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Santa Messa nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e nella 57.ma Giornata Mondiale della Pace, 01.01.2024


Omelia del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Traduzione in lingua araba

Alle ore 10 di questa mattina, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Francesco ha presieduto la celebrazione della Messa della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio nell’ottava di Natale e nella ricorrenza della 57.ma Giornata Mondiale della Pace sul tema: “Intelligenza artificiale e pace”.

Pubblichiamo di seguito l’omelia che Papa Francesco ha pronunciato nel corso della Celebrazione Eucaristica, dopo la proclamazione del Vangelo:

Omelia del Santo Padre

Le parole dell’apostolo Paolo illuminano l’inizio del nuovo anno: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna» (Gal 4,4). Colpisce l’espressione “pienezza del tempo”. Anticamente si usava misurare il tempo svuotando e riempiendo delle anfore: quando erano vuote cominciava un nuovo lasso di tempo, che terminava quando erano piene. Ecco la pienezza del tempo: quando l’anfora della storia è colma, la grazia divina trabocca: Dio si fa uomo e lo fa nel segno di una donna, Maria. Lei è la via scelta da Dio; lei è il punto di arrivo di tante persone e generazioni che, “goccia dopo goccia”, hanno preparato la venuta del Signore nel mondo. La Madre sta così al cuore del tempo: a Dio è piaciuto far svoltare la storia attraverso di lei, la donna. Con questa parola la Scrittura ci rimanda alle origini, alla Genesi, e ci suggerisce che la Madre con il Bambino segna una nuova creazione, un nuovo inizio. Al principio del tempo della salvezza c’è dunque la Santa Madre di Dio, la nostra Madre santa.

È bello allora che l’anno si apra invocandola; è bello che il Popolo fedele, come un tempo a Efeso – erano coraggiosi quei cristiani! – proclami con gioia la Santa Madre di Dio. Le parole Madre di Dio esprimono infatti la gioiosa certezza che il Signore, tenero Bimbo in braccio alla mamma, si è unito per sempre alla nostra umanità, al punto che essa non è più solo nostra, ma sua. Madre di Dio: poche parole per confessare l’alleanza eterna del Signore con noi. Madre di Dio: è un dogma di fede, ma è pure un “dogma di speranza”: Dio nell’uomo e l’uomo in Dio, per sempre. La Santa Madre di Dio.

Nella pienezza del tempo il Padre mandò il suo Figlio nato da donna; ma il testo di San Paolo aggiunge un secondo invio: «Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: “Abbà! Padre!”» (Gal 4,6). E anche nell’invio dello Spirito la Madre è protagonista: lo Spirito Santo comincia a posarsi su di lei nell’Annunciazione (cfr Lc 1,35), poi agli inizi della Chiesa discende sugli Apostoli riuniti in preghiera «con Maria, la Madre» (At 1,14). Così l’accoglienza di Maria ci ha portato i doni più grandi: lei ha «reso nostro fratello il Signore della maestà» (Tommaso da Celano, Vita seconda, CL, 198: FF 786) e ha permesso allo Spirito di gridare nei nostri cuori: “Abbà, Papà!”. La maternità di Maria è la via per incontrare la tenerezza paterna di Dio, la via più vicina, più diretta, più facile. Questo è lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza. La Madre, infatti, ci conduce all’inizio e al cuore della fede, che non è una teoria o un impegno, ma un dono immenso, che ci fa figli amati, dimore dell’amore del Padre. Perciò accogliere nella propria vita la Madre non è una scelta di devozione, ma è un’esigenza di fede: «Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani» (S. Paolo VI, Omelia a Cagliari, 24 aprile 1970), cioè figli di Maria.

Di Maria la Chiesa ha bisogno per riscoprire il proprio volto femminile: per assomigliare maggiormente a lei che, donna, Vergine e Madre, ne rappresenta il modello e la figura perfetta (cfr Lumen gentium, 63); per fare spazio alle donne ed essere generativa attraverso una pastorale fatta di cura e di sollecitudine, di pazienza e di coraggio materno. Ma anche il mondo ha bisogno di guardare alle madri e alle donne per trovare la pace, per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio, e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono. E ogni società ha bisogno di accogliere il dono della donna, di ogni donna: di rispettarla, custodirla, valorizzarla, sapendo che chi ferisce una sola donna profana Dio, nato da donna.

Maria, la donna, come è decisiva nella pienezza del tempo, così è determinante per la vita di ognuno; perché nessuno meglio della Madre conosce i tempi e le urgenze dei figli. Ce lo mostra ancora una volta un “inizio”, il primo segno compiuto da Gesù, alle nozze di Cana. Lì è proprio Maria ad accorgersi che manca il vino e a rivolgersi a Lui (cfr Gv 2,3). Sono i bisogni dei figli che muovono lei, la Madre, a spingere Gesù a intervenire. E a Cana Gesù dice: «Riempite d’acqua le anfore; e le riempirono fino all’orlo» (Gv 2,7). Maria, che conosce le nostre necessità, affretta anche per noi i traboccamenti della grazia e porta le nostre vite verso la pienezza. Fratelli, sorelle, noi tutti abbiamo delle mancanze, delle solitudini, dei vuoti che chiedono di essere colmati. Ognuno di noi conosce i propri. Chi può colmarli se non Maria, Madre della pienezza? Quando siamo tentati di chiuderci in noi stessi, andiamo da lei; quando non riusciamo a districarci tra i nodi della vita, cerchiamo rifugio in lei. I nostri tempi, vuoti di pace, hanno bisogno di una Madre che ricompatti la famiglia umana. Guardiamo a Maria per diventare costruttori di unità, e facciamolo con la sua creatività di Madre, che si prende cura dei figli: li raduna e li consola, ne ascolta le pene e ne asciuga le lacrime. E guardiamo quell’icona così tenera della Virgo lactans [dell’Abbazia di Montevergine]. Così è la mamma: con quanta tenerezza ci accudisce ed è vicina a noi. Ci accudisce ed è vicina a noi.

Affidiamo il nuovo anno alla Madre di Dio. Consacriamole le nostre vite. Lei, con tenerezza, saprà dischiuderne la pienezza. Perché ci condurrà a Gesù e Gesù è la pienezza del tempo, di ogni tempo, del nostro tempo, del tempo di ognuno di noi. Infatti, come è stato scritto, “non è stata la pienezza dei tempi a far sì che il Figlio di Dio fosse inviato, ma al contrario, l’invio del Figlio ha fatto scaturire la pienezza dei tempi” (cfr M. Lutero, Vorlesung über den Galaterbrief 1516-1517, 18). Fratelli e sorelle, sia quest’anno pieno della consolazione del Signore; sia quest’anno colmo della tenerezza materna di Maria, la Santa Madre di Dio.

E vi invito adesso a proclamare tutti insieme, per tre volte: Santa Madre di Dio! Insieme: Santa Madre di Dio! Santa Madre di Dio! Santa Madre di Dio!

