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L’Udienza Generale, 23.03.2022


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il nuovo ciclo di catechesi sulla Vecchiaia, ha incentrato la sua riflessione sul tema: “Il congedo e l’eredità: memoria e testimonianza” (Lettura: Dt 34,4-5.7.9).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto delPater Nostere la Benedizione Apostolica.

 

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nella bibbia, il racconto della morte del vecchio Mosè è preceduto dal suo testamento spirituale, chiamato “Cantico di Mosè”. Questo Cantico è in primo luogo una bellissima confessione di fede, e dice così: «Voglio proclamare il nome del Signore: / magnificate il nostro Dio! / Egli è la Roccia: perfette le sue opere, / giustizia tutte le sue vie; / è un Dio fedele e senza malizia, egli è giusto e retto» (Dt 32,3-4). Ma è anche memoria della storia vissuta con Dio, delle avventure del popolo che si è formato a partire dalla fede nel Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. E dunque Mosè ricorda anche le amarezze e le delusioni di Dio stesso: la Sua fedeltà messa continuamente alla prova dalle infedeltà del suo popolo. Il Dio fedele e la risposta del popolo infedele: come se il popolo volesse mettere alla prova la fedeltà di Dio. E Lui rimane sempre fedele, vicino al suo popolo. Questo è proprio il nocciolo del Cantico di Mosè: la fedeltà di Dio che ci accompagna durante tutta la vita.

Quando Mosè pronuncia questa confessione di fede è alle soglie della terra promessa, e anche del suo congedo dalla vita. Aveva centoventi anni, annota il racconto, «ma gli occhi non gli si erano spenti» (Dt 34,7). Quella capacità di vedere, vedere realmente anche vedere simbolicamente, come hanno gli anziani, che sanno vedere le cose, il significato più radicato delle cose. La vitalità del suo sguardo è un dono prezioso: gli consente di trasmettere l’eredità della sua lunga esperienza di vita e di fede, con la lucidità necessaria. Mosè vede la storia e trasmette la storia; i vecchi vedono la storia e trasmettono la storia.

Una vecchiaia alla quale viene concessa questa lucidità è un dono prezioso per la generazione che deve seguire. L’ascolto personale e diretto del racconto della storia di fede vissuta, con tutti i suoi alti e bassi, è insostituibile. Leggerla sui libri, guardarla nei film, consultarla su internet, per quanto utile, non sarà mai la stessa cosa. Questa trasmissione – che è la vera e propria tradizione, la trasmissione concreta dal vecchio al giovane! – questa trasmissione manca molto oggi, e sempre di più, alle nuove generazioni. Perché? Perché questa civiltà nuova ha l’idea che i vecchi sono materiale di scarto, i vecchi vanno scartati. Questa è una brutalità! No, non va così. Il racconto diretto, da persona a persona, ha toni e modi di comunicazione che nessun altro mezzo può sostituire. Un vecchio che ha vissuto a lungo, e ottiene il dono di una lucida e appassionata testimonianza della sua storia, è una benedizione insostituibile. Siamo capaci di riconoscere e di onorare questo dono dei vecchi? La trasmissione della fede – e del senso della vita – segue oggi questa strada di ascolto dei vecchi? Io posso dare una testimonianza personale. L’odio e la rabbia alla guerra io l’ho imparata da mio nonno che aveva combattuto al Piave nel 1914: lui mi ha trasmesso questa rabbia alla guerra. Perché mi raccontò le sofferenze di una guerra. E questo non si impara né nei libri né in altra maniera, si impara così, trasmettendola dai nonni ai nipoti. E questo è insostituibile. La trasmissione dell’esperienza di vita dai nonni ai nipoti. Oggi questo purtroppo non è così e si pensa che i nonni siano materiale di scarto: no! Sono la memoria vivente di un popolo e i giovani e i bambini devono ascoltare i nonni.

Nella nostra cultura, così “politicamente corretta”, questa strada appare ostacolata in molti modi: nella famiglia, nella società, nella stessa comunità cristiana. Qualcuno propone addirittura di abolire l’insegnamento della storia, come un’informazione superflua su mondi non più attuali, che toglie risorse alla conoscenza del presente. Come se noi fossimo nati ieri!

