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L’Udienza Generale, 01.09.2021


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

Appello del Santo Padre

 

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sulla Lettera ai Galati dell’Apostolo Paolo, ha incentrato la sua meditazione sul tema: “Stolti Galati” (cfr Lettura: Gal 3,1-3). Quindi ha rivolto un appello in occasione della Giornata Mondiale di preghiera per la cura del creato, che si celebra oggi.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Fratelli e sorelle, buongiorno!

Continueremo la spiegazione della Lettera di San Paolo ai Galati. Questa non è una cosa nuova, questa spiegazione, una cosa mia: questo che stiamo studiando è quello che dice San Paolo in un conflitto molto serio con i Galati. Ed è anche Parola di Dio, perché è entrata nella Bibbia. Non sono cose che qualcuno si inventa: no. E’ cosa che è successa in quel tempo e che può ripetersi. E di fatto abbiamo visto che nella Storia si è ripetuto, questo. Questa semplicemente è una catechesi sulla Parola di Dio espressa nella Lettera di Paolo ai Galati: non è un’altra cosa. Bisogna tenere sempre presente questo. E nelle catechesi precedenti abbiamo visto come l’apostolo Paolo mostra ai primi cristiani della Galazia quanto sia pericoloso lasciare la strada che hanno iniziato a percorrere accogliendo il Vangelo. Il rischio infatti è quello di cadere nel formalismo, che è una delle tentazioni che ci porta all’ipocrisia, della quale abbiamo parlato l’altra volta. Cadere nel formalismo e rinnegare la nuova dignità che essi hanno ricevuto: la dignità di redenti da Cristo. Il brano che abbiamo appena ascoltato dà inizio alla seconda parte della Lettera. Fino a qui, Paolo ha parlato della sua vita e della sua vocazione: di come la grazia di Dio ha trasformato la sua esistenza, mettendola completamente a servizio dell’evangelizzazione. A questo punto, interpella direttamente i Galati: li pone davanti alle scelte che hanno compiuto e alla loro condizione attuale, che potrebbe vanificare l’esperienza di grazia vissuta.

E i termini con cui l’Apostolo si rivolge ai Galati non sono certo di cortesia: l’abbiamo sentito. Nelle altre Lettere è facile trovare l’espressione “fratelli” oppure “carissimi”, qui no. Perché è arrabbiato. Dice in modo generico “Galati” e per ben due volte li chiama “stolti”, che non è un termine di cortesia. Stolti, insensati e tante cose può dire … Lo fa non perché non siano intelligenti, ma perché, quasi senza accorgersene, rischiano di perdere la fede in Cristo che hanno accolto con tanto entusiasmo. Sono stolti perché non si rendono conto che il pericolo è quello di perdere il tesoro prezioso, la bellezza della novità di Cristo. La meraviglia e la tristezza dell’Apostolo sono evidenti. Non senza amarezza, egli provoca quei cristiani a ricordare il primo annuncio da lui compiuto, con il quale ha offerto loro la possibilità di acquisire una libertà fino a quel momento insperata.

L’Apostolo rivolge ai Galati delle domande, nell’intento di scuotere le loro coscienze: per questo è così forte. Si tratta di interrogativi retorici, perché i Galati sanno benissimo che la loro venuta alla fede in Cristo è frutto della grazia ricevuta con la predicazione del Vangelo. Li porta all’inizio della vocazione cristiana. La parola che avevano ascoltato da Paolo si concentrava sull’amore di Dio, manifestatosi pienamente nella morte e risurrezione di Gesù. Paolo non poteva trovare espressione più convincente di quella che probabilmente aveva ripetuto loro più volte nella sua predicazione: «Non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). Paolo non voleva sapere altro che Cristo crocifisso (cfr 1 Cor 2,2). I Galati devono guardare a questo evento, senza lasciarsi distogliere da altri annunci. Insomma, l’intento di Paolo è di mettere alle strette i cristiani perché si rendano conto della posta in gioco e non si lascino incantare dalla voce delle sirene che vogliono portarli a una religiosità basata unicamente sull’osservanza scrupolosa di precetti. Perché loro, questi predicatori nuovi che sono arrivati lì in Galazia, li hanno convinti che dovevano andare indietro e prendere anche i precetti che si osservavano e che portavano alla perfezione prima della venuta di Cristo, che è la gratuità della salvezza.