[00001-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Les paroles de l’apôtre Paul éclairent le début de la nouvelle année : « Lorsqu’est venue la plénitude des temps, Dieu a envoyé son Fils, né d’une femme » (Ga 4, 4). L’expression “plénitude des temps” est frappante. Autrefois on mesurait le temps en vidant et en remplissant des amphores : lorsqu’elles étaient vides, commençait une nouvelle période qui se terminait lorsqu’elles étaient pleines. Voilà la plénitude des temps : quand l’amphore de l’histoire est pleine, la grâce divine déborde : Dieu se fait homme et il le fait sous le signe d’une femme, Marie. Elle est la voie choisie par Dieu ; elle est le point d’arrivée de tant de personnes et de générations qui ont préparé “goutte à goutte” la venue du Seigneur dans le monde. La Mère est ainsi au cœur du temps : il a plu à Dieu de dérouler l’histoire à travers elle, la femme. Avec ce mot, l’Écriture nous renvoie aux origines, à la Genèse, et nous suggère que la Mère avec l’Enfant marque une nouvelle création, un nouveau commencement. Au commencement du temps du salut, il y a donc la sainte Mère de Dieu, notre sainte Mère.

Il est donc beau que l’année s’ouvre en l’invoquant ; il est beau que le Peuple fidèle, comme autrefois à Éphèse– ils étaient courageux ces chrétiens ! -, proclame avec joie la Sainte Mère de Dieu. Les paroles Mère de Dieu expriment en effet la joyeuse certitude que le Seigneur, tendre Enfant dans les bras de sa mère, s’est uni pour toujours à notre humanité, au point qu’elle n’est plus seulement la nôtre, mais la sienne. Mère de Dieu : peu de mots pour confesser l’alliance éternelle du Seigneur avec nous. Mère de Dieu : c’est un dogme de foi, mais c’est aussi un “dogme d’espérance” : Dieu en l’homme et l’homme en Dieu, pour toujours. La sainte Mère de Dieu.

Dans la plénitude des temps, le Père envoya son Fils né d’une femme ; mais le texte de saint Paul ajoute un second envoi : « Dieu a envoyé l’Esprit de son Fils dans nos cœurs, et cet Esprit crie “Abba !”, c’est-à-dire : Père ! » (Ga 4, 6). Et dans l’envoi de l’Esprit aussi, la Mère est protagoniste : l’Esprit Saint commence à se poser sur elle à l’Annonciation (cf. Lc 1, 35), puis, aux débuts de l’Église, il descend sur les Apôtres réunis en prière « avec Marie, la Mère » (Ac 1, 14). Ainsi l’accueil de Marie nous a apporté les plus grands dons : elle « a fait du Seigneur de majesté notre frère » (Tommaso da Celano, Vita seconda, CL, 198 : FF 786) et a permis à l’Esprit de crier dans nos cœurs : “Abbà, Père!”. La maternité de Marie est la voie pour rencontrer la tendresse paternelle de Dieu, la voie la plus proche, la plus directe, la plus facile. C’est le style de Dieu : proximité, compassion et tendresse. En effet, la Mère nous conduit au début et au cœur de la foi, qui n’est pas une théorie ou un engagement, mais un don immense, qui fait de nous des enfants bien-aimés, des demeures de l’amour du Père. C’est pourquoi accueillir la Mère dans sa vie n’est pas un choix de dévotion, mais une exigence de foi : « Si nous voulons être chrétiens, nous devons être mariaux » (S. Paul VI, Homélie à Cagliari, 24 avril 1970), c’est-à-dire enfants de Marie.

L’Église a besoin de Marie pour redécouvrir son visage féminin : pour lui ressembler davantage, elle qui, femme, Vierge et Mère en représente le modèle et la figure parfaite (cf. Lumen gentium, n. 63) ; pour faire de la place aux femmes et être procréatrice à travers une pastorale faite de soin et de sollicitude, de patience et de courage maternel. Mais le monde a aussi besoin de regarder les mères et les femmes pour trouver la paix, pour sortir des spirales de la violence et de la haine, et revenir à avoir des regards humains et des cœurs qui voient. Et toute société a besoin d’accueillir le don de la femme, de toute femme, de la respecter, de la protéger, de la valoriser, en sachant que celui qui blesse une seule femme profane Dieu, né de la femme.

Marie, la femme, décisive dans la plénitude des temps, est de la même manière déterminante pour la vie de chacun ; car personne ne connaît mieux qu’une Mère les temps et les urgences de ses enfants. Un “commencement” nous le montre encore une fois, le premier signe accompli par Jésus, aux noces de Cana. C’est Marie qui s’aperçoit que le vin manque et qui s’adresse à Lui (cf. Jn 2, 3). Ce sont les nécessités des enfants qui l’incitent, elle, la Mère, à pousser Jésus à intervenir. Et à Cana Jésus dit : « “Remplissez d’eau les jarres”. Et ils les remplirent jusqu’au bord. » (Jn 2, 7). Marie, qui connaît nos besoins, hâte pour nous aussi les débordements de la grâce et porte nos vies vers la plénitude. Frères, sœurs, nous avons tous des manques, des solitudes, des vides qui demandent à être comblés. Chacun connaît les siens. Qui peut les combler sinon Marie, Mère de la plénitude ? Lorsque nous sommes tentés de nous refermer sur nous-mêmes, allons vers elle ; lorsque nous ne réussissons pas à nous extirper des nœuds de la vie, cherchons refuge en elle. Notre époque, vide de paix, a besoin d’une Mère qui recompose la famille humaine. Regardons Marie pour devenir des constructeurs d’unité, et faisons-le avec sa créativité de Mère, qui prend soin de ses enfants : elle les rassemble et les console, elle écoute leurs peines et essuie leurs larmes. Et regardons cette icone si tendre de la Virgo lactans [de l’abbaye de Montevergine]. Une mère fait ainsi : avec beaucoup de tendresse elle s’occupe de nous et se fait proche.

Confions la nouvelle année à la Mère de Dieu. Consacrons-lui nos vies. Elle saura, avec tendresse, en ouvrir la plénitude. Car elle nous conduira à Jésus et Jésus est la plénitude des temps, de tout temps, de notre temps, du temps de chacun. En effet, comme il a été écrit, “ce n’est pas la plénitude des temps qui a fait venir le Fils de Dieu, mais au contraire, l’envoi du Fils a fait jaillir la plénitude des temps” (cf. M. Luther, Vorlesung über den Galaterbrief 1516-1517, 18). Frères et sœurs, que cette année soit pleine de la consolation du Seigneur ; que cette année soit pleine de la tendresse maternelle de Marie, la Sainte Mère de Dieu.

Et je vous invite à présent à proclamer tous ensemble trois fois : Sainte Mère de Dieu ! Ensemble : Sainte Mère de Dieu ! Sainte Mère de Dieu ! Sainte Mère de Dieu !

[00001-FR.02] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

The words of the Apostle Paul illumine the beginning of this new year: “When the fullness of time had come, God sent his Son, born of a woman” (Gal 4:4). The expression “the fullness of time” is striking. In ancient times, time was measured using vases of water; the passage of time was marked by how long it took for an empty vase to be filled. Hence the meaning of the phrase “fullness of time”: once the vase of history is filled, divine grace spills over. God becomes man and he does so through a woman, Mary. She is the means chosen by God, the culmination of that long line of individuals and generations that “drop by drop” prepared for the Lord’s coming into the world. The Mother, then, stands at the very heart of the mystery of time. It pleased God to turn history around through her, the woman. With that one word, “woman”, the Scripture brings us back to the beginning, to Genesis, and makes us realize that the Mother and Child mark a new creation, a new beginning. Thus, at the beginning of the time of salvation, there is the Holy Mother of God, our Holy Mother.