La trasmissione della fede, d’altra parte, spesso manca della passione propria di una “storia vissuta”. Trasmettere la fede non è dire le cose “bla-bla-bla”. E’ dire l’esperienza di fede. E allora difficilmente può attirare a scegliere l’amore per sempre, la fedeltà alla parola data, la perseveranza nella dedizione, la compassione per i volti feriti e avviliti? Certo, le storie della vita vanno trasformate in testimonianza, e la testimonianza dev’essere leale. Non è certo leale l’ideologia che piega la storia ai propri schemi; non è leale la propaganda, che adatta la storia alla promozione del proprio gruppo; non è leale fare della storia un tribunale in cui si condanna tutto il passato e si scoraggia ogni futuro. Essere leale è raccontare la storia come è, e soltanto la può raccontare bene chi l’ha vissuta. Per questo è molto importante ascoltare i vecchi, ascoltare i nonni, è importante che i bambini interloquiscano con loro.

I Vangeli stessi raccontano onestamente la storia benedetta di Gesù senza nascondere gli errori, le incomprensioni e persino i tradimenti dei discepoli. Questa è la storia, è la verità, questa è testimonianza. Questo è il dono della memoria che gli “anziani” della Chiesa trasmettono, fin dall’inizio, passandolo “di mano in mano” alla generazione che segue. Ci farà bene chiederci: quanto valorizziamo questo modo di trasmettere la fede, nel passaggio del testimone fra gli anziani della comunità e i giovani che si aprono al futuro? E qui mi viene in mente una cosa che ho detto tante volte, ma vorrei ripeterla. Come si trasmette la fede? “Ah, qua c’è un libro, studialo”: no. Così non si può trasmettere la fede. La fede si trasmette in dialetto, cioè nel parlato familiare, fra nonni e nipoti, fra genitori e nipoti. La fede si trasmette sempre in dialetto, in quel dialetto familiare ed esperienziale appreso con gli anni. Per questo è tanto importante il dialogo in una famiglia, il dialogo dei bambini con i nonni che sono coloro che hanno la saggezza della fede.

Certe volte, mi accade di riflettere su questa strana anomalia. Il catechismo dell’iniziazione cristiana attinge oggi generosamente alla Parola di Dio e trasmette accurate informazioni sui dogmi, sulla morale della fede e sui sacramenti. Spesso manca, però, una conoscenza della Chiesa che nasca dall’ascolto e dalla testimonianza della storia reale della fede e della vita della comunità ecclesiale, fin dall’inizio ai giorni nostri. Da bambini si impara la Parola di Dio nelle aule del catechismo; ma la Chiesa la si “impara”, da giovani, nelle aule scolastiche e nei media dell’informazione globale.

La narrazione della storia di fede dovrebbe essere come il Cantico di Mosè, come la testimonianza dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli. Ossia, una storia capace di rievocare con commozione le benedizioni di Dio e con lealtà le nostre mancanze. Sarebbe bello che ci fosse, fin dall’inizio, negli itinerari di catechesi, anche l’abitudine di ascoltare, dall’esperienza vissuta degli anziani, la lucida confessione delle benedizioni ricevute da Dio, che dobbiamo custodire, e la leale testimonianza delle nostre mancate fedeltà, che dobbiamo riparare e correggere. Gli anziani entrano nella terra promessa, che Dio desidera per ogni generazione, quando offrono ai giovani la bella iniziazione della loro testimonianza e trasmettono la storia della fede, la fede in dialetto, quel dialetto familiare, quel dialetto che passa dai vecchi ai giovani. Allora, guidati dal Signore Gesù, anziani e giovani entrano insieme nel suo Regno di vita e di amore. Ma tutti insieme. Tutti in famiglia, con questo tesoro grande che è la fede trasmessa in dialetto.

[00424-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Chers frères et sœurs,

dans la Bible, le testament spirituel de Moïse, encore appelé « Cantique de Moïse », est une belle profession de foi. Il transmet l’histoire que le peuple a vécue avec Dieu, y compris ses amertumes et ses désillusions. C’est la vieillesse qui lui donne cette lucidité, elle est un don précieux pour la génération future. Cette transmission personnelle et directe de la foi vécue est irremplaçable et, aujourd’hui, elle manque beaucoup aux nouvelles générations. Souvent, la transmission de la foi est privée de la passion de l’expérience vécue. La connaissance de l’Église, qui naît de l’écoute et du témoignage de l’histoire de la communauté ecclésiale fait souvent défaut dans la catéchèse. Ce récit de l’histoire de foi devrait être comme le Cantique de Moïse, comme le témoignage des Évangiles et des Actes des Apôtres, c’est-à-dire un récit capable de rappeler avec émotion les bénédictions de Dieu, ainsi que nos manquements. Il serait bien que les itinéraires de catéchèse prévoient l’écoute de l’expérience vécue des personnes âgées, la confession lucide des bénédictions qu’elles ont reçues de Dieu. Les personnes âgées entrent dans la terre promise, que Dieu désire pour chaque génération, lorsqu’elles offrent aux jeunes la belle initiation de leur témoignage.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i fedeli di lingua francese, in particolare il Movimento Internazionale di apostolato degli ambienti sociali indipendenti, i pellegrini venuti dalla Svizzera, i giovani della Francia e i Fratelli del Sacro Cuore. Fratelli e sorelle, impariamo a scoprire in ogni persona anziana un dono di Dio e una fonte di saggezza. Mettiamoci amorevolmente in loro ascolto per acquisire la conoscenza e l’esperienza necessarie per affrontare le sfide attuali. Su ciascuno invoco la Benedizione di Dio.

