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L’Udienza Generale, 07.02.2024


 

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 nell’Aula Paolo VI, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi su “I vizi e le virtù”, ha incentrato la sua riflessione sul tema La tristezza (Lettura: Sal 13,2-3.6).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

[Il testo qui di seguito include anche parti non lette che sono date ugualmente come pronunciate]

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nel nostro itinerario di catechesi sui vizi e le virtù, oggi ci soffermiamo su un vizio piuttosto brutto, la tristezza, intesa come un abbattimento dell’animo, un’afflizione costante che impedisce all’uomo di provare gioia per la propria esistenza.

Anzitutto bisogna notare che, a proposito della tristezza, i Padri avevano elaborato un’importante distinzione. Vi è infatti una tristezza che conviene alla vita cristiana e che con la grazia di Dio si muta in gioia: questa, ovviamente, non va respinta e fa parte del cammino di conversione. Ma vi è anche una seconda figura di tristezza che si insinua nell’anima e che la prostra in uno stato di abbattimento: è questo secondo genere di tristezza che deve essere combattuto risolutamente e con tutta forza, perché essa viene dal Maligno. Questa distinzione la troviamo anche in San Paolo, che scrivendo ai Corinzi dice così: «La tristezza secondo Dio produce un pentimento irrevocabile che porta alla salvezza, mentre la tristezza del mondo produce la morte» (2 Cor 7,10).

C’è dunque una tristezza amica, che ci porta alla salvezza. Pensiamo al figlio prodigo della parabola: quando tocca il fondo della sua degenerazione prova grande amarezza, e questa lo spinge a rientrare in sé stesso e a decidere di tornare a casa di suo padre (cfr Lc 15,11-20). È una grazia gemere sui propri peccati, ricordarsi dello stato di grazia da cui siamo decaduti, piangere perché abbiamo perduto la purezza in cui Dio ci ha sognati.

Ma c’è una seconda tristezza, che invece è una malattia dell’anima. Nasce nel cuore dell’uomo quando svanisce un desiderio o una speranza. Qui possiamo fare riferimento al racconto dei discepoli di Emmaus. Quei due discepoli se ne vanno da Gerusalemme con il cuore deluso, e allo sconosciuto che a un certo punto li affianca confidano: «Noi speravamo che fosse lui – cioè Gesù –a liberare Israele» (Lc 24,21). La dinamica della tristezza è legata all’esperienza della perdita. Nel cuore dell’uomo nascono speranze che vengono a volte deluse. Può essere il desiderio di possedere una cosa che invece non si riesce ad ottenere; ma anche qualcosa di importante, come una perdita affettiva. Quando questo capita, è come se il cuore dell’uomo cadesse in un precipizio, e i sentimenti che prova sono scoraggiamento, debolezza di spirito, depressione, angoscia. Tutti attraversiamo prove che generano in noi tristezza, perché la vita ci fa concepire sogni che poi vanno in frantumi. In questa situazione, qualcuno, dopo un tempo di turbamento, si affida alla speranza; ma altri si crogiolano nella malinconia, permettendo che essa incancrenisca il cuore. Si sente piacere in questo? Vedete: la tristezza è come il piacere del non piacere; è come prendere una caramella amara, senza zucchero, cattiva, e succhiare quella caramella. La tristezza è un piacere del non piacere.

Il monaco Evagrio racconta che tutti i vizi hanno di mira un piacere, per quanto effimero esso possa essere, mentre la tristezza gode del contrario: del cullarsi in un dolore senza fine. Certi lutti protratti, dove una persona continua ad allargare il vuoto di chi non c’è più, non sono propri della vita nello Spirito. Certe amarezze rancorose, per cui una persona ha sempre in mente una rivendicazione che le fa assumere le vesti della vittima, non producono in noi una vita sana, e tanto meno cristiana. C’è qualcosa nel passato di tutti che dev’essere guarito. La tristezza, da emozione naturale può trasformarsi in uno stato d’animo malvagio.

È un demone subdolo, quello della tristezza. I padri del deserto lo descrivevano come un verme del cuore, che erode e svuota chi l’ha ospitato. Questa immagine è bella, ci fa capire. E allora che cosa devo fare quando sono triste? Fermarti e vedere: questa è una tristezza buona? È una tristezza non buona? E reagire secondo la natura della tristezza. Non dimenticatevi che la tristezza può essere una cosa molto brutta che ci porta al pessimismo, ci porta a un egoismo che difficilmente guarisce.