It is fitting, then, that the year should open by invoking her; it is fitting that God’s faithful people should acclaim her with joy, as once those bold Christians did in Ephesus, as the Holy Mother of God. For those words, Mother of God, express the joyful certainty that the Lord, a tiny Child in his Mamma’s arms, has united himself forever to our humanity, to the point that it is no longer only ours, but his as well. Mother of God: a simple phrase that confesses the Lord’s eternal covenant with us. Mother of God: a dogma of faith, but also a “dogma of hope”; God in man, and man in God, forever. The Holy Mother of God.

In the fullness of time, the Father sent his Son, born of a woman. But Saint Paul also speaks of a second sending: “God sent the Spirit of his Son into our hearts, crying, ‘Abba, Father!’” (Gal 4:6). In the sending of the Spirit, the Mother also plays a central role: the Holy Spirit comes to rest upon her at the Annunciation (cf. Lk 1:35); later, at the birth of the Church, he descends upon the apostles gathered in prayer “with Mary, the Mother” (Acts 1:14). Mary’s receptiveness to the working of the Spirit brought us the greatest of all gifts: she “enabled the Lord of Majesty to become our brother” (THOMAS OF CELANO, Vita secunda, CL, 198: FF 786), so that the Spirit can cry out in our hearts: “Abba, Father!” The motherhood of Mary is the path leading us to the paternal tenderness of God, the closest, most direct and easiest of paths. This is God’s “style”: closeness, compassion and tenderness. Indeed, the Mother leads us to the beginning and heart of faith, which is not a theory or a task, but a boundless gift that makes us beloved sons and daughters, tabernacles of the Father’s love. It follows that welcoming the Mother into our lives is not a matter of devotion but a requirement of faith: “If we want to be Christians, we must be ‘Marians’” (SAINT PAUL VI, Homily in Cagliari, 24 April 1970), that is “children of Mary”.

The Church needs Mary in order to recover her own feminine face, to resemble more fully the woman, Virgin and Mother, who is her model and perfect image (cf. Lumen Gentium, 63), to make space for women and to be “generative” through a pastoral ministry marked by concern and care, patience and maternal courage. The world, too, needs to look to mothers and to women in order to find peace, to emerge from the spiral of violence and hatred, and once more see things with genuinely human eyes and hearts. Every society needs to accept the gift that is woman, every woman: to respect, defend and esteem women, in the knowledge that whosoever harms a single woman profanes God, who was “born of a woman”.

Just as Mary, the woman, played a decisive role in the fullness of time, she is also decisive in the lives of each of us, for no one knows better than a Mother the stages of growth and the urgent needs of her children. Mary shows us this in yet another “beginning”: the first sign that Jesus performs, at the wedding feast of Cana. There, she is the one who realizes that the wine has run out, and who appeals to Jesus (cf. Jn 2:3). The needs of her children move her, the Mother, to beg Jesus to intervene. At Cana, Jesus says: “‘Fill the jars with water’. And they filled them up to the brim” (Jn 2:7). Mary knows our needs; she intercedes to make grace overflow in our lives and to guide them to authentic fulfilment. Brothers and sisters, all of us have our shortcomings, our times of loneliness, our inner emptiness that cries out to be filled. Each of us knows this well. Who can fill our emptiness if not Mary, the Mother of fullness? Whenever we are tempted to retreat into ourselves, let us run to her; whenever we are no longer able to untie the knots in our lives, let us seek refuge in her. Our times, bereft of peace, need a Mother who can reunite the human family. Let us look to Mary, in order to become artisans of unity. Let us do so with her maternal creativity and concern for her children. For she unites them and consoles them; she listens to their troubles and she dries their tears. And let us look upon that tender icon of the Virgo lactans [of Montevergine Abbey]. That is how our mother is with: how tenderly she looks after us and draws close to us. She cares for us and remains close to us.

Let us entrust this coming year to the Mother of God. Let us consecrate our lives to her. With tender love, she will open our eyes to their fullness. For she will lead us to Jesus, who is himself “the fullness of time”, of every time, of our own time, of each one of us. Indeed, as was once written: “It was not the fullness of time that brought about the sending of the Son of God, but the sending of the Son that brought about the fullness of time” (cf. MARTIN LUTHER, Vorlesung über den Galaterbrief 1516-1517, 18). Brothers and sisters, may this year be filled with the consolation of the Lord! May this year be filled with the tender maternal love of Mary, the Holy Mother of God.

I now invite all of us together to proclaim three times: Holy Mother of God! Holy Mother of God! Holy Mother of God!

[00001-EN.02] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

Die Worte des Apostels Paulus erhellen den Beginn des neuen Jahres: »Als aber die Zeit erfüllt war, sandte Gott seinen Sohn, geboren von einer Frau und dem Gesetz unterstellt« (Gal 4,4). Beeindruckend ist der Ausdruck „Fülle der Zeit“. In der Antike wurde die Zeit durch das Leeren und Füllen von Krügen gemessen: Wenn sie leer waren, begann eine neue Zeitspanne, die endete, wenn sie voll waren. Dies also ist die Fülle der Zeit: Wenn das Gefäß der Geschichte voll ist, fließt die göttliche Gnade über: Gott wird Mensch und zwar durch eine Frau, durch Maria. Sie ist der Weg, den Gott gewählt hat; sie steht am Ende so vieler Menschen und Generationen, die „Tropfen für Tropfen“ das Kommen des Herrn in die Welt vorbereitet haben. Die Mutter steht damit am Mittelpunkt der Zeit: Es hat Gott gefallen, durch sie, die Frau, der Geschichte eine Wendung zu geben. Mit diesem Wort verweist uns die Heilige Schrift zu den Ursprüngen zurück, zur Genesis, und legt uns nahe, dass die Mutter mit dem Kind eine neue Schöpfung, einen neuen Anfang bezeichnet. Am Anfang der Zeit des Heils findet sich also die heilige Mutter Gottes, unsere heilige Mutter.

Es ist daher schön, dass das Jahr mit ihrer Anrufung beginnt; es ist schön, dass das gläubige Volk sie, wie einst in Ephesus – diese Christen waren mutig –, freudig als heilige Gottesmutter proklamiert. Denn die Worte Mutter Gottes drücken die freudige Gewissheit aus, dass der Herr, als zartes Kind in den Armen seiner Mutter, sich für immer mit unserer Menschheit verbunden hat, so dass sie nicht mehr nur unsere ist, sondern auch seine. Gottesmutter: dieses Wort ist ein Bekenntnis zum ewigen Bund des Herrn mit uns. Gottesmutter: Das ist ein Dogma des Glaubens, aber auch ein „Dogma der Hoffnung“. Gott im Menschen und der Mensch in Gott, für immer. Die heilige Mutter Gottes.

