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L’Udienza Generale, 12.01.2022


 

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi su San Giuseppe, ha incentrato la sua riflessione sul tema:San Giuseppe il falegname(Lettura:Mt 13,54-55.57).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto delPater Nostere la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Gli evangelisti Matteo e Marco definiscono Giuseppe “falegname” o “carpentiere”. Abbiamo ascoltato poco fa che la gente di Nazaret, sentendo Gesù parlare, si chiedeva: «Non è costui il figlio del falegname?» (13,55; cfr Mc 6,3). Gesù praticò il mestiere del padre.

Il termine greco tekton, usato per indicare il lavoro di Giuseppe, è stato tradotto in vari modi. I Padri latini della Chiesa lo hanno reso con “falegname”. Ma teniamo presente che nella Palestina dei tempi di Gesù il legno serviva, oltre che a fabbricare aratri e mobili vari, anche a costruire case, che avevano serramenti di legno e tetti a terrazza fatti di travi connesse tra loro con rami e terra.

Pertanto, “falegname” o “carpentiere” era una qualifica generica, che indicava sia gli artigiani del legno sia gli operai impegnati in attività legate all’edilizia. Un mestiere piuttosto duro, dovendo lavorare materiale pesante, come il legno, la pietra e il ferro. Dal punto di vista economico non assicurava grandi guadagni, come si deduce dal fatto che Maria e Giuseppe, quando presentarono Gesù nel Tempio, offrirono solo una coppia di tortore o di colombi(cfr Lc 2,24), come prescriveva la Legge per i poveri (cfr Lv 12,8).

Dunque, Gesù adolescente ha imparato dal padre questo mestiere. Perciò, quando da adulto cominciò a predicare, i suoi compaesani stupiti si chiedevano: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi?» (Mt 13,54), ed erano scandalizzati di lui (cfr v. 57), perché era il figlio del falegname ma parlava come un dottore della legge, e si scandalizzavano di questo.

Questo dato biografico di Giuseppe e di Gesù mi fa pensare a tutti i lavoratori del mondo, in modo particolare a quelli che fanno lavori usuranti nelle miniere e in certe fabbriche; a coloro che sono sfruttati con il lavoro in nero; alle vittime del lavoro - abbiamo visto che in Italia ultimamente ce ne sono state parecchie -; ai bambini che sono costretti a lavorare e a quelli che frugano nelle discariche per cercare qualcosa di utile da barattare... Mi permetto di ripetere questo che ho detto: i lavoratori nascosti, i lavoratori che fanno lavori usuranti nelle miniere e in certe fabbriche: pensiamo a loro. A coloro che sono sfruttati con il lavoro in nero, a coloro che danno lo stipendio di contrabbando, di nascosto, senza la pensione, senza niente. E se non lavori, tu, non hai alcuna sicurezza. Il lavoro in nero oggi c’è, e tanto. Pensiamo alle vittime del lavoro, degli incidenti sul lavoro; ai bambini che sono costretti a lavorare: questo è terribile! I bambini nell’età del gioco devono giocare, invece sono costretti a lavorare come persone adulte. Pensiamo a quei bambini, poveretti, che frugano nelle discariche per cercare qualcosa di utile da barattare. Tutti questi sono fratelli e sorelle nostri, che si guadagnano la vita così, con lavori che non riconoscono la loro dignità! Pensiamo a questo. E questo succede oggi, nel mondo, questo oggi succede! Ma penso anche a chi è senza lavoro: quanta gente va a bussare alle porte delle fabbriche, delle imprese: “Ma, c’è qualcosa da fare?” – “No, non c’è, non c’è …”. La mancanza di lavoro! E penso anche a quanti si sentono feriti nella loro dignità perché non trovano questo lavoro. Tornano a casa: “Hai trovato qualcosa?” – “No, niente … sono passato dalla Caritas e porto il pane”. Quello che ti dà dignità non è portare il pane a casa. Tu puoi prenderlo dalla Caritas: no, questo non ti dà dignità. Quello che ti dà dignità è guadagnare il pane, e se noi non diamo alla nostra gente, ai nostri uomini e alle nostre donne, la capacità di guadagnare il pane, questa è un’ingiustizia sociale in quel posto, in quella nazione, in quel continente. I governanti devono dare a tutti la possibilità di guadagnare il pane, perché questo guadagno dà loro la dignità. Il lavoro è un’unzione di dignità, e questo è importante. Molti giovani, molti padri e molte madri vivono il dramma di non avere un lavoro che permetta loro di vivere serenamente, vivono alla giornata. E tante volte la ricerca di esso diventa così drammatica da portarli fino al punto di perdere ogni speranza e desiderio di vita. In questi tempi di pandemia tante persone hanno perso il lavoro – lo sappiamo – e alcuni, schiacciati da un peso insopportabile, sono arrivati al punto di togliersi la vita. Vorrei oggi ricordare ognuno di loro e le loro famiglie. Facciamo un istante di silenzio ricordando quegli uomini, quelle donne disperati perché non trovano lavoro.