Speaker:

Je salue cordialement les personnes de langue française, en particulier le “Mouvement International d’Apostolat des Milieux Sociaux Indépendants”, les pèlerins venus de Suisse, les jeunes venus de France et les Frères du Sacré Cœur.

Frères et sœurs, apprenons à découvrir en chaque personne âgée un don de Dieu et une source de sagesse. Mettons-nous avec amour à leur écoute afin d’acquérir la connaissance et l’expérience nécessaires pour faire face aux défis actuels.

Sur chacune, j’invoque la Bénédiction de Dieu.

[00425-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters: In our continuing catechesis on the meaning and value of old age, viewed in the light of God’s word, we now turn to the special vocation of the elderly to hand on to new generations their personal experience of the Church’s faith. At the end of the exodus, the aged Moses hands down in a magnificent song his own long experience of faith in the Lord who remains ever faithful to his promises. This “handing on” of the experience of faith is the essence of the living Tradition of the People of God. In our own day, the Church’s efforts to evangelize, catechize, transmit and explain her faith certainly takes place with the aid of books, films and other resources, yet nothing can replace the direct person-to-person testimony of a life-long experience of closeness to God in faith. In a world that at times seeks to cancel aspects of history and culture, or replace truth with fake news or propaganda, we greatly need the wisdom and experience of the elderly to help new generations know the Church from the inside, to live lives of fidelity to God’s word, to persevere in hope amid trials, and to show compassionate love for all our brothers and sisters. May we value this precious vocation of the elderly as we cherish the gifts of the past and look forward to the fulfilment of God’s promises in the coming of his Kingdom.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’udienza odierna, in particolare quelli provenienti da Inghilterra, Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia e Stati Uniti d’America. A tutti auguro che il cammino quaresimale conduca alla celebrazione della Pasqua con il cuore purificato e rinnovato dalla grazia dello Spirito Santo. Su ciascuno di voi, e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace in Cristo nostro Redentore.

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially the groups from England, Denmark, the Netherlands, Norway and the United States of America. May our Lenten journey bring us to celebrate Easter with hearts purified and renewed by the grace of the Holy Spirit. Upon each of you, and your families, I invoke joy and peace in Christ our Redeemer.

[00426-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, kurz vor seinem Tod und zugleich an der Schwelle zum verheißenen Land legt der greise Mose ein schönes Glaubensbekenntnis ab, in dankbarer und erfüllter Erinnerung an die Geschichte Gottes mit seinem Volk. So gibt er sein geistliches Testament, seine lange Lebens- und Glaubenserfahrung, weiter an die nächste Generation. Ein solch direktes und persönliches Zeugnis über die mit Gott erlebten Höhen und Tiefen des Lebens ist auch heute nötig. Bücher, Filme, das Internet und andere Medien mögen bei der Glaubensweitergabe durchaus hilfreich sein. Eine direkte und persönliche Weitergabe von Generation zu Generation bleibt dennoch unersetzbar – sie ist „Tradition“ im eigentlichen Sinne. Der Verkündigung des Glaubens fehlt heute leider bisweilen die Leidenschaft „erlebter Geschichte“, wie sie sich in vielen biblischen Erzählungen zeigt. Der Katechismus ist heute fest auf das Wort Gottes bezogen, er vermittelt viele genaue Informationen über die Dogmen, die Moral und die Sakramente. Dennoch kommt dabei manchmal jenes Wissen über die Kirche etwas zu kurz, das man nur aus dem Hören auf konkret und real erlebte Glaubenserfahrungen gewinnen kann, welche die Kirche von ihren Anfängen bis in die Gegenwart geprägt haben. Es wäre schön und ein Segen, wenn das Hören auf die Lebenserfahrung der alten Menschen zu einem festen Bestandteil der Katechese würde.

