sur les monastères d’Europe dont certains suivirent sa réforme. L’idéal monastique se trouvait, pour lui, dans l’expérience de Marie de Magdala, assise aux pieds du Maître pour l’écouter et se détacher du tumulte des soucis du monde. Son amour de la Parole du Seigneur illuminait sa foi et sa dévotion au Corps et au Sang du Christ. Sainteté du mystère du Corps du Seigneur qui invite à une conversion radicale toujours possible par la puissance de la miséricorde divine. De sa contemplation du Christ miséricordieux, jaillissait en lui une joie et une bonté qui entraînaient sur la voie de la perfection chrétienne non seulement ses frères moines mais aussi les fidèles laïcs de son temps.

J’accueille avec joie les pèlerins francophones. Je salue particulièrement les séminaristes de Brugge, en Belgique, et leurs accompagnateurs ainsi que les nombreux pèlerins du diocèse de Kaolack, au Sénégal, avec leur Evêque Mgr Ndiaye. Puissiez-vous tous suivre généreusement le Christ chaque jour. Que Dieu vous bénisse !

[01237-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Our catechesis today deals with another great monastic figure of the Middle Ages, Saint Odo of Cluny. Attracted by the Benedictine ideal, Odo became a monk, and later the second abbot, of Cluny. At the beginning of the ninth century, Cluny was the center of an influential movement of Church reform, and Odo, by his example and teaching did much to further this spiritual renewal throughout Europe. His writings reveal how deeply he was influenced by the monastic virtues of contemplation, detachment from this world and longing for the world to come. Odo was particularly devoted to the Eucharist, emphasizing the real and substantial presence of Christ under the species of bread and wine. This conviction of faith led him to work for the reform of the clergy and to stress the need for a worthy reception of the Sacrament. An authentic spiritual guide for his troubled times, Odo blended the personal austerity of a great reformer with a constant and joyful contemplation of Christ’s infinite mercy.

I offer a warm welcome to the English-speaking visitors present at today’s Audience, including those from England, Scotland, Ireland, Nigeria and the United States. My particular greeting goes to the Servants of the Holy Spirit, as well as the young people from The Holy Study House of Prayer. Upon all of you I invoke God’s blessings of joy and peace!

[01238-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Der heilige Abt Odo von Cluny, über den ich heute sprechen möchte, zählt zu den großen Mönchsgestalten des Mittelalters. Um 880 geboren, verbrachte der junge Odo einige Jahre in Tours am Grab des heiligen Martin, unter dessen Schutz ihn sein Vater gestellt hatte. Angezogen vom benediktinischen Mönchsideal, trat Odo als Dreißigjähriger in die Abtei Baume ein. Im Jahre 927 wurde er der zweite Abt der Gründung in Cluny, die zu einem Zentrum des geistlichen Lebens werden sollte. Als dessen Leiter übte Odo großen Einfluß auf viele Benediktinerklöster in Europa aus, die sich seiner Reform anschlossen. Mehrere Male besuchte Odo Rom und die umliegenden Klöster. Hier erkrankte er auch und starb schließlich am 18. November 942 in Tours, der Stadt seines Schutzheiligen Martin. Odo war eine geistliche Führungsgestalt nicht nur für die Mönche, sondern auch für die Gläubigen seiner Zeit. Ein Anliegen war ihm unter anderem die würdige Feier der Eucharistie, in der das Heil der Welt geschenkt wird und Christus wirklich mit Leib und Blut gegenwärtig ist. Odo rief die Menschen zu einem Leben in Demut, in der Freiheit von den weltlichen Dingen und in der Liebe zu den ewigen Gütern auf. Dabei vertraute er auf die göttliche Barmherzigkeit, die auf unsere Umkehr wartet. So bezeichnete er Christus als „amator hominum", der die Menschen liebt und für sie ihre Lasten trägt, und nannte Maria vertrauensvoll „mater misericordiae", Mutter der Barmherzigkeit.