Fratelli e sorelle, dobbiamo stare attenti a questa tristezza e pensare che Gesù ci porta la gioia della risurrezione. Per quanto la vita possa essere piena di contraddizioni, di desideri sconfitti, di sogni irrealizzati, di amicizie perdute, grazie alla risurrezione di Gesù possiamo credere che tutto sarà salvato. Gesù non è risorto solo per sé stesso, ma anche per noi, per riscattare tutte le felicità che nella nostra vita sono rimaste incompiute. La fede scaccia la paura, e la risurrezione di Cristo rimuove la tristezza come la pietra dal sepolcro. Ogni giorno del cristiano è un esercizio di risurrezione. Georges Bernanos, nel suo celebre romanzo Diario di un curato di campagna, così fa dire al parroco di Torcy: «La Chiesa dispone della gioia, di tutta quella gioia che è riservata a questo triste mondo. Ciò che avete fatto contro di lei, lo avete fatto contro la gioia». E un altro scrittore francese, León Bloy, ci ha lasciato quella stupenda frase: «Non c’è che una tristezza, […] quella di non essere santi». Che lo Spirito di Gesù risorto ci aiuti a vincere la tristezza con la santità.

[00238-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Frères et sœurs, dans notre itinéraire de catéchèses sur les vices et les vertus, nous parlerons aujourd’hui de la tristesse, entendue comme abattement de l’âme. Selon les Pères de l’Église, il y a deux types de tristesses. D’un côté, la tristesse qui convient à la vie chrétienne, qui se transforme en joie et qui nous conduit au salut. De l’autre, la tristesse qui est une maladie de l’âme. La dynamique de la tristesse est liée à l’expérience de la perte. Dans le cœur de l’homme naissent des espoirs qui sont parfois déçus. La tristesse est le plaisir du déplaisir et le fait de se complaire dans une douleur sans fin. La tristesse, d’émotion naturelle, peut se transformer en un état d’âme mauvais. Elle est un démon sournois que l’on peut combattre facilement en gardant à l’esprit la résurrection du Christ. Car Jésus est ressuscité pour racheter tous les bonheurs. La foi chasse la peur, et la résurrection du Christ enlève la tristesse come la pierre du tombeau.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese.

Fratelli e sorelle, lo Spirito di Gesù aiuti tutte le persone immerse in una profonda solitudine e nella notte della disperazione a vincere la tristezza con la gioia della risurrezione.

Dio vi benedica!

Speaker:

Je salue cordialement les pèlerins de langue française en particulier les collégiens et lycéens venus de France.

Frères et sœurs, que l’Esprit de Jésus aide toutes les personnes plongées dans une solitude profonde et dans la nuit du désespoir à vaincre la tristesse par la joie de la résurrection.

Que Dieu vous bénisse!

[00239-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear brothers and sisters: In our catechesis on the virtues and the vices, we now centre our attention on spiritual sadness. Saint Paul speaks of a “godly grief” and a “worldly grief” (2 Cor 7:10). The former prompts conversion, enabling us to cling to hope and, therefore, leads to joy. The latter stems from dashed hopes and disappointments, eroding the soul with discouragement and sadness. Unlike most vices that seek fleeting pleasures, sadness indulges itself by wallowing in sorrow, hindering spiritual growth. As an antidote to this kind of despondency, the Desert Fathers recommended embracing Christ’s resurrection; for the risen Jesus redeems all the happiness that has remained unfulfilled in our lives. May faith cast out fear and Christ’s resurrection remove sadness like the stone before his tomb.

Santo Padre:

Do il benvenuto a tutti i pellegrini di lingua inglese, specialmente ai gruppi provenienti da Inghilterra, Danimarca, Malta e Stati Uniti d’America. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo. Dio vi benedica!

Speaker:

I extend a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially the groups from England, Denmark, Malta and the United States of America. Upon all of you, and upon your families, I invoke the joy and peace of our Lord Jesus Christ. God bless you!

[00240-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, in der heutigen Katechese beschäftigen wir uns mit dem Laster der Traurigkeit. Die Wüstenväter unterscheiden dabei zwei Arten: Einerseits ist eine gewisse Traurigkeit, etwa angesichts der eigenen Schuld, dem Christen durchaus angemessen. Sie kann zu einem Sinneswandel und zur Bekehrung führen und damit zum Heil gereichen. Ganz anders verhält es sich mit jener lasterhaften Traurigkeit, die auf enttäuschte Hoffnungen und unerfüllte Träume zurückgeht und die sich auf Dauer zu einem üblen Geisteszustand auswachsen kann. Sie erfüllt das Herz mit Bitterkeit und Missmut und nimmt einem die Fähigkeit sich zu freuen. Am besten bekämpfen wir dieses Laster im gläubigen Gedenken an unsere Rettung und Erlösung durch die Auferstehung Christi, die der tiefste Grund unserer Hoffnung und unserer Freude ist.

Santo Padre:

Cari fratelli e sorelle di lingua tedesca, nella lotta contro la tristezza ricorriamo con fiducia allo Spirito Santo che è il consolatore perfetto. Egli ci libera dalla solitudine infondendo nei nostri cuori l’amore di Dio che ci rende capaci di consolare a nostra volta gli afflitti e i bisognosi.