In der Fülle der Zeit sandte der Vater seinen Sohn, geboren von einer Frau; aber der Text des heiligen Paulus fügt eine zweite Sendung hinzu: »Gott [sandte] den Geist seines Sohnes in unsere Herzen, den Geist, der ruft: Abba, Vater« (Gal 4,6). Und auch bei der Aussendung des Geistes spielt die Mutter eine entscheidende Rolle: Der Heilige Geist kommt bei der Verkündigung über sie (vgl. Lk 1,35) und in den Anfängen der Kirche kommt er auf die Apostel herab, die mit »Maria, der Mutter« (Apg 1,14) im Gebet versammelt sind. So hat uns die Aufnahmebereitschaft Marias die größten Gaben eingebracht: Sie hat »den Herrn der Herrlichkeit zu unserem Bruder gemacht« (Thomas von Celano, Vita seconda, CL, 198: FF 786) und dem Geist ermöglicht, in unseren Herzen „Abba, Vater“ zu rufen. Die Mutterschaft Mariens ist der Weg, um der väterlichen Zärtlichkeit Gottes zu begegnen, der nächstliegende, direkteste und einfachste Weg. Das ist der Stil Gottes: Nähe, Mitgefühl und Zärtlichkeit. Die Mutter führt uns nämlich zum Anfang und zum Herzen des Glaubens, der keine Theorie oder Verpflichtung ist, sondern ein unermessliches Geschenk, das uns zu geliebten Kindern macht, zu Wohnstätten der Liebe des Vaters. Daher ist es keine Frage der Frömmigkeit, die Gottesmutter in das eigene Leben aufzunehmen, sondern es ist ein Erfordernis des Glaubens: »Wenn wir Christen sein wollen, müssen wir marianisch sein« (Hl. Paul VI., Homilie in Cagliari, 24. April 1970), das bedeutet Kinder Mariens.

Die Kirche braucht Maria, um ihr weibliches Angesicht wiederzuentdecken: um ihr ähnlicher zu werden, die als Frau, Jungfrau und Mutter ihr Vorbild und ihre vollkommene Gestalt darstellt (vgl. Lumen gentium, 63); um den Frauen Raum zu geben und durch eine Pastoral fruchtbar zu sein, die geprägt ist von Fürsorge und Dienstbarkeit, Geduld und mütterlichem Mut. Doch auch die Welt hat es nötig, auf die Mütter und Frauen zu schauen, um Frieden zu finden, um aus den Spiralen der Gewalt und des Hasses auszubrechen und wieder einen menschlichen Blick und ein sehendes Herz zu erlangen. Und jede Gesellschaft hat es nötig, das Geschenk der Frau, einer jeden Frau, anzunehmen: sie zu respektieren, sie zu schützen und sie zur Geltung kommen zu lassen, in dem Wissen, dass derjenige, der auch nur eine einzige Frau verletzt, Gott lästert, der von einer Frau geboren wurde.

So wie Maria, die Frau, im Augenblick der Fülle der Zeit von entscheidender Bedeutung ist, so ist sie auch für das Leben eines jeden von uns maßgebend; denn niemand kennt die Zeiten und die Bedürfnisse der Kinder besser als die Mutter. Dies wird erneut an einem „Anfang“ sichtbar, nämlich als Jesus bei der Hochzeit zu Kana sein erstes Zeichen wirkt. Dort ist es eben Maria, die bemerkt, dass es keinen Wein mehr gibt, und die sich an ihn wendet (vgl. Joh 2,3). Es sind die Bedürfnisse der Kinder, die sie, die Mutter, dazu bringen, Jesus zum Eingreifen zu bewegen. Und in Kana sagt Jesus: »Füllt die Krüge mit Wasser! Und sie füllten sie bis zum Rand« (Joh 2,7). Maria, die unsere Nöte kennt, beschleunigt auch für uns das Überfließen der Gnade und bringt unser Leben zu seiner Erfüllung. Brüder und Schwestern, wir alle haben Unzulänglichkeiten und erleben Einsamkeit und Leere, die gefüllt werden wollen. Jeder von uns kennt seine eigenen. Wer kann sie füllen, wenn nicht Maria, die Mutter der Fülle? Gehen wir zu ihr, wenn wir versucht sind, uns in uns selbst zu verschließen; suchen wir Zuflucht bei ihr, wenn wir es nicht schaffen, uns aus den Knoten des Lebens herauszuwinden. Unsere friedlosen Zeiten brauchen eine Mutter, die die Menschheitsfamilie wieder eint. Schauen wir auf Maria, um Konstrukteure der Einheit zu werden, und tun wir das mit ihrer mütterlichen Kreativität, mit der sie sich um ihre Kinder kümmert: sie versammelt sie und tröstet sie, sie hört sich ihre Sorgen an und trocknet ihre Tränen. Und schauen wir auf dieses so zärtliche Bild der Virgo lactans [der Abtei Montevergine]. So ist die Mama: mit welch einer Zärtlichkeit sie sich um uns kümmert und uns nahe ist. Sie kümmert sich um uns und ist uns nahe.

Vertrauen wir das neue Jahr der Gottesmutter an. Weihen wir ihr unser Leben. Sie wird es verstehen, zärtlich seine Fülle zu erschließen. Denn sie wird uns zu Jesus führen, und Jesus ist die Fülle der Zeit, jeder Zeit, unserer Zeit, der Zeit eines jeden von uns. Denn, wie einmal geschrieben wurde, war es nicht die Fülle der Zeit, die die Sendung des Sohnes Gottes bewirkt hat, sondern im Gegenteil: es war die Sendung des Sohnes, die die Fülle der Zeit heraufgeführt hat (vgl. M. Luther, Vorlesung über den Galaterbrief 1516-1517, 18). Brüder und Schwestern, möge dieses Jahr voll sein mit dem Trost des Herrn; möge dieses Jahr erfüllt sein von der mütterlichen Zärtlichkeit Mariens, der heiligen Mutter Gottes.

Und nun lade ich euch alle ein, dreimal gemeinsam zu rufen: Heilige Mutter Gottes! Gemeinsam: Heilige Mutter Gottes! Heilige Mutter Gottes! Heilige Mutter Gottes!

[00001-DE.02] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

Las palabras del apóstol Pablo iluminan el comienzo del nuevo año: «cuando llegó la plenitud del tiempo, envió Dios a su Hijo, nacido de una mujer» (Ga 4,4). Impacta la expresión “plenitud del tiempo”. Antiguamente, el tiempo se medía vaciando y llenando unas ánforas; cuando estaban vacías comenzaba un nuevo periodo de tiempo, que terminaba cuando estaban llenas. Esa es la plenitud del tiempo: cuando el ánfora de la historia está colmada, la gracia divina desborda; así pues, Dios se hace hombre y lo hace en el signo de una mujer, María. Ella es el camino elegido por Dios, ella es el punto de llegada de tantas personas y generaciones que, “gota a gota”, han preparado la venida del Señor al mundo. De este modo, la Madre está en el centro del tiempo. Dios se ha complacido de dar un giro a la historia por medio de María, la mujer. Con esta palabra la Escritura nos remite a los orígenes, al Génesis, y nos sugiere que la Madre con el Niño marca una nueva creación, un nuevo comienzo. Por tanto, al principio del tiempo de la salvación está la Santa Madre de Dios, nuestra Madre santa.