Gerne grüße ich die Pilger und Besucher aus Deutschland, Österreich und Luxemburg. Einen besonderen Gruß richte ich an die Teilnehmer am Fackellauf der Schönstatt-Mannes-Jugend. Das Beispiel des heiligen Abtes und Reformers Odo sporne uns an, uns ganz auf Gott auszurichten und auf dem Weg des christlichen Lebens froh voranzuschreiten. Der Herr behüte euch alle.

[01239-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

San Odón, nacido a finales del siglo nueve, fue el segundo abad de la famosa Abadía de Cluny. Desde allí ejerció un gran influjo en los monasterios de Europa, difundiendo la vida y la espiritualidad inspiradas en la Regla de San Benito. Entre sus virtudes destacan la paciencia, el desapego por las cosas terrenales, el celo por las almas, su empeño por la paz y la concordia, aspirando al cumplimiento de los mandamientos, la atención a los pobres, la corrección de los jóvenes y el respeto por los ancianos. Firmemente convencido de la presencia real de Cristo en la Eucaristía, tenía gran devoción por el Cuerpo y la Sangre del Señor, exhortando a una celebración cuidada del Sacramento. Sólo quien está unido espiritualmente a Cristo puede recibir dignamente su Cuerpo eucarístico. San Odón fue un verdadero guía también para los fieles de su tiempo. Proponía un cambio radical de vida, fundado en la humildad, la austeridad y el desprendimiento de las cosas efímeras para anhelar las eternas. Amaba contemplar la misericordia de Cristo, al que calificaba como "amante de los hombres", que ha muerto por nosotros. Bajo su austeridad de reformador, destacaba su profunda bondad, difundiendo en su entorno la alegría que lo inundaba.

Saludo cordialmente a los fieles de lengua española. En particular, a las hijas de María Auxiliadora, a las Siervas de María Ministras de los enfermos y a las Hermanas de la Caridad Dominicas de la presentación. Así como a los grupos provenientes de Viña del Mar, Chile; de Venezuela; de Terrassa, España; y del Movimiento de Schoenstatt en Argentina. Aliento a todos a aprovechar la visita a Roma para profundizar en la fe y en el gozo de pertenecer a la Iglesia. Muchas gracias.

[01240-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca 

Saluto in lingua ungherese 

Saluto in lingua slovacca 

Saluto in lingua croata 

Saluto in lingua italiana 

Saluto in lingua portoghese

Saúdo com amizade e gratidão todos os peregrinos de língua portuguesa, nomeadamente os grupos do Brasil. Viestes a Roma para fortalecer os vínculos de fé, esperança e amor que unem a todos os batizados na Igreja, que Jesus quis fundar sobre Pedro. Que as vossas vidas, iluminadas pela fé e perseverantes na esperança, possam sempre testemunhar o amor de Deus. Que as Suas bênçãos desçam abundantes sobre vós e vossas famílias.

[01241-06.01] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Serdecznie pozdrawiam pielgrzymów polskich. Wczoraj minęła siedemdziesiąta rocznica wybuchu II wojny światowej. W pamięci narodów pozostaje wspomnienie tragedii ludzkich losów i bezsens wojny. Prośmy Boga, by serca ludzi przenikał duch przebaczenia, pokoju i pojednania. Europie i światu potrzebna jest dzisiaj wspólnota ducha. Budujmy ją na Chrystusie i Jego Ewangelii, na fundamencie miłości i prawdy. Wam tu obecnym i wszystkim, którzy tworzą klimat pokoju, z serca błogosławię.

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Ieri abbiamo ricordato il 70° anniversario dell’inizio della II guerra mondiale. Nella memoria dei popoli rimangono le umane tragedie e l’assurdità della guerra. Chiediamo a Dio che lo spirito del perdono, della pace e della riconciliazione pervada i cuori degli uomini. L’Europa e il mondo di oggi hanno bisogno di uno spirito di comunione. Costruiamola su Cristo e sul suo Vangelo, sul fondamento della carità e della verità. A voi qui presenti e a tutti coloro che contribuiscono a creare il clima della pace, imparto di cuore la mia benedizione.]