Non si tiene abbastanza conto del fatto che il lavoro è una componente essenziale nella vita umana, e anche nel cammino di santificazione. Lavorare non solo serve per procurarsi il giusto sostentamento: è anche un luogo in cui esprimiamo noi stessi, ci sentiamo utili, e impariamo la grande lezione della concretezza, che aiuta la vita spirituale a non diventare spiritualismo. Purtroppo però il lavoro è spesso ostaggio dell’ingiustizia sociale e, più che essere un mezzo di umanizzazione, diventa una periferia esistenziale. Tante volte mi domando: con che spirito noi facciamo il nostro lavoro quotidiano? Come affrontiamo la fatica? Vediamo la nostra attività legata solo al nostro destino oppure anche al destino degli altri? Infatti, il lavoro è un modo di esprimere la nostra personalità, che è per sua natura relazionale. Il lavoro è anche un modo per esprimere la nostra creatività: ognuno fa il lavoro a suo modo, con il proprio stile; lo stesso lavoro ma con stile diverso.

È bello pensare che Gesù stesso abbia lavorato e che abbia appreso quest’arte proprio da San Giuseppe. Dobbiamo oggi domandarci che cosa possiamo fare per recuperare il valore del lavoro; e quale contributo, come Chiesa, possiamo dare affinché esso sia riscattato dalla logica del mero profitto e possa essere vissuto come diritto e dovere fondamentale della persona, che esprime e incrementa la sua dignità.

Cari fratelli e sorelle, per tutto questo oggi desidero recitare con voi la preghiera che San Paolo VI elevò a San Giuseppe il 1° maggio del 1969:

O San Giuseppe,

Patrono della Chiesa,

tu che, accanto al Verbo incarnato,

lavorasti ogni giorno per guadagnare il pane,

traendo da Lui la forza di vivere e di faticare;

tu che hai provato l’ansia del domani,

l’amarezza della povertà, la precarietà del lavoro:

tu che irradii oggi, l’esempio della tua figura,

umile davanti agli uomini

ma grandissima davanti a Dio,

proteggi i lavoratori nella loro dura esistenza quotidiana,

difendendoli dallo scoraggiamento,

dalla rivolta negatrice,

come dalle tentazioni dell’edonismo;

e custodisci la pace nel mondo,

quella pace che sola può garantire lo sviluppo dei popoli. Amen.

[00046-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Frères et sœurs, les évangélistes Matthieu et Marc définissent Joseph comme menuisier ou charpentier. Jésus adolescent a appris de son père cette dure profession qui n’assurait pas de grands revenus. Ce donné biographique de Joseph et de Jésus fait penser à tous ceux qui exercent un métier, en particulier à ceux qui le font dans des conditions difficiles, aux victimes du travail et aux enfants qui y sont contraints. En ce temps de pandémie, une pensée va à toutes ces nombreuses personnes qui ont perdu leur emploi et qui, écrasées par un poids insupportable, n’ont plus d’espérance ni le désir de vivre. Le travail est une composante essentielle dans la vie humaine et sur le chemin de sanctification. C’est aussi un lieu où nous nous exprimons, où nous nous sentons utiles et où nous apprenons la grande leçon du concret. Malheureusement, au lieu d’être un moyen d’humanisation, le travail est souvent otage de l’injustice sociale et devient une périphérie existentielle. Demandons-nous comment il est possible de récupérer la valeur du travail. Quelle contribution, comme Eglise, pouvons-nous donner pour qu’il soit vécu comme un droit et un devoir fondamentaux de la personne qui exprime et augmente sa dignité?

