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Udienza ai partecipanti al Convegno “Vulnerabilità e comunità tra accoglienza e inclusione”, 01.03.2024


Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti al Convegno “Vulnerabilità e comunità tra accoglienza e inclusione”.

Pubblichiamo di seguito il discorso del Papa che è stato letto da Mons. Filippo Ciampanelli:

Discorso del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e grazie di essere venuti!

In questi giorni siete stati riuniti alla Fraterna Domus di Sacrofano per la seconda “Cattedra dell’accoglienza”. Quello è un luogo adatto! Non solo perché è ampio e attrezzato: è adatto perché è accogliente! È un luogo dove vengono accolte persone anziane, famiglie e ragazzi in difficoltà, migranti. Per questo è bello che le sorelle dell’Associazione Fraterna Domus siano un po’ il motore e le animatrici di questa iniziativa. Grazie, care sorelle!

Ho visto il vostro programma di questi giorni: molto ricco e molto interessante. Al centro avete messo la vulnerabilità. Cioè avete fatto “reagire” – come si direbbe in chimica – l’accoglienza e la vulnerabilità, considerata nelle sue diverse forme. Apprezzo questa scelta, tipicamente evangelica, e vorrei lasciarvi alcuni spunti di riflessione e di cammino.

Prima di tutto: per accogliere i fratelli e le sorelle vulnerabili bisogna che io mi senta vulnerabile e accolto come tale da Cristo. Sempre Lui ci precede: si è fatto vulnerabile, fino alla Passione; ha accolto la nostra fragilità perché, grazie a Lui, noi possiamo fare altrettanto. San Paolo scrive: “Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo accolse voi” (cfr Rm 15,7). Se rimaniamo in Lui, come tralci nella vite, porteremo frutti buoni, anche in questo vasto campo dell’accoglienza.

Un secondo spunto. Gesù ha passato la maggior parte del suo ministero pubblico, specialmente in Galilea, a contatto con i poveri e i malati di ogni genere. Questo ci dice che per noi la vulnerabilità non può essere un tema “politicamente corretto”, o una mera organizzazione di pratiche, per quanto buone. Lo dico perché purtroppo il rischio c’è, è sempre in agguato, malgrado tutta la buona volontà. Specialmente nelle realtà più grandi e strutturate, ma anche in quelle piccole, la vulnerabilità può diventare una categoria, le persone individui senza volto, il servizio una “prestazione” e così via. Allora bisogna rimanere ben ancorati al Vangelo, a Gesù, il quale non ha insegnato ai suoi discepoli a pianificare un’assistenza dei malati e dei poveri. Gesù ha voluto formare i discepoli a uno stile di vita stando a contatto con i vulnerabili, in mezzo a loro. I discepoli hanno visto come Lui incontrava la gente, hanno visto come Lui accoglieva: la sua vicinanza, la sua compassione, la sua tenerezza. E dopo la Risurrezione lo Spirito Santo ha impresso in loro questo stile di vita. Così, poi, sempre lo Spirito ha formato uomini e donne che sono diventati santi amando le persone vulnerabili come Gesù. Alcuni sono canonizzati e sono modelli per tutti noi; ma quanti uomini e donne si sono santificati nell’accoglienza dei piccoli, dei poveri, dei fragili, degli emarginati! Ed è importante, nelle nostre comunità, condividere in semplicità e gratitudine le storie di questi testimoni nascosti del Vangelo.

Un ultimo spunto vorrei lasciarvi. Nel Vangelo i poveri, i vulnerabili, non sono oggetti, sono soggetti, sono protagonisti insieme con Gesù dell’annuncio del Regno di Dio. Pensiamo a Bartimeo, il cieco di Gerico (cfr Mc 10,46-52). Quel racconto è emblematico, vi invito a rileggerlo spesso perché è ricchissimo. Studiando e meditando questo testo si vede che Gesù trova in quell’uomo la fede che cercava: solo Gesù lo riconosce in mezzo alla folla e ai rumori, ascolta il suo grido pieno di fede. E quell’uomo, che per la sua fede nel Signore riceve di nuovo la vista, si mette in cammino, segue Gesù e diventa suo testimone, tanto che la sua storia è entrata nei Vangeli. Il vulnerabile Bartimeo, salvato dal vulnerabile Gesù, partecipa alla gioia di essere testimone della sua Risurrezione. Vi ho citato questo racconto, ma ce ne sarebbero tanti altri, con diversi tipi di vulnerabilità, non solo fisica. Pensiamo alla Maddalena: lei, che era tormentata da sette demoni, è diventata la prima testimone di Gesù risorto. In sintesi: le persone vulnerabili, incontrate e accolte con la grazia di Cristo e con il suo stile, possono essere una presenza di Vangelo nella comunità credente e nella società.

Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio per il vostro impegno. Andate avanti! La Madonna vi accompagni sempre. Vi benedico tutti di cuore. E vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie.

[00371-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0176-XX.02]