[01242-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua ungherese

Most a magyar zarándokokat köszöntöm, Isten hozott Benneteket! Ez a római út erősítsen meg hitetekben. Szívesen adom rátok apostoli áldásomat. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Saluto cordialmente i fedeli di lingua ungherese. Questo pellegrinaggio a Roma vi conforti nella fede. Di cuore imparto a voi la Benedizione Apostolica! Sia lodato Gesù Cristo!]

[01243-AA.01] [Testo originale: Ungherese]

Saluto in lingua slovacca

Zo srdca pozdravujem pútnikov zo Slovenska, osobitne z Bratislavy a Nitry. Bratia a sestry, milí mladí, v týchto dňoch sa začína nový školský rok. Vyprosujme si od Ducha Svätého jeho vzácne dary, predovšetkým pravú múdrosť. S týmto želaním vás žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Cordialmente saluto i pellegrini provenienti dalla Slovacchia, particolarmente quelli da Bratislava e Nitra. Fratelli e sorelle, cari giovani, in questi giorni inizia il nuovo anno scolastico. Imploriamo dallo Spirito Santo i suoi preziosi doni, specialmente la vera sapienza. Con questo desiderio vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01244-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua croata

Srdačnu dobrodošlicu upućujem dragim hrvatskim hodočasnicima, a posebno vjernicima iz župe Svetoga Florijana iz Pribislavca, hodočasnicima iz Rijeke i Poreča te nastavnicima i učenicima Nadbiskupijske klasične gimnazije iz Zagreba kao i Franjevačke gimnazije iz Sinja. Baština i apostolski primjer svetih Petra i Pavla neka budu temelj i poticaj vašega kršćanskog svjedočenja i življenja. Hvaljen Isus i Marija!

[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini croati, particolarmente ai fedeli della parrocchia di San Florian di Pribislavac, ai pellegrini di Rijeka e di Porec ed ai professori e studenti di Liceo Classico Arcivescovile di Zagreb come pure di Liceo Classico Francescano di Sinj. L’eredità e l’esempio apostolico dei santi Pietro e Paolo siano il fondamento e lo stimolo della vostra vita e testimonianza cristiana. Siano lodati Gesù e Maria!]

[01245-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i partecipanti al Simposio Intercristiano promosso dalla Pontificia Università Antonianum e dall’Università Aristoteles di Tessalonica ed auspico che la riflessione comune tra cattolici e ortodossi sulla figura di Sant’Agostino possa rafforzare il cammino verso la piena comunione. Saluto i fedeli dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, qui convenuti così numerosi con il loro Pastore Mons. Gerardo Pierro, in occasione del decimo anniversario di inaugurazione del Seminario "Giovanni Paolo II". Saluto i fedeli di Nuoro, accompagnati dal loro Vescovo Mons. Pietro Meloni, come pure i fedeli della parrocchia San Vito Martire di Gioia del Colle. Su tutti voi invoco la continua assistenza del Signore, perché possiate rendere ovunque una convinta e generosa testimonianza cristiana.

Rivolgo infine un affettuoso saluto ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Invito voi, giovani, ad accogliere e vivere la Parola del Signore con il coraggio e la fantasia che contraddistinguono la vostra età. Incoraggio voi, cari malati, a conservare nel cuore gli insegnamenti evangelici per trarne forza, serenità e sostegno nella prova della sofferenza. Auguro a voi, sposi novelli, di intraprendere con generosa fedeltà l'itinerario suggerito dal Figlio di Dio, affinché la vostra nuova famiglia sia edificata sulla salda roccia della sua Parola.

[01246-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0531-XX.01]