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L’Udienza Generale, 15.02.2023


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 nell’Aula Paolo VI, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, riprendendo il ciclo di catechesi La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente, ha incentrato la Sua meditazione sul tema: “Il primo apostolato” (Lettura: Mt 10,7-10.16).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Proseguiamo le nostre catechesi; il tema che abbiamo scelto è: “La passione di evangelizzare, lo zelo apostolico”. Perché evangelizzare non è dire: “Guarda, blablabla” e niente di più; c’è una passione che ti coinvolge tutto: la mente, il cuore, le mani, andare … tutto, tutta la persona è coinvolta con questo di proclamare il Vangelo, e per questo parliamo di passione di evangelizzare. Dopo aver visto in Gesù il modello e il maestro dell’annuncio, passiamo oggi ai primi discepoli, quello che hanno fatto i discepoli. Il Vangelo dice che Gesù «ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con Lui e per mandarli a predicare» (Mc 4 3,14), due cose: perché stessero con Lui e mandarli a predicare. C’è un aspetto che sembra contraddittorio: li chiama perché stiano con Lui e perché vadano a predicare. Verrebbe da dire: o l’una o l’altra cosa, o stare o andare. Invece no: per Gesù non c’è andare senza stare e non c’è stare senza andare. Non è facile capire questo, ma è così. Cerchiamo di capire un po’ qual è il senso con cui Gesù dice queste cose.

Anzitutto non c’è andare senza stare: prima di inviare i discepoli in missione, Cristo – dice il Vangelo – li “chiama a sé” (cfr Mt 10,1). L’annuncio nasce dall’incontro con il Signore; ogni attività cristiana, soprattutto la missione, comincia da lì. Non si impara in un’accademia: no! Incomincia dall’incontro con il Signore. Testimoniarlo, infatti, significa irradiarlo; ma, se non riceviamo la sua luce, saremo spenti; se non lo frequentiamo, porteremo noi stessi anziché Lui mi porto io e non Lui, e sarà tutto vano. Dunque, può portare il Vangelo di Gesù solo la persona che sta con Lui. Uno che non sta con Lui non può portare il Vangelo. Porterà idee, ma non il Vangelo. Ugualmente, però, non c’è stare senza andare. Infatti seguire Cristo non è un fatto intimistico: senza annuncio, senza servizio, senza missione la relazione con Gesù non cresce. Notiamo che nel Vangelo il Signore invia i discepoli prima di aver completato la loro preparazione: poco dopo averli chiamati, già li invia! Questo significa che l’esperienza della missione fa parte della formazione cristiana. Ricordiamo allora questi due momenti costitutivi per ogni discepolo: stare con Gesù e andare, inviati da Gesù.

Chiamati a sé i discepoli e prima di inviarli, Cristo rivolge loro un discorso, noto come “discorso missionario” così si chiama nel Vangelo. Si trova al capitolo 10 del Vangelo di Matteo ed è come la “costituzione” dell’annuncio. Da quel discorso, che vi consiglio di leggere oggi – è una paginetta soltanto del Vangelo, traggo tre aspetti: perché annunciare, che cosa annunciare e come annunciare.

Perché annunciare. La motivazione sta in cinque parole di Gesù, che ci farà bene ricordare: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (v. 8). Sono cinque parole. Ma perché annunciare? Perché gratuitamente io ho ricevuto e devo dare gratuitamente. L’annuncio non parte da noi, ma dalla bellezza di quanto abbiamo ricevuto gratis, senza merito: incontrare Gesù, conoscerlo, scoprire di essere amati e salvati. È un dono così grande che non possiamo tenerlo per noi, sentiamo il bisogno di diffonderlo; però nello stesso stile, cioè nella gratuità. In altre parole: abbiamo un dono, perciò siamo chiamati a farci dono; abbiamo ricevuto un dono e la nostra vocazione è noi farci dono per gli altri; c’è in noi la gioia di essere figli di Dio, va condivisa con i fratelli e le sorelle che ancora non lo sanno! Questo è il perché dell’annuncio. Andare e portare la gioia di quello che noi abbiamo ricevuto.