Santo Padre:

Sono lieto di salutare i pellegrini dei Paesi francofoni, in particolare i giovani della Diocesi di Tarbes insieme a Mons. Emmanuel Gobilliard, Vescovo Ausiliare di Lione. Per intercessione di San Giuseppe, possano i giovani, i padri e le madri disoccupati e che vivono nella precarietà e nell’angoscia per le loro famiglie, trovare lavoro per condurre una vita dignitosa e serena.

A tutti di voi, la mia Benedizione!

Santo Padre:

Je suis heureux de saluer les pèlerins des pays francophones, particulièrement les jeunes du Diocèse de Tarbes accompagnés de Mgr Emmanuel Gobilliard, Evêque Auxiliaire de Lyon. Que par l’intercession de saint Joseph, les jeunes, les pères et les mères qui sont au chômage et qui vivent dans la précarité et l’angoisse pour leurs familles, aient du travail afin de mener une vie digne et sereine.

A vous tous, ma Bénédiction!

[00047-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters: In our continuing catechesis on Saint Joseph, we now consider Joseph’s life as a worker. The Gospels tell us that Joseph was employed as a carpenter of modest means, engaged in physically demanding work. Jesus himself would have learned much about the dignity of labour from Saint Joseph. Work is in fact essential for our human development and for our growth in holiness. Indeed, work is not simply a matter of material benefit or mere profit, but a means of giving sense, worth and shape to our lives, and teaching us to spend ourselves generously for others. Today, we can think of all those workers in our world who struggle to make a living or raise a family, and who often encounter injustice, exploitation and the threat of unemployment. Let us pray, through the intercession of Saint Joseph the Worker, for the protection of the fundamental rights of all workers, for an increased awareness of the worth of human labour, and for an economic order that will promote the dignity and prosperity of all peoples.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza odierna, specialmente quelli provenienti dagli Stati Uniti d’America. Su tutti voi, e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace del Signore. Dio vi benedica!

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those from the United States of America. Upon all of you, and your families, I invoke the Lord’s blessings of joy and peace. God bless you!

[00048-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, im Rahmen unserer Katechesenreihe über den heiligen Josef richten wir heute unseren Blick auf die Tätigkeit, die der Pflegevater Jesu ausgeübt hat. Das Matthäusevangelium spricht von Jesus als dem „Sohn des Zimmermanns“, das Markusevangelium nennt Jesus selbst einen Zimmermann (vgl. Mt 13,55; Mk 6,3). Offenbar übte der Herr den Beruf seines Vaters aus. In der Antike war dies eine harte Tätigkeit; der Ausdruck tekton, den das Evangelium braucht, bedeutet so viel wie „Bauarbeiter“. Josef verdiente nicht viel Geld; denn er konnte sich bei der rituellen Darbringung seines Sohnes im Tempel nur das Opfer des kleinen Mannes, zwei Tauben, leisten (vgl. Lk 2,24). Jesus, der verheißene Erlöser, ist also in einer armen und mühevollen Arbeitswelt aufgewachsen. Das zeigt uns, dass unsere Arbeit, so bescheiden sie sein mag, die Gegenwart des Erlösers vermitteln kann. Das Beispiel des Josef macht deutlich, wie wichtig der Wert der Arbeit ist. Es geht nicht nur darum, Geld zu verdienen, sondern wir reifen durch die Arbeit und sind in der Lage, unsere Beziehungen zu vertiefen. Als Christen setzen wir uns daher ein, dass möglichst alle eine Arbeit haben und die soziale Ungerechtigkeit verringert wird. Die Arbeit ist ein Mittel, um die Menschheit humaner zu machen.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua tedesca. Condividiamo con i deboli le nostre attività. È di grande importanza per loro ed è un significativo sostegno anche per noi. Il Dio misericordioso benedica voi e le vostre famiglie.