I Galati, d’altronde, comprendevano molto bene ciò a cui l’Apostolo faceva riferimento. Avevano fatto certamente esperienza dell’azione dello Spirito Santo nelle comunità: come nelle altre Chiese, così anche tra loro si erano manifestati la carità e vari altri carismi. Messi alle strette, devono per forza rispondere che quanto hanno vissuto era frutto della novità dello Spirito. All’inizio del loro venire alla fede, pertanto, c’era l’iniziativa di Dio, non degli uomini. Lo Spirito Santo era stato il protagonista della loro esperienza; metterlo ora in secondo piano per dare il primato alle proprie opere – cioè al compimento dei precetti della Legge – sarebbe stato da insensati. La santità viene dallo Spirito Santo e che è la gratuità della redenzione di Gesù: questo ci giustifica.

In questo modo, San Paolo invita anche noi a riflettere: come viviamo la fede? L’amore di Cristo crocifisso e risorto rimane al centro della nostra vita quotidiana come fonte di salvezza, oppure ci accontentiamo di qualche formalità religiosa per metterci la coscienza a posto? Come viviamo la fede, noi? Siamo attaccati al tesoro prezioso, alla bellezza della novità di Cristo, oppure gli preferiamo qualcosa che al momento ci attira ma poi ci lascia il vuoto dentro? L’effimero bussa spesso alla porta delle nostre giornate, ma è una triste illusione, che ci fa cadere nella superficialità e impedisce di discernere su cosa valga veramente la pena vivere. Fratelli e sorelle, manteniamo comunque ferma la certezza che, anche quando siamo tentati di allontanarci, Dio continua ancora a elargire i suoi doni. Sempre nella storia, anche oggi, succedono cose che assomigliano a quello che è successo ai Galati. Anche oggi alcuni ci vengono a riscaldare le orecchie dicendo: “No, la santità è in questi precetti, in queste cose, dovete fare questo e questo”, e ci propongono una religiosità rigida, la rigidità che ci toglie quella libertà nello Spirito che ci dà la redenzione di Cristo. State attenti davanti alle rigidità che vi propongono: state attenti. Perché dietro ogni rigidità c’è qualche cosa brutta, non c’è lo Spirito di Dio. E per questo, questa Lettera ci aiuterà a non ascoltare queste proposte un po’ fondamentaliste che ci portano indietro nella nostra vita spirituale, e ci aiuterà ad andare avanti nella vocazione pasquale di Gesù. È quanto l’Apostolo ribadisce ai Galati ricordando che il Padre «dona con abbondanza lo Spirito e opera miracoli in mezzo a voi» (3,5). Parla al presente, non dice “il Padre ha donato lo Spirito con abbondanza”, capitolo 3, versetto 5, no: dice “dona”; non dice “ha operato”, no: “opera”. Perché, nonostante tutte le difficoltà che noi possiamo porre alla sua azione, anche nonostante i nostri peccati, Dio non ci abbandona ma rimane con noi col suo amore misericordioso. Dio sempre è vicino a noi con la sua bontà. È come quel padre che tutti i giorni saliva sul terrazzo per vedere se tornava il figlio: l’amore del Padre non si stanca di noi. Domandiamo la saggezza di accorgerci sempre di questa realtà e di mandare via i fondamentalisti che ci propongono una vita di ascesi artificiale, lontana dalla resurrezione di Cristo. L’ascesi è necessaria, ma l’ascesi saggia, non artificiale.

[01141-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Frères et sœurs, l’Apôtre Paul exprime son étonnement et sa tristesse devant le comportement des Galates. Ces derniers risquent de tomber dans le formalisme et de renier la dignité nouvelle qu’ils ont acquise dans le Christ. Avec amertume, il leur rappelle la première annonce reçue. La foi au Christ est le fruit de la grâce reçue par la prédication de l’Evangile. La catéchèse qu’ils ont reçue de Paul était centrée sur l’amour de Dieu manifesté pleinement dans la mort et la résurrection de Jésus. Pour l’Apôtre, seul le Christ crucifié compte. La naissance de la foi est l’initiative de Dieu, et non pas des hommes. L’Esprit Saint est le protagoniste de l’expérience vécue. Saint Paul nous invite donc à réfléchir sur la manière de vivre la foi dans notre vie quotidienne. L’amour du Christ crucifié et ressuscité doit être au centre de notre vie quotidienne comme source de salut.