Santo Padre:

Saluto di cuore i pellegrini di lingua tedesca. Nella preghiera rivolgiamo il nostro sguardo al Crocifisso. In lui riconosciamo l’amore e la tenerezza di Dio. Per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Buon cammino quaresimale.

Speaker:

Herzlich grüße ich die Pilger deutscher Sprache. Im Gebet richten wir unseren Blick auf den Gekreuzigten. In ihm erkennen wir die Liebe und Zärtlichkeit Gottes. Durch seine Wunden sind wir geheilt. Gesegnete Fastenzeit.

[00427-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Reflexionamos hoy sobre la memoria y el testimonio que transmiten los ancianos, y nos centramos particularmente en la historia de Moisés. En los días previos a su muerte, Moisés pronunció su testamento espiritual, que es una hermosa confesión de fe. Sus palabras no sólo testimonian el amor y la fidelidad de Dios, sino también las infidelidades de su pueblo. Esta transmisión de la fe y del sentido de la vida —que se hace a partir de las propias experiencias, sin ocultar las luces y las sombras— es la tradición, que pasa de generación en generación.

También el Evangelio nos da testimonio de la historia de Jesús y de las experiencias de los discípulos. Lo hace con honestidad, sin esconder las fragilidades e incluso las traiciones de los seguidores de Jesús. Esto nos lleva a preguntarnos: ¿cómo transmitimos la fe a las futuras generaciones?, ¿damos testimonio gozoso de la presencia de Dios en nuestra vida, sabiendo reconocer, al mismo tiempo, nuestras faltas de coherencia?

Saludo cordialmente a los fieles de lengua española, de modo particular al grupo de peregrinos colombianos “Por los caminos de María”. Siguiendo el ejemplo de Moisés, y de la Virgen María, pidamos al Señor que nuestra vida sea un cántico de alabanza por las maravillas que hace en nosotros. Y que este magníficat sea testimonio alegre y memoria agradecida que transmita a las nuevas generaciones la antorcha de la fe. Que Dios los bendiga. Muchas gracias.

[00428-ES.01] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Na Bíblia, o relato da morte de Moisés é precedido pelo seu testamento espiritual, chamado “Cântico de Moisés”, memória da história vivida com Deus, da história do povo formado a partir da fé. O relato afirma que Moisés tinha cento e vinte anos e que “sua vista não tinha enfraquecido”, o que lhe permitiu transmitir, com a necessária lucidez, o legado da sua longa experiência de vida e de fé. Uma velhice à qual é concedida esta lucidez de transmissão é um dom precioso, uma bênção insubstituível. Esta transmissão – que constitui a verdadeira e autêntica tradição! – faz muita falta às novas gerações, e o relato direto, de pessoa a pessoa, é insubstituível. Na transmissão da fé, frequentemente se nota a falta do ardor próprio duma “história vivida”, provada ao longo dos seus anos. Sem esse ardor, dificilmente se consegue atrair alguém para uma escolha de amor definitiva, para a fidelidade à palavra dada, para a perseverança na compaixão para com os feridos e humilhados. Nos fará muito bem perguntar-nos: quanto valorizamos este modo de transmitir a fé através do testemunho dos anciãos da comunidade aos jovens que se abrem para o futuro? Como fez Moisés, antes de entrar na terra prometida, os anciãos devem oferecer aos mais jovens o testemunho leal de sua vida.

Santo Padre:

Cari pellegrini di lingua portoghese! Vi invito a unirvi a me e ai miei fratelli vescovi nell’Atto di Consacrazione all’Immacolato Cuore di Maria, nel prossimo 25 marzo, chiedendo fiduciosamente al Signore, per intercessione della Madonna di Fátima, il dono della pace. Dio vi benedica!

Speaker:

Caros peregrinos de língua portuguesa! Convido-vos a unir-vos a mim e aos meus irmãos bispos no Ato de Consagração ao Imaculado Coração de Maria, no próximo dia 25 de março, pedindo confiadamente ao Senhor, pela intercessão da Senhora de Fátima, o dom da paz. Que Deus vos abençoe!