Speaker:

Einen herzlichen Gruß richte ich an die Pilger deutscher Sprache. Lassen wir die Schwachen an unseren Aktivitäten teilhaben. Das ist wichtig für sie; es ist aber auch für uns von Bedeutung. Der barmherzige Gott segne Euch und Eure Familien.

[00049-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Hoy reflexionamos en nuestra catequesis sobre el trabajo de san José, que era “artesano”, un obrero de la madera que podría ocuparse tanto de la fabricación de utensilios y muebles como de la construcción de las casas. Un trabajo duro y poco retribuido, que Jesús aprendió de su padre.

Esta condición de obrero pobre provoca escándalo entre los coetáneos de Jesús, que no aceptan su enseñanza y no se explican las obras extraordinarias que realiza. También hoy existen muchas personas que sufren a causa del trabajo, personas explotadas o que no encuentran un trabajo digno. Hoy quiero rezar por todas ellas y por sus familias. Debemos recuperar el sentido del trabajo, como elemento esencial que dignifica al hombre y coopera a su santificación. Trabajar, como lo hicieron José y Jesús, más allá de darnos la posibilidad de ganarnos la vida y de sostener a nuestras familias, nos permite realizarnos concretamente, sentirnos útiles y colaborar en un proyecto que a fin de cuentas es el proyecto de Dios.

Saludo cordialmente a los fieles de lengua española. Los animo a reflexionar sobre el sentido que damos al propio trabajo, a verlo como un servicio, como un modo de ayudar a los demás con nuestro esfuerzo. Que el Señor los bendiga y bendiga todas sus tareas, de modo que sean siempre para la mayor gloria de Dios. Muchas gracias.

[00050-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

No Evangelho, São José é apresentado como «o carpinteiro». É por isso natural que Jesus tenha aprendido do pai esta profissão. Na Palestina daquele tempo, a madeira não servia apenas para fazer arados e outros utensílios, mas também para construir a casa. Era um trabalho duro. Porém, do ponto de vista económico, não originava grandes ganhos, daí que, no dia da apresentação de Jesus no Templo, Maria e José ofereçam somente um par de rolas ou de pombas (cf. Lc 2, 24), como a Lei prescrevia para os pobres. Esta dimensão da vida de José e Jesus faz-me pensar em todos os trabalhadores do mundo, especialmente naqueles que têm empregos desgastantes em minas e em certas fábricas; naqueles que são explorados em situações ilegais; naqueles que são vítimas de acidentes no trabalho; nas crianças que são obrigadas a trabalhar ou que remexem as lixeiras à procura de algo útil para trocar... Penso igualmente nas pessoas que se encontram sem trabalho, muitas delas devido à pandemia. Recordo muitos jovens, pais e mães à procura de emprego, situação por vezes tão dramática que lhes rouba a esperança e a vontade de viver. Na verdade, o trabalho não serve apenas para se conseguir o justo sustento; ajuda também a sentirmo-nos úteis à vida dos outros. Vale a pena perguntar-nos: com que espírito fazemos o trabalho de cada dia? Não esqueçamos que o trabalho fomenta a dignidade humana e é caminho de santificação.

Santo Padre:

Saluto con affetto i fedeli di lingua portoghese. Con Gesù e San Giuseppe aiutiamo i nostri fratelli e le nostre sorelle a recuperare il valore del lavoro, affinché viviamo tutti insieme, con coscienza gioiosa, la nostra dignità di figli di Dio. Su tutti scenda la Benedizione del Signore.

Speaker:

Saúdo com afecto os fiéis de língua portuguesa. Com Jesus e São José ajudemos os nossos irmãos e irmãs a recuperar o valor do trabalho, para que todos possamos viver, com consciência alegre, a nossa dignidade de filhos de Deus. Deus vos abençoe.

