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L’Udienza Generale, 14.02.2024


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 nell’Aula Paolo VI, dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi su “I vizi e le virtù”, ha incentrato la sua riflessione sul tema L’accidia (Lettura: Mt 26,36.40-41).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

[Il testo qui di seguito include anche parti non lette che sono date ugualmente come pronunciate]

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Tra tutti i vizi capitali ce n’è uno che spesso passa sotto silenzio, forse a motivo del suo nome che a molti risulta poco comprensibile: sto parlando dell’accidia. Per questo, nel catalogo dei vizi, il termine accidia viene spesso sostituito da un altro di uso molto più comune: la pigrizia. In realtà, la pigrizia è più un effetto che una causa. Quando una persona se ne sta inoperosa, indolente, apatica, noi diciamo che è pigra. Ma, come insegna la saggezza degli antichi padri del deserto, spesso la radice di questa pigrizia è l’accidia, che letteralmente dal greco significa “mancanza di cura”.

Si tratta di una tentazione molto pericolosa, con cui non bisogna scherzare. Chi ne cade vittima è come fosse schiacciato da un desiderio di morte: prova disgusto per tutto; il rapporto con Dio gli diventa noioso; e anche gli atti più santi, quelli che in passato gli avevano scaldato il cuore, gli appaiono ora del tutto inutili. Una persona comincia a rimpiangere il tempo che scorre, e la gioventù che è irreparabilmente alle spalle.

L’accidia è definita come il “demone del mezzogiorno”: ci coglie nel mezzo delle giornate, quando la fatica è al suo apice e le ore che ci stanno davanti ci appaiono monotone, impossibili da vivere. In una celebre descrizione il monaco Evagrio rappresenta così questa tentazione: «L’occhio dell’accidioso è continuamente fisso alle finestre, e nella sua mente fantastica sui visitatori […] Quando legge, l’accidioso sbadiglia spesso ed è facilmente vinto dal sonno, si stropiccia gli occhi, si sfrega le mani e, ritirando gli occhi dal libro, fissa il muro; poi di nuovo rivolgendoli al libro, legge ancora un poco […]; infine, chinata la testa, vi pone sotto il libro, si addormenta di un sonno leggero, finché la fame non lo risveglia e lo spinge a occuparsi dei suoi bisogni»; in conclusione, «l’accidioso non compie con sollecitudine l’opera di Dio»[1].

I lettori contemporanei intravedono in queste descrizioni qualcosa che ricorda molto il male della depressione, sia da un punto di vista psicologico che filosofico. Infatti, per chi è preso dall’accidia, la vita perde di significato, pregare risulta noioso, ogni battaglia appare priva di senso. Se anche in gioventù abbiamo nutrito passioni, adesso ci appaiono illogiche, sogni che non ci hanno reso felici. Così ci si lascia andare e la distrazione, il non pensare, appaiono come le uniche vie d’uscita: si vorrebbe essere storditi, avere la mente completamente vuota… È un po’ un morire in anticipo, ed è brutto.

Davanti a questo vizio, che ci accorgiamo essere tanto pericoloso, i maestri di spiritualità prevedono diversi rimedi. Vorrei segnalare quello che mi sembra il più importante e che chiamerei la pazienza della fede. Benché sotto la sferza dell’accidia il desiderio dell’uomo sia di essere “altrove”, di evadere dalla realtà, bisogna invece avere il coraggio di rimanere e di accogliere nel mio “qui e ora”, nella mia situazione così com’è, la presenza di Dio. I monaci dicono che per loro la cella è la miglior maestra di vita, perché è il luogo che concretamente e quotidianamente ti parla della tua storia d’amore con il Signore. Il demone dell’accidia vuole distruggere proprio questa gioia semplice del qui e ora, questo stupore grato della realtà; vuole farti credere che è tutto vano, che nulla ha senso, che non vale la pena di prendersi cura di niente e di nessuno. Nella vita incontriamo gente “accidiosa”, gente di cui diciamo: “Ma questo è noioso!” e non ci piace stare con lui; gente che ha pure un atteggiamento di noia che contagia. Ecco l’accidia.