[00429-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua polacca

Speaker:

Drodzy bracia i siostry, biblijną relację o śmierci Mojżesza poprzedza jego duchowy testament. Jest on świadectwem jego wiary w Boga, który jest wierny, sprawiedliwy i prawy (por. Pwt 32, 3-4). Jest wspomnieniem o dziejach ludu, który kształtował się i wzrastał w wierze w Boga Abrahama, Izaaka i Jakuba. Mojżesz umierając miał sto dwadzieścia lat, lecz jak podkreśla Biblia „wzrok jego nie był przyćmiony” (Pwt 34, 7). Jego spojrzenie pozwalało mu z jasnością przekazywać dziedzictwo długiego życia i doświadczenie wiary. Tak, historia życia musi być przekształcona w świadectwo, a ono musi być rzetelne. Wskazują na to teksty Ewangelie, które uczciwie opowiadają historię Jezusa, czy Dzieje Apostolskie, relacjonujące dzieje początków Kościoła. Dzisiaj, często brakuje wiedzy o Kościele, która pochodziłaby od świadków historii wiary współczesnej wspólnoty kościelnej. Byłoby dobrze, gdyby katecheza rozpoczynała się doświadczenia osób starszych, od ich świadectwa o życiu, o ich słabościach, które należałoby naprawiać, czy korygować. Niech ich doświadczenie, pamięć i świadectwo, pomogą młodym odnaleźć właściwe drogi życia, by kiedyś wszyscy mogli wejść razem do Bożego Królestwa miłości i prawdy.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Quest'anno, nel cammino di penitenza quaresimale, digiuniamo e chiediamo a Dio la pace, sconvolta dalla guerra in corso in Ucraina. In Polonia, voi ne siete testimoni accogliendo i rifugiati e ascoltando i loro racconti. Mentre ci prepariamo a vivere un giorno speciale di preghiera nella solennità dell'Annunciazione del Signore, chiediamo che la Madre di Dio sollevi i cuori dei nostri fratelli e sorelle afflitti dalla crudeltà della guerra. L’atto di consacrazione dei popoli al suo Cuore Immacolato porti la pace al mondo intero. Vi benedico di cuore.

Speaker:

Pozdrawiam serdecznie pielgrzymów polskich. W tym roku, na drodze wielkopostnej pokuty, pościmy i prosimy Boga o pokój, zburzony przez wojnę toczącą się na Ukrainie. W Polsce jesteście świadkami tego, przyjmując uchodźców i słuchając ich relacji. Przygotowując się do przeżycia szczególnego dnia modlitwy w uroczystość Zwiastowania Pańskiego, prośmy, by Matka Boża utuliła serca naszych braci, doświadczanych okrucieństwem wojny. Niech Akt Poświęcenia narodów Jej Niepokalanemu Sercu wyjedna pokój dla całego świata. Z serca Wam błogosławię.

[00430-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua araba

Speaker:

تَكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَوْمَ علَى الشَّيْخُوخَةِ علَى أَنَّها ذاكِرَةٌ وَشَهادَة، وَقال: كانَ نَشِيدُ مُوسَى في شَيْخُوخَتِهِ بِمثابَةِ اعْتِرافِ إيْمان، وَكانَ في الوَقْتِ نَفْسِهِ ذاكِرَةَ التاريخِ الذي عاشَهُ مَعَ الله، وَمَعَ مُغامَراتِ الشَّعْبِ الذي نَشَأَ مُنْذُ القِدَمِ علَى الإيْمانِ بالله. وَفِيهِ يَتَذَكَّرُ مُوسَى مِنْ جِهَةٍ أَمانَةَ الله، وَمِنْ جِهَةٍ أُخْرَى، خِيانَةَ الشَّعْبِ لَهُ. عِنْدَما أَعْلَنَ مُوسَى اعْتِرافَ الإيْمانِ هذا كانَ علَى أعْتابِ أرْضِ المِيعاد، وَعَلَى أَعْتابِ وَداعِ الحَياة. لَكِنَّ بَصَرَهُ لَمْ يَكِلّ. وَهَذا ما أتاحَ لَهُ بَنَقْلِ مِيراثِ خِبْرَةِ حَياتِهِ الطَويلَةِ وإيْمانِهِ وَهُوَ في كامِلِ وَعْيِه. الشَّيْخُوخَةُ هيَ عَطِيَّةٌ ثَمِينَةٌ لِلْجِيلِ القادِم. وَكَبِيرُ السِّنِ قادِرٌ علَى نَقْلِ الإيْمانِ بِأَمانَة. فَهُوَ بَرَكَةٌ لا يُمْكِنُ تَعْوِيضُهُ. وَقالَ قَداسَتُهُ: الأناجِيلُ نَفْسُها تَرْوِي بِأَمانَةٍ قِصَةَ يَسُوعَ دُونَ أَنْ تَخْفِيَ الأَخْطاءَ وَسْوءَ الفَهْمِ وَحَتَى خِياناتِ التَلامِيذ. هَذِهِ هَيَ الشَّهادَة. فَيَجِبُ أَنْ يَكُونَ سَرْدُ قِصَةِ إِيْمانِنا مِثْلَ نَشِيدِ مُوسَى وَمِثْلَ شَهادَةِ الأَناجِيلِ وَأَعمالِ الرُّسُل. أَيْ أَنْ نَسْتَحْضِرَ مِنْ جِهَةٍ بَرَكاتِ الله، وَمِنْ جِهَةٍ أُخْرَى، أَخْطاءَنا حتَى نَتُوبَ عَنْها. وَدَعانا قَداسَتُهُ إلى أَنْ نُصْغِيَ إلى خِبْرَةِ كِبارِ السِّن، لِنَسْمَعَ مِنْهُم اعْتِرافَهُم بالبَرَكاتِ الَّتي نالُوها مِنَ الله، وَلْنَعْرِفَ مِنْهُم أَيْضًا نِقاطَ الضَّعْفِ التي يَجِبُ أَنْ نُعالِجَها وَنُصَحِّحَها.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. Il dialogo tra anziani e giovani consente di preservare e trasmettere anche i doni di Dio. Guardiamo le nuove generazioni, nella consapevolezza che erediteranno non solo una proprietà, una cultura e una tradizione, ma anche i frutti vivi della fede che sono le benedizioni di Dio su questa terra. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