[00051-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تَكَلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَوْمَ علَى القدّيس يوسف النجّار، وَقال: عَرَّفَ مَتَّى ومُرقُس الإنجيلِيَّان يُوسُف بِأَنَّهُ ”نَجَّار“. وقَد مَارسَ يسوعُ أَيضًا مِهنَةَ أَبِيه. وكانَ الخَشَبُ فِي زَمَنِ يَسوع يُستخدمُ ليسَ فقَط لِصُنعِ أَدَواتِ الحِراثَةِ والأَثاثِ بِأنواعِهِ، ولَكِن أيضًا لِبِنَاءِ البُيُوت. لذلك، كَلِمَة ”نَجَّار“ كَانت صِفَةٌ عَامَّةٌ تُشيرُ إلى كُلٍّ مِنَ الحرفيّينَ الذين يَعمَلُونَ في الخَشَب، وأَعمالِ البِنَاء. هذا الواقعُ في حَياةِ يُوسُف ويَسوع جَعَلَنِي أُفَكِّرُ فِي كُلِّ العُمَّالِ في العَالم، وخَاصّةً الذينَ يَقُومُونَ بِأعمالٍ شَاقّةٍ في المَنَاجمِ وفي بعضِ المَصَانِع، والذين يُستَغَلُّونَ في عملٍ غيرِ مُصَرّح، والأطفالِ الذين يُجبرونَ على العَمَل، والذين يُنَقِّبُونَ في مكَبَّاتِ النِّفَايَات لِلبحَثِ عن شيءٍ مُفيدٍ يَبِيعُونَهُ... وأُفَكِّرُ أيضًا في الذينَ ليسَ لَدَيهِم عَمَل، والذينَ يَشعُرونَ بِحَقّ أنَّ كَرَامَتَهُم مَجرُوحَة لِأنَّهُم لا يَجِدُونَ عَمَلًا. وَقَالَ قَدَاسَتُهُ: نَحنُ لَا نَأخُذُ بِعَينِ الاِعتِبَار، بِشَكلٍ كَافٍ، هذهِ الحَقِيقَة أنَّ العَمَلَ عُنصُرٌ أَسَاسِيٌّ فِي الحَيَاةِ الإنسَانِيَّة، وأيضًا في مَسِيرَةِ القَدَاسَة. فَالعَمَلُ لَيسَ فَقَط لِتَحصِيلِ الدَّخلِ الكَافِي، إنَّهُ أيضًا مَكَانٌ نُعَبِّرُ فِيهِ عَن أَنفُسِنَا، ونَشعُرُ فِيهِ بِأَنَّنا مُفِيدُون، ونَتَعَلّمُ فِيهِ هَذا الدَّرس أنَّ الحَيَاةَ عَمَل، فَنُسَاعِد حَيَاتَنَا الروحِيَّة حَتَّى لا تُصبِحَ رُوحَانِيَّةً خَيَالِيَّة. ومَعَ ذَلك، لِلأَسَف، غَالِبًا ما يَكُونُ العَمَلُ رَهِينَةَ الظُّلمِ الاجتِمَاعِيّ، وبَدَلاً مِن أَن يَكُونَ وَسِيلَةً لِلأَنسَنَة، يُصبِحُ وَسِيلَةً لِتَهمِيشِ الإِنسَان.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. Chiediamo a San Giuseppe, Patrono della Chiesa, che ha lavorato per assicurare ogni giorno il pane alla famiglia di Nazaret, provando l’amarezza della povertà e della precarietà del lavoro, di proteggere i lavoratori nella loro dura esistenza quotidiana, difendendoli dallo scoraggiamento e dallo sfruttamento, e di custodire la pace nel mondo, che sola può garantire lo sviluppo dei popoli. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

Speaker:

أُحَيِّي المُؤْمِنِينَ الناطِقِينَ باللُغَةِ العَرَبِيَّة. لِنَسأَلِ القِدّيسَ يُوسُف، شَفِيعَ الكَنِيسَة، الذي عَمِلَ كُلَّ يَومٍ لِيُأَمِّنَ قُوتَ عَائِلّةِ النَّاصِرَة، واختَبَرَ مَرَارَةَ الفَقرِ وقِلَّةَ العَمَل، أَن يَحمِيَ العُمَّالَ فِي حَيَاتِهِمِ اليَومِيّةِ الصَّعبَة، ويَصُونَهُم مِنَ الإِحبَاطِ وَمِنَ الاستِغلَال، وأَن يَحفَظَ السَّلَامَ فِي العَالَم، الذي وَحدَهُ يُمكِنُ أَن يَضمَنَ تَطَوُّرَ الشُّعُوب. بارَكَكُم الرَّبُّ جَميعًا وَحَماكُم دائِمًا مِنْ كُلِّ شَرّ!