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern deutscher Sprache, nehmen wir im Kampf gegen die Traurigkeit vertrauensvoll Zuflucht zum Heiligen Geist, dem höchsten Tröster. Er befreit uns von der Einsamkeit, indem er in unsere Herzen die Liebe Gottes eingießt, welche uns befähigt, auch unsererseits die Trauernden und Bedürftigen zu trösten.

[00241-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

En la catequesis de hoy reflexionamos sobre el vicio de la tristeza. Se trata de ese estado de ánimo que todos llegamos a experimentar en algún momento de nuestra vida. Se presenta como un sentimiento de abatimiento y de aflicción constantes, y está ligado a una experiencia de “pérdida” de algo o de alguien.

Podemos distinguir dos tipos de tristeza: por un lado, está la tristeza que lleva a la salvación si se vive según la fe, porque nos impulsa a mirar nuestro interior, nos inspira el dolor y la amargura de haber pecado, colocándonos así en el camino del arrepentimiento y en la esperanza de recuperar la amistad con Dios. Pero, por otro lado, tenemos otra tristeza, aquella tristeza que, si nos descuidamos, puede convertirse en una enfermedad del alma; como un gusano que corroe y destruye el corazón. Nos hará bien pues combatir esta segunda tristeza —esta enfermedadcon la fe en la resurrección de Cristo, que nos colma de esperanza, de gozo y de paz.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. El próximo domingo celebramos la Jornada Mundial del Enfermo. Pidamos a María, Salud de los enfermos, por todos los que sufren, para que sepan poner su confianza en Dios, experimentando la alegría de saberse amados por Él. Que Dios los bendiga y la Virgen Santa los cuide. Muchas gracias.

[00242-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Irmãos e irmãs, hoje debruçar-me-ei sobre o sentimento da tristeza que, segundo os Padres da Igreja, pode até ser conveniente para a vida cristã e faz parte do caminho de conversão. Todavia, quando passamos por perdas que causam amarguras ou mesmo depressões, podemos cair numa tristeza profunda. Não deixemos que esta se transforme num estado de ânimo que impeça a alegria de viver. Para curar tal abatimento, ajuda-nos um exercício: pensar na ressurreição de Jesus. Graças a ela, podemos crer que tudo será salvo. Cada dia do cristão é um exercício de ressurreição.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i gruppi provenienti dal Brasile e tutti i pellegrini di lingua portoghese. Auguro che ogni giorno della vostra vita sia un esercizio di risurrezione, illuminando tutto e tutti con la gioia che Cristo Risorto ci porta. Dio vi benedica!

Speaker:

Saúdo cordialmente os grupos vindos do Brasil e todos os peregrinos de língua portuguesa. Desejo que cada dia da vossa vida seja um exercício de ressurreição, iluminando tudo e todos com a alegria que Cristo Ressuscitado nos traz. Deus vos abençoe!

[00243-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تَكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَومَ علَى رذيلةِ الحُزنِ في إطارِ تعلِيمِهِ في موضوعِ الرَّذائلِ والفضائل، وقال: ميَّزَ آباءُ الكنيسةِ نوعَين مِن الحزن. الأوَّلُ هو حزنٌ جيِّدٌ مثلَ الحزنِ في التَّوبةِ على الخطايا، وهذا يَتَحَوَّلُ بنعمةِ اللهِ إلى فرح. فهو جزءٌ من مسيرةِ التَّوبة. والثَّاني حزنٌ يَتَسَلَّلُ إلى النَّفسِ ويَجعَلُها في حالةِ إحباطٍ وكآبة. هذا النَّوعُ مِن الحزنِ يجبُ أن نقاوِمَهُ بحَزمٍ وبكلِّ قوَّة، لأنَّه يأتي مِن الشِّرير. إذًا هناكَ حزنٌ جيِّدٌ يقودُنا إلى الفرحِ والخلاص، كما حدثَ معَ الابنِ الضَّالِ الَّذي حَزِنَ على ما فَعَل، وتابَ عَن خطاياه، فعادَ إلى أبيه. وهناكَ حزنٌ ثانٍ، هو مرضٌ في النَّفس. يُولَدُ في قلبِ الإنسانِ عندما تكونُ له رغباتٌ وآمالٌ ولا تَتَحَقَّق. مثالٌ على ذلك: ما حَدَثَ معَ تِلمِيذَي عمواس اللذين غادَرا أورشليم بقلبٍ مُكتَئِبٍ لأنَّهما كانا يَرجُوان أنَّ يسوعَ سيَفتَدي شعبَهُ بني إسرائيل. مهما كانت حياتُنا مليئةً بالتَّناقضات، والرَّغباتِ والأحلامِ الَّتي لم تَتَحَقَّق، والصَّداقاتِ المفقودَة، يُمكِنُنا أنْ نَثِقَ أنَّ كلَّ شيءٍ سَيَخلُصُ بقوَّةِ قيامةِ يسوعَ مِن بينِ الأموات، الَّذي قامَ مِن أجلِنا لكي يُخَلِّصَنا ويُعيدَ إلينا السَّعادَةَ الَّتي لم تَتَحَقَّقْ في حياتِنا.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. Chi crede in Dio non si lascia soffocare dal suo pianto, qualunque ne sia la ragione. Ma, lo vince con la forza dello Spirito Santo e lo trasforma in una vita nuova. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎!