Secondo: che cosa, dunque, annunciare? Gesù dice: «Predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino» (v. 7). Ecco che cosa va detto, prima di tutto e in tutto: Dio è vicino. Ma, non dimenticatevi mai di questo: Dio sempre è stato vicino al popolo, Lui stesso lo disse al popolo. Disse così: “Guardate, quale Dio è vicino alle Nazioni come io sono vicino a voi?”. La vicinanza è una delle cose più importanti di Dio. Sono tre cose importanti: vicinanza, misericordia e tenerezza. Non dimenticare quello. Chi è Dio? Il Vicino, il Tenero, il Misericordioso. Questa è la realtà di Dio. Noi, predicando, spesso invitiamo la gente a fare qualcosa, e questo va bene; ma non scordiamoci che il messaggio principale è che Lui è vicino: vicinanza, misericordia e tenerezza. Accogliere l’amore di Dio è più difficile perché noi vogliamo essere sempre al centro, noi vogliamo essere protagonisti, siamo più portati a fare che a lasciarci plasmare, a parlare più che ad ascoltare. Ma, se al primo posto sta quello che facciamo, i protagonisti saremo ancora noi. Invece l’annuncio deve dare il primato a Dio: dare il primato a Dio, al primo posto Dio, e dare agli altri l’opportunità di accoglierlo, di accorgersi che Lui è vicino. E io, dietro.

Terzo punto: come annunciare. È l’aspetto sul quale Gesù si dilunga maggiormente: come annunciare, qual è il metodo, quale dev’essere il linguaggio per annunciare; è significativo: ci dice che il modo, lo stile è essenziale nella testimonianza. La testimonianza non coinvolge soltanto la mente e dire qualche cosa, i concetti: no. Coinvolge tutto, mente, cuore, mani, tutto, i tre linguaggi della persona: il linguaggio del pensiero, il linguaggio dell’affetto e il linguaggio dell’opera. I tre linguaggi. Non si può evangelizzare soltanto con la mente o soltanto con il cuore o soltanto con le mani. Tutto coinvolge. E, nello stile, l’importante è la testimonianza, come ci vuole Gesù. Dice così: «Io vi mando come pecore in mezzo a lupi» (v. 16). Non ci chiede di saper affrontare i lupi, cioè di essere capaci di argomentare, controbattere e difenderci: no. Noi penseremmo così: diventiamo rilevanti, numerosi, prestigiosi e il mondo ci ascolterà e ci rispetterà e vinceremo i lupi: no, non è così. No, vi mando come pecore, come agnelli questo è l’importante. Se tu non vuoi essere pecora, non ti difenderà il Signore dai lupi. Arrangiati come puoi. Ma se tu sei pecora, stai sicuro che il Signore ti difenderà dai lupi. Essere umili. Ci chiede di essere così, di essere miti e con la voglia di essere innocenti, essere disposti al sacrificio; questo infatti rappresenta l’agnello: mitezza, innocenza, dedizione, tenerezza. E Lui, il Pastore, riconoscerà i suoi agnelli e li proteggerà dai lupi. Invece, gli agnelli travestiti da lupi vengono smascherati e sbranati. Un Padre della Chiesa scriveva: «Finché saremo agnelli, vinceremo e, anche se saremo circondati da numerosi lupi, riusciremo a superarli. Ma se diventeremo lupi saremo sconfitti, perché saremo privi dell'aiuto del pastore. Egli non pasce lupi, ma agnelli» (S. Giovanni Crisostomo, Omelia 33 sul Vangelo di Matteo). Se io voglio essere del Signore, devo lasciare che Lui sia il mio pastore e Lui non è pastore di lupi, è pastore di agnelli, miti, umili, carini con il Signore.

Sempre sul come annunciare, colpisce che Gesù, anziché prescrivere cosa portare in missione, dice cosa non portare. Alle volte, uno vede qualche apostolo, qualche persona che trasloca, qualche cristiano che dice che è apostolo e ha dato la vita al Signore, e si porta tanti bagagli: ma questo non è del Signore, il Signore ti fa leggero di equipaggio e dice cosa non portare: «Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture,né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone» (vv. 9-10). Non portare niente. Dice di non appoggiarsi sulle certezze materiali, di andare nel mondo senza mondanità. Questo è quello da dire: io vado al mondo non con lo stile del mondo, non con i valori del mondo, non con la mondanità – che per la Chiesa, cadere nella mondanità è il peggio che possa accadere. Vado con semplicità. Ecco come si annuncia: mostrando Gesù più che parlando di Gesù. E come mostriamo Gesù? Con la nostra testimonianza. E, infine, andando insieme, in comunità: il Signore invia tutti i discepoli, ma nessuno va da solo. La Chiesa apostolica è tutta missionaria e nella missione ritrova la sua unità. Dunque: andare miti e buoni come agnelli, senza mondanità, e andare insieme. Qui sta la chiave dell’annuncio, questa è la chiave del successo dell’evangelizzazione. Accogliamo questi inviti di Gesù: le sue parole siano il nostro punto di riferimento.