[00052-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Ewangeliści Mateusz i Marek opisują Józefa jako „cieślę” lub „stolarza”. Słyszeliśmy wcześniej, że mieszkańcy Nazaretu, słysząc, jak Jezus przemawia, pytali: „Czyż nie jest On synem cieśli?” (13,55; por. Mk 6,3). Jezus wykonywał zawód swojego ojca. Grecki termin tekton, użyty dla oznaczenia pracy Józefa, był tłumaczony na różne sposoby. Łacińscy Ojcowie Kościoła oddali to jako „cieśla”. Było to określenie ogólne, wskazujące zarówno na rzemieślników zajmujących się obróbką drewna, jak też tych którzy byli zaangażowani w działania związane z budownictwem. Była to praca dość ciężka, która z ekonomicznego punktu widzenia nie zapewniała wielkich dochodów, jak można wnioskować z faktu, że Maryja i Józef, gdy ofiarowywali Jezusa w świątyni, złożyli w ofierze tylko parę synogarlic lub gołębi (por. Łk 2, 24), zgodnie z nakazem Prawa odnoszącym się do ubogich (por. Łk 12, 8).

Dorastający Jezus nauczył się tego fachu od swego ojca. Ten fakt biograficzny dotyczący Józefa i Jezusa nasuwa mi na myśl wszystkich robotników świata, zwłaszcza tych, którzy wykonują ciężką pracę w kopalniach i fabrykach; tych, którzy są wyzyskiwani poprzez pracę na czarno; ofiarach pracy; dzieciach zmuszanych do pracy i tych, którzy nie mają pracy. Wielu ludzi przeżywa dramat braku pracy pozwalającej na spokojne życie. I często jej poszukiwanie staje się tak dramatyczne, że doprowadza do utraty wszelkiej nadziei i chęci do życia.

Praca jest istotnym elementem życia ludzkiego, a także na drodze uświęcenia. Nie tylko służy zapewnieniu sobie godziwego utrzymania. Jest także miejscem, gdzie wyrażamy siebie, czujemy się użyteczni i uczymy się wielkiej lekcji konkretności, która pomaga życiu duchowemu, by nie stawało się spirytualizmem. W istocie praca jest sposobem wyrażania naszej osobowości, która z natury jest relacyjna.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, insieme a san Giuseppe falegname, chiediamo al Signore che il mondo di oggi sia sempre più sensibile al valore umano e spirituale del lavoro. Infatti, come diceva san Giovanni Paolo II, “grazie al banco di lavoro presso il quale esercitava il suo mestiere insieme con Gesù, Giuseppe avvicinò il lavoro umano al mistero della Redenzione” (Redemptoris custos, 22). Vi benedico di cuore voi, le vostre famiglie e i vostri cari.

Speaker:

Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów. Drodzy bracia i siostry, wraz ze św. Józefem cieślą, prośmy Pana, aby dzisiejszy świat był coraz bardziej wrażliwy na ludzką i duchową wartość pracy. Jak bowiem mówił św. Jan Paweł II, „Józef z Nazaretu, przez swój warsztat, przy którym pracował razem z Jezusem, przybliżył ludzką pracę do tajemnicy Odkupienia” (Redemptoris custos, 22). Z serca błogosławię wam, waszym rodzinom i bliskim.

[00053-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i membri dell’Istituto secolare Orionino. La figura di san Giuseppe, umile falegname di Nazareth, ci orienti verso Cristo, sostenga coloro che operano per il bene e interceda per quanti hanno perso il lavoro o non riescono a trovarlo.

Il mio pensiero va infine in modo speciale agli anziani, agli ammalati, ai giovani e agli sposi novelli. Domenica scorsa abbiamo celebrato la Festa del Battesimo del Signore, occasione propizia per ripensare al proprio Battesimo nella fede della Chiesa. Riscoprite la grazia che proviene dal Sacramento e sappiatela tradurre negli impegni quotidiani di vita.

A tutti la mia benedizione.

[00054-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0029-XX.02]