Es hermoso entonces que el año comience invocándola; es hermoso que el Pueblo fiel, como antaño en Éfeso — eran valientes esos cristianos— proclame con alegría a la Santa Madre de Dios. Las palabras Madre de Dios expresan, en efecto, la alegre certeza de que el Señor, tierno Niño en brazos de su mamá, se ha unido para siempre a nuestra humanidad, hasta el punto de que esta ya no es sólo nuestra, sino también suya. Madre de Dios: son pocas palabras para confesar la alianza eterna del Señor con nosotros. Madre de Dios: es un dogma de fe, pero es también un “dogma de esperanza”; Dios en el hombre y el hombre en Dios, para siempre. Santa Madre de Dios.

En la plenitud del tiempo el Padre envió a su Hijo nacido de mujer; pero el texto de san Pablo agrega un segundo envío: «Dios envió a nuestros corazones el Espíritu de su Hijo, que clama a Dios llamándolo: ¡Abba!, es decir, ¡Padre!» (Ga 4,6). Y también en el envío del Espíritu la Madre es protagonista: el Espíritu Santo desciende sobre ella en la Anunciación (cf. Lc 1,35), después en los inicios de la Iglesia desciende sobre los Apóstoles reunidos en oración con «María, la madre» (Hch 1,14). De esta manera, la acogida de María nos ha traído los dones más grandes; ella ha «hecho hermano nuestro al Señor de la majestad» (Tomás de Celano, Vida segunda, CL, 198: FF 786) y ha permitido que el Espíritu clame en nuestros corazones: “¡Abba!, ¡Papá!”. La maternidad de María es el camino para encontrar la ternura paterna de Dios, el camino más cercano, más directo, más fácil. Este es el estilo de Dios: cercanía, compasión y ternura. La Madre, en efecto, nos conduce al principio y al corazón de la fe, que no se trata de una teoría o de un compromiso, sino de un don inmenso, que nos hace hijos amados, moradas del amor del Padre. Por eso, acoger a la Madre en la propia vida no es una elección devota, sino una exigencia de la fe: «Si queremos ser cristianos, debemos ser marianos» (S. Pablo VI, Homilía en Cagliari, 24 abril 1970), es decir, hijos de María.

La Iglesia necesita de María para redescubrir su propio rostro femenino, para asemejarse más a ella que, como mujer, Virgen y Madre, representa su modelo y su figura perfecta (cf. Lumen gentium, 63); para dar espacio a las mujeres y para ser generativa a través de una pastoral hecha de cuidado y solicitud, de paciencia y valentía materna. También el mundo necesita mirar a las madres y a las mujeres para encontrar la paz, para escapar de las espirales de violencia y odio, y volver a tener miradas humanas y corazones que ven. Y toda sociedad necesita acoger el don de la mujer, de cada mujer: respetarla, cuidarla, valorarla, sabiendo que quien lastima a una mujer profana a Dios, nacido de mujer.

María, la mujer, así como fue decisiva en la plenitud del tiempo, también es determinante en la vida de cada uno; porque nadie mejor que la Madre conoce los tiempos y las urgencias de sus hijos. Nos lo nuestra una vez más con otro “comienzo”, el primer signo realizado por Jesús en las bodas de Caná. Allí es precisamente María quien se da cuenta que falta el vino y se dirige a Él (cf. Jn 2,3). Son las necesidades de los hijos las que la mueven a ella, a la Madre, a pedirle a Jesús que intervenga. Y en Caná Jesús dice: «“Llenen de agua estas tinajas”. Y las llenaron hasta el borde» (Jn 2,7). María, que conoce nuestras necesidades, apresura también para nosotros el desbordamiento de la gracia y lleva nuestras vidas hacia la plenitud. Hermanos, hermanas, todos nosotros tenemos carencias, soledades, vacíos que necesitan ser colmados. Cada uno de nosotros conoce los suyos. ¿Quién puede colmarlos sino María, Madre de la plenitud? Cuando estamos tentados de encerrarnos en nosotros mismos, acudimos a ella; cuando no logramos desenredarnos de los nudos de la vida, buscamos refugio en ella. Nuestro tiempo, vacío de paz, necesita de una Madre que vuelva a reunir a la familia humana. Miremos a María para ser constructores de unidad, y hagámoslo con su creatividad de Madre, que cuida de sus hijos, los congrega y los consuela, escucha sus penas y enjuga sus lágrimas. Y miremos ese icono tan tierno de la Virgo lactans [de la Abadía de Montevergine]. Así es la mamá: con cuánta ternura nos cuida y está cerca de nosotros. Nos cuida y está cerca de nosotros.

Confiemos el nuevo año a la Madre de Dios. Consagrémosle nuestra vida. Ella, con ternura, sabrá revelar su plenitud; porque nos conducirá a Jesús, y Jesús es la plenitud del tiempo, de todo tiempo, de nuestro tiempo, del tiempo de cada uno de nosotros. En efecto, como se ha escrito, “no ha sido la plenitud del tiempo lo que hizo que fuera enviado el Hijo de Dios, sino al contrario, el envío del Hijo dio lugar a la plenitud del tiempo” (cf. M. Lutero, Vorlesung über den Galaterbrief 1516-1517, 18). Hermanos y hermanas que este año esté lleno de la consolación del Señor; que este año esté colmado de la ternura materna de María, la Santa Madre de Dios.

Y los invito ahora a proclamar todos juntos, por tres veces: ¡Santa Madre de Dios! Juntos: ¡Santa Madre de Dios! ¡Santa Madre de Dios! ¡Santa Madre de Dios!

[00001-ES.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

As palavras do apóstolo Paulo iluminam o início do novo ano: «Quando chegou a plenitude do tempo, Deus enviou o seu Filho, nascido de uma mulher» (Gal 4, 4). Impressiona a expressão «plenitude do tempo». Antigamente era costume medir o tempo esvaziando e enchendo ânforas: quando estavam vazias, começava um novo período de tempo, que terminava quando estivessem cheias. Vemos nisto a plenitude do tempo: quando a ânfora da história está cheia, a graça divina transborda. Deus faz-Se homem e faz-Se através de uma mulher, Maria. Ela é o caminho escolhido por Deus; Ela é o ponto de chegada de muitas pessoas e gerações que, «gota a gota», prepararam a vinda do Senhor ao mundo. Deste modo a Mãe está no coração do tempo: aprouve a Deus fazer a viragem da história através d’Ela, a mulher. Com esta palavra, a Escritura remete-nos para as origens, para a génese, e sugere-nos que a Mãe com o Menino assinala uma nova criação, um novo início. Portanto, no início do tempo da salvação, temos a Santa Mãe de Deus, a nossa Mãe santa.