[00279-IT.02] [Testo originale: Italiano]

 

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Chers frères et sœurs,

aujourd’hui nous nous arrêterons sur les premiers disciples que Jésus invite à être avec Lui et aller prêcher. Il y a là, semble-t-il un paradoxe. Mais en réalité, on ne peut aller prêcher le Christ sans rester avec Lui, car l’annonce naît de la rencontre avec le Seigneur. Et, inversement on ne peut rester avec le Christ sans l’annoncer.

Au chapitre 10 de St Matthieu, on trouve les trois aspects de l’annonce: pourquoi annoncer, que faut-il annoncer et comment annoncer. Pourquoi annoncer, parce que la joie d’être fils de Dieu doit être partagée avec les frères et sœurs qui ne le savent pas encore!

Que faut-il annoncer? que Dieu nous aime. Accueillir l’amour de Dieu est plus difficile parce que nous voulons toujours faire au lieu de nous laisser façonner, parler avant d’écouter. L’annonce doit donner le primat à Dieu, et aux autres l’opportunité de l’accueillir.

Comment l’annoncer? Jésus précise de ne rien emporter et encourage à partir ensemble, mais surtout, le Seigneur envoie ses disciples comme des agneaux, doux innocents et prêts au sacrifice, au milieu des loups; c’est Lui, le Pasteur, qui reconnaitra ses agneaux et les protègera des loups.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare i membri della “Diaconia della Bellezza” accompagnati dal Vescovo Monsignor Le Gall, e gli studenti della Scuola San Michele di Batignolles.

Ricordiamo sempre questi due momenti indispensabili per ogni discepolo: stare con Cristo e andare ad annunciarLo, lasciando che sia Lui il protagonista dell'annuncio!

Dio benedica voi e tutti coloro che vi sono vicini!

Speaker:

Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier les membres de la Diaconie de la Beauté accompagnés par Mgr Le Gall et les élèves du Collège St Michel des Batignolles.

Puissions-nous nous souvenir toujours de ces deux moments indispensables à tout disciple: être avec le Christ et aller l’annoncer en le laissant être le protagoniste de l’annonce!

Dieu vous bénisse, vous et tous ceux qui vous sont proches!

[00280-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear brothers and sisters: In our continuing catechesis on apostolic zeal, the desire to share with others the joy of the Gospel, we now consider the calling of the twelve apostles, whom Jesus chose “to be with him and to be sent out to proclaim the Good News” (Mk 3:14). Both aspects of that call are essential, for only by closeness to Jesus do we learn to proclaim him and not ourselves, his word and not our own. As Jesus sends the apostles forth on mission, he tells them to share the gift that they themselves received, the unmerited gift of God’s redeeming love. Their message must be his own: that the kingdom of God is at hand and requires only that we receive it with open hearts. Jesus also tells the apostles that they are sent forth like sheep among wolves, to propose the Gospel above all by their witness of meekness, innocence and personal conviction, proclaiming Christ more by their actions than by their words. The Church, as “apostolic”, is entirely missionary; each of us, in Baptism, is called by Jesus to live in closeness to him and to be sent forth, in union with all our brothers and sisters, to bear witness to his Gospel before the world.

Santo Padre:

Do il benvenuto a tutti i pellegrini di lingua inglese, specialmente ai gruppi provenienti da Inghilterra, Vietnam e Stati Uniti d’America. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo. Dio vi benedica!

Speaker:

I extend a warm welcome to the English-speaking pilgrims taking part in today’s Audience, especially those from England, Vietnam and the United States of America. Upon all of you, and upon your families, I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ. God bless you!