Quanta gente, in preda all’accidia, mossa da un’inquietudine senza volto, ha stupidamente abbandonato la via di bene che aveva intrapreso! Quella dell’accidia è una battaglia decisiva, che bisogna vincere a tutti i costi. Ed è una battaglia che non ha risparmiato nemmeno i santi, perché in tanti loro diari c’è qualche pagina che confida momenti tremendi, di vere e proprie notti della fede, dove tutto appariva buio. Questi santi e queste sante ci insegnano ad attraversare la notte nella pazienza accettando la povertà della fede. Hanno raccomandato, sotto l’oppressione dell’accidia, di tenere una misura di impegno più piccola, di fissare traguardi più a portata di mano, ma nello stesso tempo di resistere e di perseverare appoggiandoci a Gesù, che mai abbandona nella tentazione.

La fede, tormentata dalla prova dell’accidia, non perde di valore. È anzi la vera fede, l’umanissima fede, che nonostante tutto, nonostante l’oscurità che la acceca, ancora umilmente crede. È quella fede che rimane nel cuore, come rimane la brace sotto la cenere. Sempre rimane. E se qualcuno di noi cade in questo vizio o in una tentazione di accidia, cerchi di guardarsi dentro e di custodire la brace della fede: così si va avanti.

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[1] Evagrio Pontico, Gli otto spiriti della malvagità, 14.

[00283-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

 

In lingua francese

Speaker :

Chers frères et sœurs,

Parmi tous les vices capitaux, il en est un peu connu : l’acédie. Ce mot, qui nous vient du grec, signifie le manque de soin pour la vie intérieure et conduit à l’indolence ou à la paresse spirituelle, jusqu’au dégoût. Il s’agit d’une tentation redoutable où le rapport avec Dieu devient ennuyeux, les actes de dévotions inutiles et la lutte contre nous-même privée de sens. Sorte de « démon de midi » qui nous prend au moment, de la journée ou de la vie, où nous sommes le plus fatigués, l’acédie nous empêche d’accomplir nos tâches avec sollicitude ou passion ; elle nous conduit à laisser libre cours à la distraction ou au désir de ne penser à rien. Devant ce péril redoutable pour la vie spirituelle, l’homme se doit de réagir par la patience de la foi, en accueillant la réalité de sa situation, toujours habitée par Jésus.

Santo Padre:

Porgo un caloroso benvenuto ai pellegrini di lingua francese venuti dal Belgio e dalla Francia, in particolare il gruppo dei giovani della Diocesi di Créteil, accompagnato dal loro Vescovo.

Vi invito, all’inizio di questa Quaresima, a combattere il vizio dell’accidia con l’entusiasmo della fede, fiduciosi nella potente presenza di Gesù in noi.

Dio vi benedica tutti!

Speaker:

Je salue cordialement les pèlerins de langue française venus de Belgique et de France, en particulier le groupe de jeunes du Diocèse de Créteil, accompagné par leur Évêque.

Je vous invite, au début de ce Carême, à combattre le vice de l’acédie par l’enthousiasme de la foi, confiants dans la présence puissante de Jésus en nous.

Que Dieu vous bénisse !

[00284-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

In our reflections on the vices and virtues, we now consider acedia or sloth, which, although associated in English with laziness, is above all a deep spiritual apathy, manifested by discontent and aversion to attentive prayer and growth in our relationship with God. According to the monastic tradition, this “noonday devil” is best overcome by the patience of faith. This includes accepting the poverty or dark night of faith, which then enables us, by God’s grace, to sense the divine presence and to continue to reach out to God. The saints themselves show us that perseverance in time of temptation leads us to set practical goals, however small, for our daily life and moves us to lean on Jesus, who always remains with us.

Santo Padre:

I extend a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially the groups from England, Wales, Nigeria, Korea and the United States of America. As we begin this season of Lent, I invoke upon all of you the joy and peace of our Lord Jesus Christ. God bless you!

Speaker:

Do il benvenuto a tutti i pellegrini di lingua inglese che partecipano all’udienza di oggi, specialmente ai gruppi provenienti da Inghilterra, Galles, Nigeria, Corea e Stati Uniti d’America. All’inizio di questo tempo di Quaresima, invoco su tutti voi la gioia e la pace di nostro Signore Gesù Cristo. Dio vi benedica!