Assim é bom que o ano se abra com a invocação d’Ela; é bom que o povo fiel, como outrora em Éfeso (eram corajosos, aqueles cristãos!), proclame com alegria a Santa Mãe de Deus. De facto, as palavras Mãe de Deus exprimem a feliz certeza de que o Senhor, terno Menino nos braços da Mãe, Se uniu para sempre à nossa humanidade, de tal modo que esta já não é só nossa, mas d’Ele. Mãe de Deus: poucas palavras para confessar a aliança eterna do Senhor connosco. Mãe de Deus, um dogma de fé, mas é também um «dogma de esperança»: Deus no homem e o homem em Deus, para sempre. A Santa Mãe de Deus.

Na plenitude do tempo, o Pai enviou o seu Filho nascido de uma mulher; o texto de São Paulo, porém, acrescenta um segundo envio: «Deus enviou aos nossos corações o Espírito do seu Filho, que clama: “Abbá! – Pai!”» (Gal 4, 6). E a Mãe, também no envio do Espírito, é protagonista: o Espírito Santo pousa sobre Ela na Anunciação (cf. Lc 1, 35); depois, nos primórdios da Igreja, desce sobre os Apóstolos reunidos em oração «com Maria, a Mãe» (At 1, 14). Assim, o acolhimento de Maria trouxe-nos os dons maiores: «tornou o Senhor de majestade nosso irmão» (Tomás de Celano, Vita seconda, CL, 198: FF 786) e possibilitou ao Espírito gritar nos nossos corações: «Abbá – Papá». A maternidade de Maria é o caminho para encontrar a ternura paterna de Deus, o caminho mais próximo, mais direto, mais fácil. Este é o estilo de Deus: proximidade, compaixão e ternura. Com efeito, é a Mãe que nos conduz ao início e ao coração da fé; esta não é uma teoria nem um empenho pessoal, mas um dom imenso, que nos faz filhos amados, moradas do amor do Pai. Por isso, acolher na própria vida a Mãe, não é uma decisão de mera devoção; é uma exigência de fé: «Se queremos ser cristãos, devemos ser marianos» (S. Paulo VI, Homilia em Cagliari, 24/IV/1970), isto é, filhos de Maria.

A Igreja precisa de Maria para descobrir o seu próprio rosto feminino: para se assemelhar ainda mais a Ela que, como mulher Virgem e Mãe, representa o seu modelo e figura perfeita (cf. Lumen gentium, 63); para abrir espaço às mulheres e ser geradora através duma pastoral feita de cuidado e solicitude, paciência e coragem materna. Mas, o próprio mundo precisa de olhar para as mães e as mulheres a fim de encontrar a paz, escapar das espirais da violência e do ódio, voltar a ter um olhar humano e um coração que vê. E toda a sociedade precisa de acolher o dom da mulher, de cada mulher: respeitá-la, protegê-la, valorizá-la, sabendo que, quem fere ainda que seja uma única mulher, profana Deus, nascido de mulher.

Maria, a mulher, assim como é decisiva na plenitude do tempo, também o é para a vida de cada um; porque ninguém melhor do que a Mãe conhece os tempos e as urgências dos filhos. Demonstra-no-lo mais uma vez um «início»: o primeiro sinal realizado por Jesus, nas bodas de Caná. Lá, é precisamente Maria que Se apercebe da falta do vinho e assinala o caso ao Filho (cf. Jo 2, 3). São as carências dos filhos que A movem a Ela, a Mãe, a instigar Jesus a intervir. E, em Caná, Jesus diz: «“Enchei as vasilhas de água”. Eles encheram-nas até acima» (Jo 2, 7-8). Maria, que conhece as nossas necessidades, apressa também o transbordamento da graça para nós e leva as nossas vidas rumo à plenitude. Irmãos, irmãs, todos nós temos falhas, solidões, vazios que pedem para ser preenchidos. Cada um de nós conhece os seus. Quem poderá preenchê-los senão Maria, Mãe da plenitude? Quando sentirmos a tentação de nos fecharmos em nós mesmos, acorramos a Ela; quando não conseguirmos desembaraçar-nos por entre os nós da vida, procuremos refúgio n’Ela. Os nossos tempos, vazios de paz, precisam duma Mãe que congregue a família humana. Fixemos Maria para nos tornarmos construtores de unidade, fazendo-o com a sua criatividade de Mãe, que cuida dos filhos: reúne-os e conforta-os, escuta as suas penas e enxuga as suas lágrimas. Olhemos aquele ícone tão terno da Virgo lactans [da Abadia de Montevergine]! A Mãe é assim: com quanta ternura cuida de nós e permanece junto de nós. Cuida de nós e permanece ao nosso lado.

Confiemos o novo ano à Mãe de Deus. Consagremos-Lhe as nossas vidas. Ela saberá, com ternura, apontar-nos a sua plenitude; com efeito, levar-nos-á a Jesus, e Jesus é a plenitude do tempo, de cada tempo, do nosso tempo, do tempo de cada um de nós. De facto – como escreveu alguém – «não foi a plenitude dos tempos que fez com que o Filho de Deus fosse enviado, mas, ao invés, foi o envio do Filho que fez jorrar a plenitude dos tempos» (cf. M. Lutero, Vorlesung über den Galaterbrief, 1516-1517, 18). Irmãos e irmãs, que este ano seja cheio da consolação do Senhor! Que este ano seja repleto da ternura materna de Maria, a Santa Mãe de Deus.

E agora convido-vos a aclamar, todos juntos, três vezes «Santa Mãe de Deus!» Juntos: Santa Mãe de Deus! Santa Mãe de Deus! Santa Mãe de Deus!

[00001-PO.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

Słowa Apostoła Pawła rzucają światło na początek Nowego Roku: „Gdy nadeszła pełnia czasu, zesłał Bóg Syna swego, zrodzonego z Niewiasty” (Ga 4, 4). Uderza wyrażenie „pełnia czasu”. W starożytności czas odmierzano opróżniając i napełniając amfory: gdy były puste, rozpoczynał się nowy okres czasu, który kończył się, gdy były pełne. Oto pełnia czasu: kiedy amfora historii jest pełna, przelewa się Boża łaska: Bóg staje się człowiekiem i czyni to w znaku niewiasty, Maryi. Ona jest drogą wybraną przez Boga; jest punktem dojścia wielu ludzi i pokoleń, które „kropla po kropli”, przygotowywały przyjście Pana na świat. W ten sposób Matka znajduje się w centrum czasu: spodobało się Bogu dokonać przełomu dziejów poprzez Nią, niewiastę. Tym słowem Pismo Święte odsyła nas do początków, do Księgi Rodzaju, i sugeruje, że Matka z Dzieciątkiem oznacza nowe stworzenie, nowy początek. Na początku czasu zbawienia jest zatem Święta Matka Boga, nasza święta Matka.

Piękne jest więc to, że rok rozpoczyna się od Jej przyzywania; piękne jest to, że Lud wierny, jak niegdyś w Efezie – odważni byli ci chrześcijanie! – z radością głosi Świętą Bożą Rodzicielkę. Rzeczywiście, słowa Matka Boga wyrażają radosną pewność, że Pan, kruche Dzieciątko w ramionach swojej Matki, na zawsze zjednoczył się z naszym człowieczeństwem, do tego stopnia, że nie jest ono już tylko nasze, ale Jego. Matka Boga: niewiele słów, aby wyznać wieczne przymierze Pana z nami. Matka Boga: jest to dogmat wiary, ale także „dogmat nadziei”: Bóg w człowieku i człowiek w Bogu, na zawsze. Święta Boża Rodzicielka.