[00281-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

 

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, für unsere heutige Katechese über die Glaubensverkündigung blicken wir zunächst auf die Berufung der zwölf Apostel. Bevor der Herr sie aussendet, lädt er sie ein, mitzukommen und bei ihm zu sein. In seiner liebevollen Nähe erfahren die Jünger Gottes Heil. Dieses Geschenk können sie nicht für sich behalten, es drängt sie, das, was sie selbst erfahren haben, allen weiterzuvermitteln. Die Erfahrung seiner Gegenwart geht aller weiteren Verkündigung und Glaubenspraxis voraus. Bevor wir handeln, müssen wir die Bereitschaft aufbringen, seine Liebe anzunehmen, ihm zuzuhören und uns von ihm formen und bilden zu lassen. Daraus ergeben sich dann nicht nur die Inhalte der Verkündigung, sondern auch die Art und Weise der Glaubensweitergabe. Wie wir eben in der Lesung gehört haben, sendet Jesus die Seinen „wie Schafe mitten unter die Wölfe“ (Mt 10,16). Sanft und unschuldig, hingebungsvoll und opferbereit soll unsere Verkündigung sein – so dass der hervortreten und wirken kann, den wir verkündigen. Dementsprechend sagt Jesus den Jüngern nicht, was sie für ihre Mission alles brauchen und mitnehmen sollen, sondern, was nicht. Sie sollen sich nicht auf Materielles und Weltliches verlassen, sondern auf ihn allein. So werden die Menschen seine Kraft und Weisheit – ihn selbst – im Wirken seiner Jünger deutlicher erkennen.

Santo Padre:

Cari pellegrini di lingua tedesca, vi saluto cordialmente e vi auguro di sperimentare sempre più la vicinanza e la presenza del Signore. Possa tutto ciò che fate nel Suo nome rendere manifesta la salvezza di Dio. Egli vi accompagni e vi protegga sul vostro cammino!

Speaker:

Liebe Pilger deutscher Sprache, ich grüße euch und wünsche euch von Herzen eine immer tiefere Erfahrung der Nähe und Gegenwart des Herrn. Möge Gottes Heil durch das, was ihr in seinem Namen tut, sichtbar werden. Gott begleite und beschütze euch auf eurem Weg!

[00282-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Continuamos el ciclo de catequesis dedicado a la pasión por evangelizar, y hoy reflexionamos sobre los primeros discípulos. Nos dice el Evangelio que «Jesús instituyó a Doce para que estuvieran con Él y para enviarlos a predicar» (Mc 3,14). Esto significa que “estar” con el Señor y “salir” a anunciarlo —podríamos decir, la contemplación y la acción— son dos dimensiones de la vida cristiana que siempre van unidas.

En el capítulo 10 del evangelio según san Mateo — les invito a que lo lean —, Jesús les dice a sus discípulos porqué es necesario anunciar, qué es lo que se anuncia y cómo hay que hacerlo. El don de conocer a Jesús, que hemos recibido gratuitamente, también gratuitamente estamos llamados a compartirlo con los demás. Lo que anunciamos es el amor de Dios, que transforma nuestra vida. Y el modo de transmitirlo es con sencillez y mansedumbre, sin apegos a los bienes materiales y juntos, en comunidad. Nadie va solo, la Iglesia es misionera, y en la misión encuentra su unidad.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Los animo a leer con frecuencia el Evangelio y a confrontar nuestra vida y nuestros apostolados con las palabras de Jesús, que nos muestran el camino para ser discípulos y misioneros a la medida de su Corazón. Que Dios los bendiga. Muchas gracias.

[00283-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Nas catequeses sobre a paixão de evangelizar, após termos visto em Jesus o modelo e o mestre da evangelização, voltamos nosso olhar hoje para os seus discípulos. O Evangelho narra como Jesus escolheu doze discípulos, aos quais chamou Apóstolos, ‘para que ficassem com ele e para que os enviasse a anunciar a Boa Nova’ (Mc 3, 14). Antes de os enviar a pregar, Jesus chama os Apóstolos para estarem com Ele: o anúncio nasce do encontro com o Senhor, de onde deve partir toda a atividade cristã, sobretudo a missão. Mas, porquê anunciar? Porque ‘de graça recebestes, de graça deveis dar’ (Mt 10, 8). O anúncio não parte de nós, mas do que recebemos de graça, do encontro com o Senhor, em quem nos sabemos amados e encontramos a salvação. Anunciar o quê? Antes de tudo e em tudo, anunciar que Deus está próximo e que devemos acolher o Seu amor por nós. Como anunciar? Jesus envia seus discípulos ‘como ovelhas para o meio de lobos’ (Mt 10, 16) pedindo-nos, portanto, para sermos mansos, inocentes, dispostos ao sacrifício. Ele, como Bom Pastor, reconhecerá as suas ovelhas e as protegerá dos lobos. Por fim, caminhar juntos no anúncio da Boa Nova: o Senhor envia todos os Apóstolos, mas nenhum deles vai sozinho. A Igreja apostólica é toda missionária e, na missão, encontra a sua unidade.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua portoghese, in modo speciale al gruppo di Vila do Conde. Gesù ci invita a proclamare a tutti che Dio ci ama e ci è vicino. Non ci troviamo mai da soli in questa missione. Dio vi benedica e vi protegga da ogni male!