[00285-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, das Laster des Überdrusses wird oft erst im fortgeschrittenen Stadium bemerkt, ist aber gerade deswegen besonders gefährlich. Wer davon betroffen ist, verliert an allem den Gefallen, nichts ist mehr von Bedeutung. Selbst die Beziehung zu Gott und die religiöse Praxis erscheinen als langweilig und unnütz. Ablenkungen und Zerstreuung sind vermeintlich der einzige Ausweg. Die Tradition der Spiritualität kennt diesbezüglich verschiedene „Gegenmittel“, wie etwa „die Geduld im Glauben“. Gerade dann, wenn man aus Überdruss am liebsten allem entfliehen möchte, gilt es mutig auszuharren, um im „Hier und Jetzt“, in der gegebenen Situation, die Gegenwart Gottes anzunehmen. Viele Heilige berichten, wie sie der Prüfung des Überdrusses ausgesetzt waren und wie sie diese im Vertrauen auf Jesu Beistand überwinden konnten.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua tedesca, in particolare ai chierichetti della Diocesi di Bolzano-Bressanone, accompagnati dal loro Vescovo Mons. Ivo Muser. Nella Quaresima che oggi iniziamo siamo chiamati a convertirci dai vizi per ritornare ad una vita in armonia con Dio e con i fratelli. La grazia del Signore ci accompagni in questo cammino!

Speaker:

Einen herzlichen Gruß richte ich an die Pilger deutscher Sprache, besonders an die Ministranten aus der Diözese Bozen-Brixen, die von ihrem Bischof Mons. Ivo Muser begleitet werden. In der Fastenzeit, in die wir heute eintreten, sind wir aufgerufen, uns von den schlechten Gewohnheiten abzuwenden, um wieder neu in Einklang mit Gott und den Mitmenschen zu leben. Der Herr begleite uns mit seiner Gnade auf diesem Weg.

[00286-DE.02] [Originalsprache: Deutsch]

 

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Dedicamos nuestra catequesis de hoy a un vicio poco conocido, pero muy importante, la acedia. En la lista de vicios capitales, este término se sustituye más comúnmente por el de pereza, porque la pereza es uno de los efectos de la acedia. La acedia es una tentación muy peligrosa, que nos lleva a ver todo gris, monótono aburrido. Puede inducirnos a abandonar el buen camino que habíamos emprendido, y llevarnos incluso a perder el sentido de la propia existencia.

Para combatir este vicio, los maestros de espiritualidad nos ofrecen diversos remedios. Quisiera subrayar uno muy importante, que es la paciencia de la fe. Cuando una persona se encuentra bajo el yugo de la acedia, es necesario que persevere en la presencia de Dios, acogiendo las situaciones difíciles tal como se presentan “aquí y ahora”. En esos momentos oscuros — que incluso los santos han experimentado — es preciso ser pacientes, aceptando nuestra pobreza y confiando siempre en Jesús, que nunca nos abandona.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Hoy, Miércoles de ceniza, comenzamos la Cuaresma. Los invito durante este tiempo a acompañar a Jesús en el desierto con la oración, el ayuno y la limosna, dando testimonio de la fe con alegría y humildad. Que Dios los bendiga y la Virgen Santa los cuide. Muchas gracias.

[00287-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Falamos hoje sobre a acídia, um dos sete pecados capitais, mais conhecido pelo nome de preguiça. Trata-se mais de um efeito do que de uma causa. A pessoa que sofre desta enfermidade espiritual não encontra gosto em nada do que faz: até mesmo a oração e a relação com Deus lhe parecem enfadonhas. Diante deste vício, os mestres de espiritualidade indicam vários remédios. Gostaria de destacar um: a paciência da fé. Como, sob a influência da preguiça, surge o desejo de fugir da realidade, de estar em outra condição e lugar, é importante ter a coragem de permanecer firmes e fiéis, acolhendo em nosso “aqui e agora”, em nossa situação tal qual é, a presença amorosa de Deus. Esta batalha contra a acídia não poupou nem mesmo os santos, que nos ensinam a atravessar a “noite escura” com paciência, apoiando-nos em Jesus, que jamais nos abandona em meio às tentações.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i fedeli di lingua portoghese. Iniziamo oggi il nostro cammino quaresimale verso la Pasqua. Siamo chiamati al deserto. Attraverso le pratiche del digiuno, l’elemosina e la preghiera, Gesù ci invita alla conversione. Che Dio ci accompagni e ci benedica in questo percorso!