Santo Padre:

Sono lieto di salutare i pellegrini di lingua francese! Il mese di settembre segna l’inizio dell’anno scolastico e accademico di tanti studenti e inseganti, così come la ripresa del lavoro per molti dopo un periodo di vacanza. Invoco su ciascuno di voi lo Spirito di Sapienza affinché, in mezzo alle vostre fatiche et difficoltà, l’amore misericordioso di Dio vi accompagni sempre.

A tutti, la mia benedizione!

Speaker:

Je suis heureux de saluer les pèlerins de langue française! Le mois de septembre marque le début de l’année scolaire et académique de nombreux étudiant et enseignants, ainsi que la reprise de travail pour beaucoup après un temps de vacances. J’invoque sur chacun de vous l’Esprit de Sagesse afin qu’au milieu de vos efforts et de vos difficultés, l’amour miséricordieux de Dieu vous accompagne toujours.

A tous, ma bénédiction!

[01142-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear brothers and sisters, in our continuing catechesis on Saint Paul’s Letter to the Galatians, we have seen how the Apostle insists on the newness of life in Christ, which sets Christians free from a religiosity based solely on the scrupulous observance of precepts. Paul reminds the Galatians of the saving grace they received through faith in the Gospel message of Christ’s death and resurrection, and their experience of the outpouring of the Holy Spirit in their midst. Paul likewise points to his personal experience of the grace and freedom brought by faith in the crucified Jesus: “It is no longer I who live, but it is Christ who lives in me; and the life I now live…, I live by faith in the Son of God, who loved me and gave himself for me” (Gal 2:20). In addressing the Galatians, the Apostle also speaks to us; he invites each of us to rejoice in the righteousness we have received through faith in Christ and to bear convincing witness to God’s merciful love in the way we live our daily lives.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i fedeli di lingua inglese. Su voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace di Cristo. Dio vi benedica!

Speaker:

I cordially greet the English-speaking faithful. Upon you and your families, I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ. God bless you!

[01143-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, in der heutigen Katechese betrachten wir, wie Paulus in seinem Brief an die Galater seine Zuhörer mit Entwicklungen in ihrer Gemeinde konfrontiert, die sie der Gefahr aussetzen, sich von der empfangenen Gnade zu entfernen. Im Gegensatz zu anderen Briefen spricht Paulus die Adressaten nicht als geliebte Brüder an, ja er bezeichnet sie sogar zweimal als unverständig, nicht wegen eines Mangels an Intelligenz, sondern weil sie Gefahr laufen, die Schönheit der Neuheit des Evangeliums zu verkennen. Paulus zeigt seine Verwunderung darüber, dass sie nicht in der Lage sind, das Leben in Christus von der bloßen äußeren Befolgung von Vorschriften zu unterscheiden. Demgegenüber ruft Paulus den Galatern das Wirken des Geistes in Erinnerung, das sie selbst in der Liebe und verschiedenen Charismen erlebt haben. Der Aufruf des Paulus, in Treue zum gekreuzigten und auferstanden Herrn zu leben, gilt auch uns. Lassen wir uns nicht von oberflächlichen Einflüssen ablenken und bleiben wir stets fest verankert im Glauben an den menschgewordenen Herrn, der uns erlöst hat.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto ai fedeli di lingua tedesca. Viviamo la nostra fede nell’amore di Cristo crocifisso e risorto, perché solo in lui troviamo il cammino della vita vera che ci conduce alla piena felicità. Lo Spirito Santo ci dia sempre la forza per ogni opera buona.

Speaker:

Einen herzlichen Gruß richte ich an die Gläubigen deutscher Sprache. Leben wir unseren Glauben in der Liebe zum gekreuzigten und auferstandenen Herrn, denn nur in ihm finden wir den Weg des wahren Lebens, der uns zum vollkommenen Glück führt. Der Heilige Geist möge uns allezeit die Kraft für jedes gute Werk geben.

[01144-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

En la Carta de san Pablo a los gálatas, que hoy seguimos profundizando, el Apóstol, sin medias tintas y llamándolos “ignorantes”, hace ver a los cristianos de esa comunidad un error que tendrá para ellos graves consecuencias. Les pregunta en qué o en quién quieren poner su confianza: ¿En Jesucristo, que por ellos fue crucificado, resucitó y actúa en la comunidad a través del Espíritu Santo, o en una serie de meros preceptos y tradiciones? Es una pregunta pertinente que nos afecta a todos, ¿el centro de nuestra existencia es realmente Jesús, es su persona, su mensaje?