W pełni czasów Ojciec zesłał swego Syna, zrodzonego z Niewiasty: ale tekst św. Pawła dodaje drugie posłanie: „Bóg zesłał do serc naszych Ducha Syna swego, który woła: «Abba, Ojcze!»” (Ga 4, 6). Również w zesłaniu Ducha, Matka odgrywa ważną rolę: Duch Święty zaczyna spoczywać na Niej podczas Zwiastowania (por. Łk 1, 35), a następnie na początku Kościoła zstępuje na Apostołów zgromadzonych na modlitwie „z Maryją, Matką” (Dz 1, 14). W ten sposób przyjęcie Maryi przyniosło nam największe dary: Ona „Pana majestatu uczyniła naszym bratem” (Tomasz z Celano, Życiorys drugi świętego Franciszka z Asyżu. CL, 198: FF 786) i pozwoliła Duchowi wołać w naszych sercach: „Abba, Ojcze!”. Macierzyństwo Maryi jest drogą do spotkania z ojcowską czułością Boga, drogą najbliższą, najbardziej bezpośrednią, najłatwiejszą. To jest styl Boga: bliskość, współczucie i czułość. Matka prowadzi nas bowiem do początku i do serca wiary, która nie jest teorią ani zobowiązaniem, lecz ogromnym darem, który czyni nas umiłowanymi dziećmi, miejscem zamieszkania miłości Ojca. Dlatego przyjęcie Matki do swojego życia nie jest wyborem pobożnościowym, lecz jest wymogiem wiary: „Jeśli chcemy być chrześcijanami, musimy być maryjni" (św. Paweł VI, Homilia w Cagliari, 24 kwietnia 1970 r.), czyli dziećmi Maryi.

Kościół potrzebuje Maryi, aby na nowo odkryć swoje oblicze kobiece: być bardziej podobnym do Niej, która jako kobieta, Dziewica i Matka stanowi jego doskonały wzór i pierwowzór (por. Lumen gentium, 63); aby uczynić miejsce dla kobiet i być życiodajnymi poprzez duszpasterstwo, działające poprzez troskę i opiekę, cierpliwość i macierzyńską odwagę. Ale także świat potrzebuje spojrzenia na matki i kobiety, aby odnaleźć pokój, aby wyrwać się ze spirali przemocy i nienawiści, i aby powrócić do posiadania ludzkiego spojrzenia i serca, które widzi. A każde społeczeństwo potrzebuje przyjęcia daru kobiety, każdej kobiety: szanowania jej, strzeżenia, docenienia, wiedząc, że ten, kto rani jedną kobietę, bezcześci Boga zrodzonego z Niewiasty.

Maryja, Niewiasta, tak jak decydująca jest w pełni czasu, tak też ma zasadnicze znaczenie dla życia każdego z nas; bo nikt nie zna czasów i pilnych spraw swoich dzieci lepiej niż Matka. Ukazuje nam to po raz kolejny „początek”, pierwszy znak dokonany przez Jezusa, na weselu w Kanie Galilejskiej. Tam, właśnie Maryja zauważa, że brakuje wina i zwraca się do Niego (por. J 2, 3). To potrzeby Jej dzieci skłaniają Ją, Matkę, do przynaglenia Jezusa, aby zadziałał. W Kanie Galilejskiej Jezus mówi: „Napełnijcie stągwie wodą! I napełnili je aż po brzegi” (J 2, 7). Maryja, która zna nasze potrzeby, przyspiesza również dla nas przeobfite wylanie łaski i doprowadza nasze życie do pełni. Bracia, siostry, wszyscy mamy braki, samotność, pustkę, która domaga się wypełnienia. Każdy z nas zna swoją własną. Kto może ją wypełnić, jeśli nie Maryja, Matka pełni? Kiedy jesteśmy kuszeni, aby zamknąć się w sobie, idźmy do Niej; kiedy nie możemy rozplątać węzłów życia, w Niej szukajmy schronienia. Nasze czasy, którym brakuje pokoju, potrzebują Matki, która na nowo poskłada ludzką rodzinę. Zwróćmy się do Maryi, aby stać się budowniczymi jedności i uczyńmy to z Jej kreatywnością jako Matki, która troszczy się o swoje dzieci: gromadzi je i pociesza, wysłuchuje ich strapień i ociera łzy. I spójrzmy na tę bardzo czułą ikonę Virgo lactans [z Opactwa Montevergine]. Taka właśnie jest Mama: z jak wielką czułością troszczy się o nas i jest blisko z nami. Troszczy się o nas i jest blisko nas.

Powierzmy Nowy Rok Matce Bożej. Poświęćmy Jej nasze życie. Ona z czułością będzie wiedziała, jak ukazać jego pełnię. Ona bowiem poprowadzi nas do Jezusa, a Jezus jest pełnią czasu, całego czasu, naszego czasu, czasu każdego z nas. Rzeczywiście, jak zostało napisane, „to nie pełnia czasu spowodowała, iż Syn Boży został posłany, lecz przeciwnie, posłanie Syna spowodowało pełnię czasu” (por. M. Luther, Vorlesung über den Galaterbrief 1516-1517, 18). Bracia i siostry, niech ten rok będzie wypełniony pociechą Pana; niech ten rok będzie pełen macierzyńskiej czułości Maryi, Świętej Bożej Rodzicielki.

I ogłośmy teraz, wszyscy razem, trzy razy: Święta Boża Rodzicielka! Razem: Święta Boża Rodzicielka! Święta Boża Rodzicielka! Święta Boża Rodzicielka!

[00001-PL.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua araba

عظة قداسة البابا فرنسيس

في قدّاس رأس السّنة

عيد القدّيسة مريم والدة الله

يوم الإثنين 1 كانون الثّاني/يناير 2024

بازيليكا القدّيس بطرس

كلمات بولس الرّسول تُنير بداية السّنة الجديدة: "فلَمَّا تَمَّ مِلءُ الزَّمان، أَرسَلَ اللهُ ابنَه مَولودًا لِامرَأَةٍ" (غلاطية 4، 4). مُلفتٌ للنّظر التّعبير ”تمَّ مِلءُ الزَّمان“. كان الوقت يُقاس قديمًا من خلال إفراغ الجِرَار ومَلئِها: فإذا فرغت الجرّة، كانت تبدأ فترة زمنيّة جديدة، وكانت تنتهي عندما تمتلئ الجرَّة. هذا هو مِلءُ الزَّمان: عندما امتلأت ”جرّة“ التّاريخ، فاضت نعمة الله: صار الله إنسانًا بواسطة امرأة، هي مريم. إنّه الطّريق الذي اختاره الله، ونُقطة وُصول لأشخاص كثيرين ولأجيال كثيرة أعدّوا مجيء الرّبّ يسوع إلى العالم ”ثانية بعد ثانية“. هكذا كانت مريم الأمّ في قلب الزَّمان: أحبَّ الله أن يجعل التّاريخ يتحوّل بواسطتها، هي المرأة. بهذه الكلمة، أعادنا الكتاب المقدّس إلى الأصول، وإلى سِفر التّكوين، وأوحى إلينا أنّ الأمّ وطفلها هي خَلقٌ جديد، وبداية جديدة. لذلك، في بداية زمن الخلاص توجد أُمُّ الله القدّيسة، وأمّنا القدّيسة.