Speaker:

Dirijo uma cordial saudação de boas-vindas aos peregrinos de língua portuguesa, especialmente ao grupo de Vila do Conde! Jesus nos convida a proclamar a todos que Deus nos ama e está próximo de nós. Nunca estamos sozinhos nesta missão. Que Deus vos abençoe e vos proteja de todo o mal!

[00284-PO.02] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَومَ على العملِ الرَّسوليّ الأوَّل، في إطارِ تعلِيمِهِ في موضوعِ حبِّ البِشارةِ بالإنجيل، وفي الغَيرَةِ الرَّسوليّةِ. وقال: أَقامَ يسوعُ اثنَي عَشَرَ رسولًا لِكَي يَصحَبوه، فيُرسِلُهم يُبَشِّرون. دعاهُم إلى أن يَبقَوا معه وإلى أن يذهَبُوا ليُبَشِّرُوا. بالنسبةِ ليسوعَ لا يوجدُ ذهابٌ بدونِ بقاء. قَبلَ أنْ يُرسِلَ التَّلاميذَ لِيُبَشِّرُوا، دَعاهُم أوّلًا إليه. فالبشارةُ تنشأُ أوّلًا مِن اللقاءِ معَ الرَّبِّ يسوع، وبعدَها يُمكِنُنا أنْ نُعلِنَ إنجيلَه. ولا يوجدُ بقاءٌ بدونِ ذهاب. بدونِ بشارةٍ وخدمةٍ ورسالةٍ في العالم، لا تنمُو العَلاقةُ معَ الرَّبِّ يسوع. وقالَ قداسَتُهُ: بعدَ أنْ دعا يسوعُ التَّلاميذَ إليهِ وقَبلَ أنْ يُرسِلَهُم، وجَّهَ إليهم خطابًا، يُعرَفُ باسمِ ”خطابِ الرِّسالة“، نَجِدُهُ في الفصلِ العاشرِ مِن إنجيلِ متَّى. وهو مِثلُ ”دستورِ“ البِشارة. نَستَشِفُّ منهُ ثلاثةَ جوانب. الأوَّل: لماذا نُبَشِّر؟ مِن كلماتِ يسوعَ أَخَذتُم مَجَّانًا فَمَجَّانًا أَعطُوا نَفهَمُ أنَّ البِشارةَ لا تبدأُ منَّا، بل مِن جمالِ ما أخذناهُ مجانًا، وبدونِ استحقاق. لذلك، نحن مدعوُّونَ إلى أن نقدِّمَ أنفسَنا عطاءً، وأنْ نشاركَ فرحَ كونِنا أبناءَ اللهِ معَ الجميع. الجانبُ الثّاني: بماذا نُبَشِّر؟ طَلَبَ منَّا يسوعُ أنْ نُعلِنَ أَنْ قَدِ اقتَرَبَ مَلَكوتُ السَّمَوات، أيْ علينا أنْ نُعلِنَ أوّلًا أنَّ اللهَ قريبٌ منَّا ويُحِبُّنا. الجانبُ الثَّالث: كيف نُبَشِّر؟ طَلَبَ منَّا يسوعُ أن نَمضِيَّ مِثلَ الحملانِ وُدَعاءَ ولطفاء، ومُستَعِدِّينَ للتَّضحيَّة، ومِن دونِ روحِ الدُّنيا، وأنْ نَمضِيَّ معًا. في كلِّ هذا يَكمُنُ مفتاحُ البِشارة.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. La Chiesa apostolica è tutta missionaria e nella missione ritrova la sua unità. Dunque, siamo chiamati ad andare miti e buoni come agnelli, senza mondanità, insieme. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!