San Pablo alecciona a los gálatas —y también a nosotros— recordándoles sus inicios en la fe, cómo encontraron y adhirieron a Jesús gracias a su predicación y cómo, fruto de esa fe, el Espíritu había suscitado en la comunidad la caridad y los carismas. ¿Podía ser todo ello fruto del cumplimiento de ciertos preceptos? No. ¿No era Dios el que lo hacía posible? ¿Por qué entonces ellos habían caído en el engaño del formalismo?

Saludo cordialmente a los fieles de lengua española. Veo que hay unos uruguayos allí. Los animo a dejarse trasformar por la gracia que han recibido de Cristo y a responder de forma adulta a la llamada de Jesús, que los envía al mundo como testigos misioneros, para la obra de la evangelización. Que Dios los bendiga. Muchas gracias.

[01145-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Nas catequeses anteriores vimos como São Paulo alerta aos cristãos da Galácia sobre os perigos de cair no formalismo do mero cumprimento de algumas prescrições. No texto que acabamos de ouvir, o Apóstolo recorda-lhes a graça recebida de terem abraçado a fé a partir da pregação do Evangelho e o risco que correm de perder este tesouro. No início do seu caminho para abraçar a fé, os gálatas ouviram o anúncio de Paulo que se concentrava no amor de Deus, manifestado plenamente na morte e ressurreição de Cristo, e experimentaram a ação do Espírito Santo que suscitava a prática da caridade e os vários carismas na comunidade. Por isso os chama de estultos por quererem retroceder à uma religiosidade fundada unicamente sobre a observância escrupulosa de preceitos, quando já haviam experimentado os frutos da ação do Espírito Santo. Assim, o Apóstolo convida-nos também a refletir sobre o modo como vivemos a fé: o amor de Cristo crucificado e ressuscitado permanece no centro de nossa vida como fonte de salvação ou nos contentamos com um formalismo religioso para uma aparente tranquilidade de consciência?

Santo Padre:

Cari fratelli e sorelle di lingua portoghese: ricordiamoci che, nonostante i nostri peccati, Dio non ci abbandona mai, versando abbondantemente su di noi il suo amore misericordioso. Vi saluto cordialmente, implorando su tutti voi la benedizione di Dio!

Speaker:

Queridos irmãos e irmãs de língua portuguesa: recordemo-nos que, apesar dos nossos pecados, Deus jamais nos abandona, derramando abundantemente sobre nós o seu amor misericordioso. Saúdo-vos cordialmente, implorando sobre todos vós a bênção de Deus!

[01146-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تَكَلَّمَ قَداسَةُ البابا اليوم في إطارِ تَعْلِيمِهِ في الرِّسالَةِ إلى أهْلِ غلاطية على "غباء أهل غلاطية" وقال: واجه بولس الرسول أهل غلاطية واصفًا إيّاهم بالأغبياء، لأنّهم من دون أن يدركوا، كانوا قد خاطروا بأن يفقدوا الإيمان بالمسيح الذي قبلوه بحماس كبير. وكذلك لم يدركوا أنّ الخطر هو في فقدان الكنز الثّمين، أي جمال ما هو جديد في المسيح. لذلك وجّه إليهم بعض الأسئلة بهدف زعزعة ضمائرهم. كان هدف بولس هو وضعهم في مأزق، حتّى يدركوا المخاطر ولا يُفتنوا بأقوال الذين يقودوهم إلى تديّن قائم فقط على التقيّد الصّارم بالتّعاليم. فَهِمَ أهل غلاطية جيّدًا ما كان يشير إليه الرّسول لأنّهم كانوا قد اختبروا عمل الرّوح القدس فيهم وفي باقي الجماعات، الرّوح القدس الذي يمنح المواهب ويُجري المعجزات.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. Alla luce dell’insegnamento di San Paolo, siamo invitati a riflettere anche noi su come viviamo la fede. L’amore di Cristo crocifisso e risorto rimane al centro della nostra vita come fonte di salvezza, oppure siamo distolti verso contenuti privi di consistenza? Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

Speaker:

أُحيّي المؤمنِين الناطقين باللغة العربيّة. على ضوء تعاليم القدّيس بولس، نحن أيضًا مدعوّون إلى التّفكير في كيف نعيش الإيمان: هل تبقى محبّة المسيح المصلوب والقائم من بين الأموات في قلب حياتنا مصدرًا للخلاص، أم إنّنا منشغلون بأشياء لا قرار لها؟ بارككم الرَبّ جميعًا وحماكم دائمًا من كلّ شرّ!