جميلٌ إذن أن نفتتح السّنة الجديدة ونحن نبتهل إليها، وجميلٌ أن يُعلِنَ الشّعب المؤمن بفرح أنّ مريم هي أمّ الله، كما فعل في الزّمن القديم في أفسس. في الواقع، كلمة أُمّ الله تعبّر عن يقيننا المليء بالفرح بأنّ الرّبّ يسوع، والطّفل الحنون في حضن أمّه، اتَّحد بإنسانيّتنا إلى الأبد، لدرجة أنّها لم تعد إنسانيّتنا فقط، بل إنسانيّته. أُمُّ الله: إنّها كلمات قليلة لكي نعترف بعَهدِ الله الأبديّ معنا. أمّ الله: إنّها عقيدة إيمان، وهي أيضًا ”عقيدة رجاء“: الله في الإنسان والإنسان في الله، إلى الأبد. أُمّ الله القدّيسة!

في مِلء الزَّمان، أرسل الآب ابنه مولودًا من امرأة، وأضاف القدّيس بولس في رسالته إرسالًا ثانيًا: "اللهَ أَرسَلَ رُوحَ ابنِه إِلى قُلوبِنا، الرُّوحَ الَّذي يُنادي: "يا أَبَتِ" (غلاطية 4، 6). وفي إرسال الرّوح القدس أيضًا، الأمّ موجودة، فقد بدأ الرّوح القدس يحلّ عليها في البشارة (راجع لوقا 1، 35)، ثمّ في بداية نشوء الكنيسة، نزل الرّوح القدس على الرّسل المجتمعين في الصّلاة مع "مَريَمَ أُمِّ يسوع" (أعمال الرّسل 1، 14). وهكذا، قبول مريم للّروح القدس، حمل إلينا أكبر العطايا: فهي "جعلت ربَّ الجلال أخًا لنا" (تومّاسو من شيلانو، ثاني سيرة حياة للقدّيس فرنسيس، 150، 198: مصادر فرنسيسكانيّة، 786) وأتاحت للرّوح أن يُنادي في قلوبنا: ”أبًّا، أيّها الآب“. أمومة مريم هي الطّريق للقاء حنان الله الأبويّ، وهي الطّريق الأقرب والمباشر والأسهل. في الواقع، مريم الأمّ تقودنا إلى البداية وإلى قلب الإيمان، وهو ليس نظريّة أو التزامًا، بل عطيّة كبرى، تجعل منّا أبناءً محبوبين، ومسكنًا لمحبّة الآب. لذلك، أن نقبل مريم الأمّ في حياتنا ليس خيارًا تقويًّا، بل هو ضرورةٌ إيمانيّة: "إن أردنا أن نكون مسيحيّين، علينا أن نكون مريميّين" (القدّيس بولس السّادس، عظة في كالياري، 24 نيسان/أبريل 1970)، أي أبناء مريم.

الكنيسة بحاجة إلى مريم لكي تكتشف من جديد وجهها النّسائي: لتزداد شبهًا بها، هي المرأة، والبتول والأم، والمثال والصّورة الكاملة لها. (راجع نور الأمم، 63)، ولكي تُفسح مجالًا للنّساء ليكُنَّ ”مانحات للحياة“ بعمل رعوي مبني على الرِّعايَة والاهتمام والصّبر والشّجاعة الوالديّة. العالم أيضًا بحاجة لأن ينظر إلى الأمّهات والنّساء لِيَجِدَ السّلام، ولِيَخرج من دوَّامات العُنف والكَرَاهية، وليعود فتكون له عيون إنسان وقلوب تَرَى. كلُّ المجتمع يحتاج إلى قبول عطيّة المرأة، كلّ امرأة: أن يحترمها ويحميها ويُقدّرها، ويعلم أنّ من يسيء إلى امرأة واحدة فهو يسيء إلى الله الذي وُلِدَ من امرأة.

مريم المرأة، حاسمة في ملء الزَّمان، وهي كذلك حاسمة في حياة كلّ واحدٍ منّا، لأنّه لا أحد يعرف أفضل من الأم أوقات الأبناء وضروراتهم. تُبيّن لنا ذلك مرّة أخرى ”البداية“، وهي الآية الأولى التي صنعها يسوع في عرس قانا الجليل. هناك، لاحظت مريم نَقص الخَمر، فتوجّهت إليه (راجع يوحنّا 2، 3). حرّكتها احتياجات الأبناء، هي الأمّ، لأن تدفع يسوع لكي يتدخَّل. وقال يسوع في قانا الجليل: "إِمْلأُوا الأَجرانَ ماءً. فمَلأُوها إِلى أَعْلاها" (يوحنّا 2، 7). مريم، التي تعرف احتياجاتنا، تُعجّل لنا أيضًا فيض النِّعمة علينا وتحمل حياتنا نحو امتلائها. أيّها الإخوة والأخوات، كلّنا لدينا نقائص، وهموم، وفينا فراغ يجب ملؤه. ومَن يقدر أن يفعل ذلك غير مريم، أمُّ الحياة البالغة ملئها؟ عندما نقع في تجربة الانغلاق على أنفسنا، لنذهب إليها، وعندما لا نستطيع أن نخلِّص أنفسنا من عُقَد الحياة، لنلجأ إليها. زمننا الذي لا سلام فيه يحتاج إلى أمٍّ تُعيد لمَّ شمل العائلة البشريّة. لننظر إلى مريم لكي نصير بُناةً للوَحدة، ولنصنع ذلك بإبداعها، إبداع الأمّ التي تعتني بأبنائها: تجمعهم وتعزّيهم، وتستمع إلى آلامهم وتجفّف دموعهم.

لِنُوكِل السّنة الجديدة إلى والدة الله. لنكرّس لها حياتنا. هي، بحنانها، تعرف كيف تزيل كلّ العوائق التي تمنع الامتلاء في حياتنا. لأنّها ستقودنا إلى يسوع، الذي هو مِلءُ الزّمان، كلّ زمان، وزماننا. في الواقع، كما كُتِبَ، "لم يكن مِلءُ الزَّمان الذي جعل ابن الله يأتي إلى العالم، بل عكس ذلك، إرسال الابن إلى العالم هو الذي فَجَّرَ مِلء الزَّمان" (cfr M. Lutero, Vorlesung über den Galaterbrief 1516-1517, 18). أيّها الإخوة والأخوات، لتكن هذه السّنة مليئة بتعزية الرّبّ يسوع، ولتكن هذه السّنة مليئة بحنان مريم الوالديّ، والدة الله القدّيسة.

وأدعوكم الآن إلى أن نعلن معًا ثلاث مرّات: يا أُمَّ الله القدّيسة! معًا: يا أُمَّ الله القدّيسة! يا أُمَّ الله القدّيسة! يا أُمَّ الله القدّيسة!

[00001-AR.02] [Testo originale: Italiano]

[B0001-XX.02]