Speaker:

أُحَيِّي المؤمِنينَ الناطِقينَ باللغَةِ العربِيَّة. الكنيسةُ الرَّسوليَّةُ هيَ كلُّها كنيسةٌ مُرسَلَةٌ وفي رسالَتِها تَجِدُ وَحدَتَها. لذلك، نحن مدعوُّونَ إلى أن نسيرَ وُدَعاءَ وَلُطَفاءَ مِثلَ الحِملان، ومِن دونِ روحِ الدُّنيا، ومعًا. باركَكُم الرّبُّ جَميعًا وحَماكُم دائِمًا مِن كُلِّ شَرّ!

[00285-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

W katechezach na temat pasji ewangelizowania i gorliwości apostolskiej patrzyliśmy najpierw na Jezusa, jako wzorzec i nauczyciela głoszenia. Dziś spoglądamy na pierwszych uczniów, których ustanowił, by Mu towarzyszyli i by mógł wysyłać ich na głoszenie nauki. Nie ma w tym sprzeczności, ponieważ nie ma głoszenia bez spotkania z Panem. Od tego zaczyna się wszelka działalność chrześcijańska, a zwłaszcza misja. Pójście za Chrystusem nie jest jednak faktem czysto wewnętrznym: bez głoszenia, służby i misji, relacja z Nim się nie rozwija. W Ewangelii Jezus posyła uczniów zanim dokończył ich przygotowania: krótko po ich powołaniu. Oznacza to, że doświadczenie misyjne jest częścią formacji. Do uczniów Jezus kieruje „mowę misyjną” w której mówi, dlaczego głosić, co głosić i jak głosić. Głoszenie rodzi się z naszego bycia z Jezusem, jest to tak wielki dar, że nie możemy go zatrzymać dla siebie. Głównym przesłaniem jest to, że Jezus jest blisko nas. Głoszenie musi dać prymat Bogu, a innym możliwość przyjęcia Go. Uderzające jest to, że Jezus, zamiast zalecać, co należy zabrać na misję, mówi, czego nie należy zabierać i wskazuje, by nie opierać się na zabezpieczeniach materialnych i światowości. Głoszenie dokonuje się idąc razem: Pan posyła wszystkich uczniów, ale nikt nie idzie sam. Kościół apostolski cały jest misyjny i w misji odnajduje swoją jedność. Tu leży klucz głoszenia.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i Polacchi. Sono tanti! Di fronte al disinteresse spirituale e alla mancanza di fede, vi invito a proclamare con coraggio Gesù e a condividerlo con le persone che non hanno alcuna esperienza di incontro con Dio, con il Dio vivente. Non abbiate paura dei vostri limiti in questo cammino, perché l'esempio degli Apostoli ci insegna che l'esperienza della missione fa parte della formazione cristiana. Vi benedico di cuore!

Speaker:

Pozdrawiam serdecznie Polaków. Jest ich wielu! Wobec rosnącego braku zainteresowania życiem duchowym a także braku wiary, zachęcam was do odważnego głoszenia Jezusa i dzielenia się Nim z ludźmi, którzy nie mają doświadczenia spotkania z Bogiem, z żywym Bogiem. Nie obawiajcie się na tej drodze własnych ograniczeń, ponieważ przykład Apostołów pokazuje nam, że doświadczenie misyjne jest częścią formacji chrześcijańskiej. Z serca wam błogosławię!

[00286-PL.02] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Sono tanti! In particolare, saluto i Padri Stimmatini e le Piccole Suore della Divina Provvidenza che celebrano i rispettivi Capitoli Generali: vi incoraggio ad essere ovunque missionari di unità, fondando la vita e l’apostolato sulla Parola di Dio. Accolgo con gioia voi, diaconi dell’Arcidiocesi di Milano, che sarete ordinati sacerdoti tra qualche mese, ed auguro che la visita a Roma rinnovi in voi l’entusiasmo di una generosa risposta alla chiamata del Signore. Saluto, inoltre, l’Orchestra giovanile di Carpi - vogliamo sentirla! - e l’Aeronautica Militare di Grazzanise e Licola.

Il mio pensiero va infine, come di consueto, ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli. Ispirandomi ai Santi Cirillo e Metodio, apostoli degli slavi e compatroni d’Europa, dei quali ieri abbiamo celebrato la festa liturgica, vi invito a testimoniare ogni giorno il Vangelo, diffondendo attorno a voi il profumo della carità di Cristo, che conquista i cuori al bene.

[00287-IT.02] [Testo originale: Italiano]

[B0130-XX.02]