Speaker:

أُحَيِّي المُؤمِنِينَ الناطِقينَ باللغَةِ العَرَبِيَّة. الحِّوارُ بَيْنَ كِبارِ السِّنِ والشَّبابِ يَسْمَحُ بالحِفاظِ علَى عَطايا اللهِ وَتَسْلِيمِها لِغَيْرِنا. لِنَنْظُرْ إلى الأجْيالِ الجَدِيدَة، وَنَحْنُ عالِمونَ أَنَّهُم سَيَرِثُونَ ليسَ فَقَط مِلْكًا وَثَقافَةً وَتَقالِيدَ، بَلْ أَيضًا ثِمارَ الإيمانِ الحَيَّة الَّتي هي بَرَكاتُ اللهِ علَى هَذِهِ الأرْض. باركَكُم الرّبُّ جَميعًا وحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!

[00431-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua italiana

Vorrei prendere un minuto per ricordare le vittime della guerra. Le notizie delle persone sfollate, delle persone che fuggono, delle persone morte, delle persone ferite, di tanti soldati caduti da una parte e dall’altra, sono notizie di morte. Chiediamo al Signore della vita che ci liberi da questa morte della guerra. Con la guerra tutto si perde, tutto. Non c’è vittoria in una guerra: tutto è sconfitto. Che il Signore invii il suo Spirito perché ci faccia capire che la guerra è una sconfitta dell’umanità, ci faccia capire che occorre invece sconfiggere la guerra. Lo Spirito del Signore ci liberi tutti da questo bisogno di auto-distruzione, che si manifesta facendo la guerra. Preghiamo anche perché i governanti capiscano che comprare armi e fare armi non è la soluzione del problema. La soluzione è lavorare insieme per la pace e, come dice la Bibbia, fare delle armi strumenti per la pace. Preghiamo insieme la Madonna: Ave Maria

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli di Biella che, accompagnati dal loro Vescovo, ricordano il 250° anniversario di fondazione della Diocesi. Questi biellesi [lo dice in dialetto], non è facile capirli: dicono che ci vogliono sette anni e sette mesi per capirli, e poi alla fine non si capiscono mai! Benvenuti, biellesi! Saluto poi le Suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata, i diaconi dell’Arcidiocesi di Milano, la Federazione Italiana Cuochi - si vede che siete cuochi voi -, il gruppo della terza età “Vivere insieme” di Catania.

Il mio pensiero va infine, come di consueto, agli anziani, agli ammalati, ai giovani e agli sposi novelli. La Solennità dell’Annunciazione, che celebreremo dopodomani, sia per ciascuno di noi un invito a seguire l’esempio della Madre di Dio e si traduca in generosa disponibilità alla chiamata del Padre, che esorta tutti ad essere fermento per l’edificazione di una società giusta e solidale.

A tutti, la mia benedizione!

[00432-IT.02] [Testo originale: Italiano]

[B0200-XX.02]