[01147-AR.02] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

W poprzednich katechezach zauważyliśmy, że apostoł Paweł przestrzegał pierwszych chrześcijan w Galacji, jak niebezpieczne jest zejście z drogi Ewangelii. Apostoł dwukrotnie nazywa nawet Galatów „nierozumnymi” dlatego, że ulegają formalizmowi, a tym samym grozi im utrata wiary w Chrystusa, którą przyjęli z takim entuzjazmem.

Apostoł kieruje do Galatów pytania, którymi prowokuje ich, aby na nowo uświadomili sobie, że ich dojście do wiary w Chrystusa jest owocem łaski otrzymanej przez głoszenie Ewangelii o miłości Boga, która w pełni objawiła się w śmierci i zmartwychwstaniu Jezusa. Przypomina Galatom, że to, czego doświadczyli, było owocem Ducha. Zatem niemądre byłoby cofanie się od doświadczenia Ducha do religijności opartej wyłącznie na skrupulatnym zachowywaniu przykazań.

W ten sposób św. Paweł zaprasza nas również do refleksji nad tym, jak przeżywamy wiarę: czy miłość Chrystusa ukrzyżowanego i zmartwychwstałego pozostaje w centrum naszego codziennego życia jako źródło zbawienia, czy też zadowalamy się jakimś religijnym formalizmem dla spokoju sumienia? Czy jesteśmy przywiązani do najcenniejszego skarbu, jakim jest piękno Chrystusowej dobrej nowiny, czy wolimy treści, które są pozbawione wartości, popadamy w powierzchowność i nie potrafimy rozpoznać, dla czego naprawdę warto żyć? Jednak nawet wtedy, gdy jesteśmy kuszeni, by się odwrócić, Bóg nadal obdarza nas swoimi darami. To właśnie przypomina Apostoł Galatom i nam, gdy pisze: Ojciec „udziela wam Ducha i działa cuda wśród was” (3, 5). Bóg nas nie opuszcza, ale pozostaje z nami w swojej miłosiernej miłości. Prośmy o mądrość, abyśmy zawsze dostrzegali tę rzeczywistość.

Santo Padre:

Do il mio cordiale benvenuto ai pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, saluto voi, le vostre famiglie e comunità. Lo Spirito Santo colmi i vostri cuori della fede, della speranza e dell’amore, affinché nella quotidianità siate sempre testimoni di Cristo Signore, attraverso l’assidua preghiera, la vita sacramentale e le opere di misericordia. Vi benedico di cuore.

Speaker:

Serdecznie witam polskich pielgrzymów. Drodzy bracia i siostry, pozdrawiam was, wasze rodziny i wspólnoty. Niech Duch Święty napełnia wasze serca wiarą, nadzieją i miłością, abyście w codzienności byli zawsze świadkami Chrystusa Pana, przez wytrwałą modlitwę, życie sakramentalne i dzieła miłosierdzia. Z serca wam błogosławię.

[01148-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto i fedeli di Cuneo e di Fossano, qui convenuti con il loro Vescovo Mons. Piero Delbosco in occasione del Sinodo diocesano: auspico che questo evento possa rappresentare un rinnovato cammino spirituale, nel segno della comunione e della corresponsabilità. Saluto le Missionarie Francescane del Verbo incarnato, riunite nel Capitolo generale, e le incoraggio a proseguire con gioia nella sequela di Cristo.

Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, agli ammalati, ai giovani e agli sposi novelli, invocando su ciascuno l’effusione della grazia di Dio. Questo dono ineffabile del Signore è forza redentrice che conforta e sostiene nel cammino della vita.

A tutti la mia Benedizione.

[01149-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Appello del Santo Padre

Oggi celebriamo la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, e l’inizio del Tempo del creato, che si concluderà il 4 ottobre, festa di San Francesco di Assisi. Quest’anno il tema è: “Una casa per tutti? Rinnovare l’Oikos di Dio”. Con il Patriarca Ecumenico Bartolomeo e l’Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, abbiamo preparato un Messaggio che uscirà nei prossimi giorni. Insieme con i fratelli e le sorelle di diverse confessioni cristiane, preghiamo e operiamo per la nostra casa comune, in questi tempi di grave crisi planetaria.

[01150-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0528-XX.02]