 

Speaker:

Saúdo cordialmente os fiéis de língua portuguesa. Começamos hoje o nosso caminho quaresmal até a Páscoa. Somos chamados ao deserto. Através das práticas do jejum, da esmola e da oração, Jesus nos convida à conversão. Que Deus nos acompanhe e nos abençoe nesta caminhada!

[00288-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

تَكلَّمَ قَداسَةُ البابا اليَومَ علَى رذيلةِ الكسلِ في إطارِ تعلِيمِهِ في موضوعِ الرَّذائلِ والفضائل، وقال: الكسلُ تجربةٌ خطيرةٌ جدًّا. الإنسانُ الَّذي يقعُ ضحيَّةً له يشعرُ بالاشمئزازِ مِن كلِّ شيء، وتصيرُ عَلاقَتُه معَ اللهِ مُمِلَّة، وحتَّى الأعمالِ المقدَّسة، الَّتي كانت في الماضي تَبعَثُ الدِّفءَ في قلبِه، تبدو له الآن لا فائدةَ منها. الكسلُ يُعرَّفُ بأنَّه ”شيطانُ مُنتَصَفِ النَّهار“: فهو يَعتَرينا في مُنتَصَفِ النَّهار، عندما نكونُ في قمَّةِ التَّعب، وتبدو السَّاعاتُ الَّتي أمامَنا مُمِلَّة. في الواقِع، الَّذين يُسَيطِرُ عليهِم الكسل، حياتُهم تَفقِدُ معناها. ويرَونَ المَخرَجَ الوحيدَ لهم التَّشَتُتَ أو حتَّى عدمَ التَّفكيرِ في شيء. أمامَ هذه الرَّذيلةِ أشارَ قداسَتُه إلى علاجٍ مُهِمٍّ وهو ”صبرُ الإيمان“. الإنسانُ الكسلانُ عليه أنْ يُقاوِمَ ويَتَحَلَّى بالشَّجاعة، ويَبقَى في مكانِهِ، ويَتَقَبَّلَ حضورَ اللهِ فيه وفي حالَتِهِ كما هي. معركةُ الكسلِ لم تَستَثنِ حتَّى القِدِّيسينَ في حياتِهم. فهُم يُعَلِّمونَنا أنْ نَجتازَ الليلَ بِصَبر، وأنْ نَتَقَبَّلَ فقرَ الإيمانِ فينا، ويُوصونَنا أنْ نحافظَ على قدرٍ أقلَّ مِن العملِ أو الالتزام، وأنْ نُرَكِّزَ على أهدافٍ قريبة، لكن في الوقتِ نفسِه، أنْ نُقاوِمَ ونُثابِر، مُتَكِلِّينَ على يسوع، الَّذي لا يَترُكُنا أبدًا في التَّجربة.

Santo Padre:

Saluto i fedeli di lingua araba. All’inizio della Quaresima, vorrei augurare a tutti voi che essa sia un tempo di vera conversione e di rinnovamento interiore nella fede, nella speranza e nella carità. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎!

Speaker:

أُحيِّي المُؤمِنِينَ النَّاطِقِينَ باللُغَةِ العربِيَّة. معَ بدايةِ الزَّمنِ الأربعينيّ، أتمنَّى لكم جميعًا أنْ يكونَ زمنَ توبةٍ حقيقيّ وتجدُّدٍ داخلِيّ في الايمانِ والرَّجاءِ والمحبَّة. بارَكَكُم الرَّبُّ جَميعًا وَحَماكُم دائِمًا مِنْ كُلِّ شَرّ!