Speaker:

أُحيِّي المُؤمِنِينَ النَّاطِقِينَ باللُغَةِ العربِيَّة. مَنْ يؤمِنُ باللهِ لا يَسمَحُ لحُزنِهِ بأنْ يَخنُقَهُ، أيًّا كان سبَبُهُ. بل يتغلَّبُ عليه بقوَّةِ الرُّوحِ القدس، ويُحَوِّلُه إلى حياةٍ جديدة. بارَكَكُم الرَّبُّ جَميعًا وَحَماكُم دائِمًا مِنْ كُلِّ شَرّ!

[00244-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Drodzy bracia i siostry, w naszym cyklu katechez o wadach i cnotach skupiamy się dzisiaj na smutku, rozumianym jako nieustanne udręczenie, pozbawiające człowieka radości istnienia. Ojcowie Pustyni mówią o dwóch rodzajach smutku: tym, który dzięki łasce Bożej zamienia się w radość: nie należy go odrzucać, bo – jak pisał św. Paweł – dokonuje on zbawiennego nawrócenia. Taki smutek przeżywał syn marnotrawny. Drugi rodzaj smutku wpędza duszę w przygnębienie. Ten smutek musi być zdecydowanie zwalczany, bo pochodzi od Złego i „powoduje śmieć”. Rodzi się on w sercu człowieka, gdy zanika pragnienie lub nadzieja, jak w uczniach z Emaus. Dynamika smutku wiąże się z doświadczeniem straty. Mnich Ewagriusz mówi, że wszystkie wady dążą do przyjemności. Smutek paradoksalnie cieszy się pogrążaniem się w cierpieniu bez końca, ubierając osobę w szaty ofiary. Zwalcza się go pielęgnując myśl o zmartwychwstaniu Chrystusa. Niech Duch Jezusa Zmartwychwstałego pomoże nam przezwyciężyć smutek świętością.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i polacchi. Ognuno di voi porta nel cuore il desiderio di felicità, senso di sicurezza e di stima di sé. La fedeltà a Dio e ai suoi comandamenti e la cura di un cuore puro, aperto a Dio e agli altri, rafforzino la speranza e il coraggio d'animo nella vita personale, familiare e sociale. Vi benedico di cuore.

Speaker:

Pozdrawiam serdecznie Polaków. Każdy z Was nosi w swoim sercu pragnienie szczęścia, poczucia bezpieczeństwa i własnej wartości. Niech wierność Bogu i Jego przykazaniom oraz pielęgnowanie w sobie czystego serca, otwartego na Boga i drugiego człowieka, wzmacniają nadzieję i męstwo w życiu osobistym, rodzinnym i społecznym. Z serca Wam błogosławię.

[00245-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto le Pie Discepole di Divin Maestro, che celebrano il Centenario di fondazione: possa questa ricorrenza essere uno stimolo per rinsaldare gli ideali religiosi e per esprimere in modo sempre più generoso la dedizione a Dio e ai fratelli. Saluto i sacerdoti, accompagnati dall’Arcivescovo Giovanni Tani, che ricordano il 25° di Ordinazione e auspico che il giubileo sacerdotale sia per ciascuno fonte di rinnovata dedizione a Cristo e alla Chiesa.

Accolgo con affetto i Seminaristi dei Padri di Schoenstatt, i fedeli di Casal di Principe, la Delegazione della Fiaccola benedettina e le Associazioni Spe Salvi e Insuperabile: a tutti auguro di saper crescere e operare, con l’aiuto del Signore, testimoniando la fraternità e la solidarietà.

E non dimentichiamo le guerre, non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, i Rohingya, tante, tante guerre che sono dappertutto. Preghiamo per la pace. La guerra sempre è una sconfitta, sempre. Preghiamo per la pace. Ci vuole la pace.

Il mio pensiero va infine aigiovani, ai malati, agli anziani e aglisposi novelli. La Vergine di Lourdes, che festeggeremo domenica prossima, vi accompagni con tenerezza materna nel vostro cammino. A tutti la mia Benedizione!

[00246-IT.02] [Testo originale: Italiano]

[B0123-XX.02]