[00289-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

W ramach katechez o wadach dzisiaj mówimy o acedii, która dla wielu jest trudna do zrozumienia. Często termin ten zastępuje się bardziej powszechnym pojęciem lenistwa, ale ono jest skutkiem acedii, która oznacza „brak troski o własny byt”. Jest to bardzo niebezpieczna pokusa przypominająca depresję: życie traci sens, modlitwa okazuje się nudna, każda bitwa wydaje się pozbawiona sensu. To trochę jak przedwczesne umieranie. Wśród środków zaradczych mistrzowie duchowości wskazują cierpliwość wiary. Nawet gdy pod wpływem acedii pragniemy uciec od rzeczywistości, trzeba mieć odwagę, by trwać i przyjąć w moim „tu i teraz”, obecność Boga. Acedia nie oszczędzała nawet świętych, którzy uczą nas przeżywać noc wiary z cierpliwością. Wiara, gnębiona doświadczeniem acedii, nie traci swojej wartości. Wręcz przeciwnie jest to wiara bardzo ludzka i pokorna.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i polacchi. I polacchi si fanno sentire! Per l’inizio della Quaresima, si tiene oggi in tutte le chiese del vostro Paese una raccolta fondi per aiutare l'Ucraina. Di fronte a tante guerre, non chiudiamo il nostro cuore a chi ha bisogno. La preghiera, il digiuno e l'elemosina siano la via per costruire la pace. Di cuore, benedico voi e le vostre famiglie!

Speaker:

Serdecznie pozdrawiam Polaków. Polacy dają się dziś słyszeć! Na początku Wielkiego Postu, we wszystkich kościołach w waszej ojczyźnie prowadzona jest dziś zbiórka funduszy na pomoc Ukrainie. W obliczu tak wielu wojen nie zamykajmy naszych serc na potrzebujących. Modlitwa, post i jałmużna niech będą drogą budowania pokoju. Z serca błogosławię wam i waszym rodzinom!

[00290-PL.02] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana.

In particolare, agli studenti del Liceo Marconi di Pescara, dell’Istituto “Aldo Moro” di Sutri e della scuola “Gianna Beretta Molla” di Corbetta. Saluto con affetto i bambini ospiti dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, accompagnati dai familiari e dagli operatori sanitari. Accolgo con gratitudine i membri dell’Associazione “Motor Terapia” di Lecce, che aiutano le persone con diversa abilità motoria.

Tutti noi abbiamo letto, abbiamo sentito le storie dei primi martiri della Chiesa, che furono tanti. Qui, dove adesso sorge il Vaticano, c’è un cimitero e molti che erano stati giustiziati sono qui sepolti; scavando, se ne trovano le tombe. Ma anche oggi ci sono tanti martiri in tutto il mondo: tanti, forse più che agli inizi. Ci sono tanti perseguitati per la fede. E oggi mi permetto di salutare in modo speciale un “martire vivente”, il Cardinale Simoni. Lui, da prete, da Vescovo, ha vissuto 28 anni in carcere, nelle carceri dell’Albania comunista, la persecuzione forse più crudele. E continua a dare testimonianza. E come lui, tanti, tanti, tanti. Adesso ha 95 anni e continua a lavorare per la Chiesa senza scoraggiarsi. Caro fratello, ti ringrazio della testimonianza. Grazie.

Il mio pensiero infine è per i giovani, gli anziani, gli ammalati e gli sposi novelli. Oggi inizia la Quaresima, disponiamoci a percorrere questo tempo come occasione di conversione e di rinnovamento interiore nell’ascolto della Parola di Dio, nella cura dei fratelli che più necessitano. E non dimentichiamo mai la martoriata Ucraina, la Palestina e Israele che soffrono tanto. Preghiamo per questi fratelli e sorelle che soffrono a causa della guerra. Andiamo avanti nel processo di conversione, nell’ascolto della Parola di Dio, nella cura dei fratelli che necessitano e andiamo avanti nell’intensificare la preghiera, soprattutto per chiedere la pace nel mondo.

A tutti voi la mia benedizione!

[00291-IT.02] [Testo originale: Italiano]

[B0144-XX.02]